AL DOTT. ANTONINO SCIASCIA
IL PREMIO INTERNAZIONALE EMPEDOCLE
"ALLA MEMORIA"
Il 21 novembre 1999 l'Accademia di Studi Mediterranei "Lorenzo Gioeni" ha assegnato al dottor Antonino Sciascia, scopritore della fototerapia, il Premio Internazionale Empedocle per le Scienze Umane "alla memoria". Tale prestigioso Premio è stato attribuito da una Giuria internazionale, composta da Jakob Altaras, del Zentrum für Radiologie, Klinikum der Justus, dell'Università di Giessen, Alfredo Salerno, direttore dell'Istituto di Patologia Generale della Università di Palermo, Hassen A. Gharbi, presidente della Mediterranean and African Society of Ultrasound e vice-presidente della Federazione Mondiale di Ecografia, Ignazio Marino, professore di Chirurgia dei Trapianti dell'Università di Pittsburgh (USA) e direttore scientifico dell'Istituto Mediterraneo dei Trapianti di Palermo.
A ritirare il Premio è stato il vicesindaco di Canicattì, ing. Giuseppe Iannicelli, che ha partecipato con il gonfalone della città, e quindi in veste ufficiale, alla cerimonia della consegna, svoltasi nel Palazzo dei Congressi di Agrigento alla presenza del vescovo mons. Carmelo Ferraro, del sottosegretario alla Sanità Antonino Mangiacavallo, del presidente della Regione Angelo Capodicasa, di numerose autorità civili, militari e religiose ed esponenti del mondo della cultura e della scienza, tra cui il rettore dell'Università di Palermo e vari docenti universitari.
Tra i premiati c'è stato anche il Governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio e il prof. Adelfio Elio Cardinale, presidente della Società Italiana di Radiologia Medica e direttore dell'Istituto di Radiologia "Pietro Cignolini" dell'Università di Palermo, il quale è stato sempre tenace sostenitore del dottore Sciascia come scopritore della fototerapia e precursore delle scienze radiologiche.
Sulla priorità della scoperta, a favore dello scienziato canicattinese, ci sono le date. Il dottor Antonino Sciascia diede comunicazione della sua geniale scoperta nel 1892 al Congresso Oftalmologico di Palermo e nel 1894 al Congresso Medico Internazionale di Roma, mentre Niels Ryberg Finsen, cui nel 1903 venne assegnato il Premio Nobel, cominciò a parlare di fototerapia solo nel 1897. Del resto il Finsen stesso riconosceva la priorità del dottore Sciascia, come testimonia il prof. Giuseppe Cirincione, direttore della Clinica Oculistica dell'Università di Roma: «Il Finsen, contrariamente a quanto molti credono, in una conversazione avuta meco a Berlino, riconosceva ed ammirava francamente nel dottor Sciascia il creatore della odierna fototerapia, alla quale egli, con mezzi semplici, seppe dare consistenza di vera scienza».
Quindi sbagliano le enciclopedie a ignorare il nome di Antonino Sciascia e a definire il Finsen "padre della fototerapia". Non rendono certamente un buon servizio alla scienza. Per la verità, la giustizia e la scienza, invece, si prodigano con dedizione istituzioni come l'Accademia di Studi Mediterranei "Lorenzo Gioeni", uomini di elevata formazione scientifica, come il prof. Adelfio Elio Cardinale, e centri di alta cultura, come l'Università di Palermo, il cui Museo di Radiologia è unico in Italia e uno dei pochi esistenti in Europa, e dove il dottor Antonino Sciascia ha il posto che si merita, come scopritore della fototerapia e precursore delle scienze radiologiche.
Il dottor Antonino Sciascia nacque a Canicattì (Agrigento) il 19 novembre 1819, da Angelo ed Epifania Sfalanga. Compiuti gli studi classici, si iscrisse all'Università di Palermo nella facoltà di medicina. Conseguì la laurea nel 1860, quando aveva appena ventuno anni. Si fece presto benvolere da tutti per la sua carica di umanità, la sua altezza d'ingegno e la sua profonda preparazione. A lui ricorrevano i pazienti per trovare la giusta terapia ai loro mali e a lui si rivolgevano i medici per aiuto e consiglio, ed erano assai lieti quando potevano averlo a consulto.
Nella sua ariosa e luminosa casa, nel piano della Badia, inondata di sole, intraprese le sue ricerche sulla condensazione della luce per la cura delle malattie. Estese, quindi, i suoi esperimenti sugli effetti prodotti dai diversi colori del prisma, prodigandosi a dissociare, selezionare e graduare, sotto il punto di vista fisico, biologico e terapeutico, l'energia dei vari raggi dello spettro. Egli riuscì a provare che la fototerapia non riesce soltanto ad agire sui tegumenti superficiali esterni, "ma benanco sui visceri; perché la luce condensata penetra realmente nelle intime latebre degli organi profondi, determinandovi le sue speciali reazioni".
Una sintesi della comunicazione fatta dal dottore Sciascia al Congresso Oftalmologico di Palermo nel 1892 fu pubblicata in Italia e dal Pacific Journal Medical in America.
A proposito del Finsen il dottore Sciascia, nel suo libro intitolato Fototerapia e pubblicato a Roma dalla Società Editrice Dante Alighieri, scrive: «Nel 1897, il prof. Finsen di Copenaghen, per la prima volta, pubblicava la cura del lupus volgare coll'uso dei raggi chimici condensati, denominando questa medicazione Fototerapia. Gli strumenti adoperati dal Finsen sono simili, per non dire identici, a quelli descritti nel mio brevetto d'invenzione del 1894».
Nel 1910, in occasione del cinquantesimo anniversario della laurea, si tributarono al dottore Antonino Sciascia nella natia Canicattì solenni festeggiamenti con l'adesione di tanta parte del mondo scientifico e universitario d'Italia. In tale circostanza la festa che gli si tributò - sottolineava il Giornale di Sicilia - assurse "al fastigio di una vera apoteosi", in cui "fu conclamata la priorità del metodo scientifico del dottore Sciascia".
Quando fu assai avanti negli anni, il dottore Sciascia, che si era consacrato con dedizione assoluta alla scienza e alla cura delle sofferenze umane, si sposò con Isabella Macaluso. Era il 20 luglio 1918: egli aveva settantanove anni e lei quarantacinque. Vissero insieme sette anni in quelle stanze inondate di luce, con le fulgenti terrazze indorate dal sole. A ottantasei anni egli si spense, proprio il giorno di Pasqua, il 12 aprile 1925.