Recensioni, critiche, commenti e interpretazioni
Lorenzo Lo Vermi nel richiamare gli oggetti nel suo aspetto quotidiano non ci da solo la "foto" di essi, ma attraverso i colori, il "quasi movimento" li rende vivi. Sviluppa una foto che parla, non la freddezza dello scatto fotografico, riprende ciò che nessuna macchina fotografica può fare, fa rinascere nature morte, improprio per il pittore chiamarle nature morte, sono nature vive che parlano ai nostri sensi, ti danno la freschezza non il vecchio, non la rappresentazione della morte naturale, ma le rende vive.
In questo modo la realtà rappresentata nei dipinti eguaglia la foto ed attraverso la tecnica pittorica diventano più veri del vero. I soggetti rappresentati da Lorenzo Lo Vermi sono: i sapori della tavola, i doni del mare, i frutti della terra, con un seppur limitato riferimento al regno animale e accennando appena all'elemento umano.
Il sottolineare la dovizia di particolari dove a prevalere con veritiero, netto ma leggiadro realismo sono: la nitidezza delle immagini; la variegata gamma delle tinte in sfumature cangianti quando più prepotenti (nelle "Calle rosse",nella "Strelizia", nel tulipano porpora chiazzato di giallo di "Poesia", nei tulipani rosa-fucsia di "Insieme", nel "Girasole" ) quando più deboli (nei "Tulipani" bianchi e salmone e nelle "Calle" bianche, nelle "Margherite" glicine,nelle "Gerbere" rosse e canarino, nel "Vaso di iris" violacei e gialli); la lucida brillantezza della luce che si adagia sulla buccia degli agrumi (in "Mandarini") e l'esterno delle gemme del ciliegio (in "Ciliege"); il chiaroscuro che rende palpabili le memorie che vagano tra "Ricordo e solitudine", "Antico ritorno" e "Luci ed ombre della città".
La singolare ironia manifestata: nel "Ritratto" dell'anziano che grazie agli occhiali storti vede il mondo in bianco ove l'occhio è libero e nero ove l'occhio è coperto dalla lente; nella corrida in cui alzando una nuvola di polvere il toro da la caccia ad un pallone di calcio in una sfrenata corsa per la vittoria più che per la sopravvivenza (in "A testa alta"); nell'aitante giovane che sorregge un piccolo squalo sulla testa quasi a volerlo esibire e a rinascere dal suo ventre (in "Studio acquerello 1"); nella bocca carnosa e rosso vermiglio che sta per affondare i denti sulla ciliegia come a mordere la "Tentazione" di cui si fa strumento per invogliare chi la guarda a lasciarsi tentare peccando; nella formica che si affanna a trasportare la larva che le servirà da cibarie e intanto attraversa con fare disinvolto e dignitoso il suolo di lava arancione striato di bianco che rappresenta il contrasto tra l'opulenza della stagione calda,quindi oziosa, e l'impopolarità del "Lavoro in nero" che come ultimo fine si prefigge di superare il freddo.
La velocità del moto perpetuo dimostrata nell'inafferrabilità dello sciatore che è un'ombra frastagliata a sprazzi tra le macchie cromatiche inarrestate dal pennello nella convulsa discesa su ghiaccio (in "Sci"); la medesima velocità di movimento con cui gli spettatori nello stadio assistono al "Toro in campo" tifando ora per lui ora per la palla, offuscati nella confusione del sangue e del sudore però chiaramente udibili.
Gli scrosci d'acqua che fronteggiano i tonni catturati da pescatori, i cui volti opacizzati e smunti nei lineamenti ove non sono stravolti, malcelano la violenza e l'avidità degli sforzi premiati, il tutto in uno spruzzo continuo di frenesia che la febbre di dominare ed ammazzare evidenzia in riflessi argento (in "Tonnara").
La crudeltà dello smagrito lupo famelico dallo sguardo intasato che si staglia contro il palazzo, come ad assurgere al ruolo di anello di congiunzione tra animalità e umanità fino all'oscillare caratteristico della doppia natura che a tratti si ridesta in ognuno di noi (in "Attenti al lupo"). La lumaca che minuta si arrampica sulle sporgenze dell'agrume rovesciato a volerlo scalare per raggiungere non si sa quale vetta, nell'eterno sodalizio ta micro e macro
che una sciente lente d'ingrandimento invisibile ad occhio nudo blocca sulla tela (in "L'abusivo").
La fragilità della vita per un giorno che irradia la "Rosa con boccioli" gialla, i cui petali attorcigliati su se stessi si allargano sotto la luminosità immediatamente precedente alle tenebre dell'appassire. La siringa di salubrità iniettata in tutte le nature morte ("Mandarini", "Limoni", "Al mercato" , i due omonimi "Natura morta") talmente vive da ribellarsi contro la statica delle loro posizioni imposte.
Infine l'olio (di "In padella"), le fragranze (di "Circuito"), l'estro (dei due omonimi "Ricordi" olio su tela), l'essenza ("Peperoni"), gli odori (di "Groviglio"), il salato ed il piccante (di "Mediterraneo"), i semi di zucca (degli "Antichi sapori"), il tuorlo sguaiato di un guscio d'uovo frantumato (di "Senza titolo"), l'agro e il dolce (di "Agrodolce") delle prelibate costruzioni culinarie,sofisticate ed insieme traboccanti del gusto genuino in una collettività di ingredienti arditamente accostati (per esempio la carota affettata a giulienne sul "Cioccolato") quasi a tastarne la coerenza pittorica eterogenea (di "Insalata" e "In pizzeria"). Un iter, in conclusione, che va percorso scevri da reltà e pronti all'incognita non di ciò che appare bensì di ciò che è nella sua piena sostanza. E' arte battezzata sottoforma di fermo-immagini fotografici, ma che delle foto raccolgono la purezza vitalistica non la freddezza dell'esecuzione.
(F.Messina)
Con il suo pennello, Lorenzo Lo Vermi traccia i colori che sono i veri protagonisti della sua produzione: sono il giallo, il rosso, ed i colori caldi che infondono un senso di serenità e gioia. La produzione è numerosa. Nei suoi dipinti c'è il seme della riflessione e ciò perchè non si stacca mai dalla realtà per non cadere nel fantastico o nell'invenzione che inesorabilmente porterebbe all'annullamento, all'inutilità.
Piuttosto crediamo che la pittura di Lo Vermi sia comunicativa, sentimento: sono rime di colori e di suoni armonici che l'osservatore attento subisce, positivamente.
(Giovanni Venezia)
Hanno scritto di Lorenzo Lo Vermi
Recensioni su: La Stampa, Torino Cronaca, Rinascita Monviso, Corriere dell’Arte,
L’Angolo, Legnostorto, La Voce