L’agricoltura canicattinese nasconde inestimabili tesori: da sempre infatti le aree agricole di Canicattì sono particolarmente apprezzate per la loro fertilità, che attirò i colonizzatori arabi del Medioevo, che, come nel resto della Sicilia, importarono nuovi prodotti ortofrutticoli, dalle melanzane alle pesche, dagli agrumi (arance e limoni) alle albicocche, modificando sia la nostra cultura alimentare che il volto delle campagne, affiancandosi alle preesistenti colture di frumento, mandorlo, e ulivo.
Attualmente il paesaggio agricolo di Canicattì è in gran parte dominato dalla vite e dal suo nobile frutto, l’uva, già presente da tempi immemorabili nelle nostre terre, ma solo a partire dagli anni Settanta si è trasformata in un comparto fondamentale dell’economia canicattinese, quando si passò dai vitigni tradizionali alla ben più redditizia Uva Italia, ibrido tra il Moscato d’Amburgo e la Bicane bianca. Il boom dell’Uva Italia si è avuto nel ventennio 1970/1990, assumendo le dimensioni di un’autentica monocoltura.
2 - La produzione vitivinicola
Nei primi anni Novanta la viticoltura canicattinese cambia, si apre a nuove sfide, integrando la produzione dell’ Uva Italia con altri cultivar di origine più recente. Abbiamo così diversi tipi di uve da tavola: bianche (Conegliano, Matilde, Down Seedless, Diamante), nere (Pasiga, Perlon, Red Globe) e da mosto (Nero d’Avola, Chardonnay), che favoriscono la produzione di ottimi vini. L’industria vitivinicola canicattinese ha una certa tradizione, attestata dal libro di Giovanni Guastella La viticoltura in Canicattì, saggio del 1916.
In un passo assai significativo, il Guastella scrive:
La pigiatura, la svinatura, i travasi e le altre operazioni da cantina, in generale, vengono eseguiti coi sistemi antiquati, ma non manca qualche cantina, in cui, sotto la direzione di persone tecniche, si esercita una razionale industria enologica.
Come si evince da questo brano, l’industria del vino, da tempo radicata nel territorio, solo recentemente è stata ulteriormente incrementata, ottenendo in certi casi livelli di eccellenza.
3 - La peschicoltura a Canicattì
In anni recenti altri prodotti agricoli hanno integrato la pur gloriosa Uva Italia (che, fra l’altro, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento dell’I.G.P. indicazione geografica protetta) e gli altri vitigni. ma è stata ulteriormente tratta di tradizionali produzioni già presenti nel territorio, ma che sono state potenziate; tali colture riguardano il settore ortofrutticolo, con prodotti tradizionali come susine, albicocche, etc...
Un settore in forte espansione è la peschicoltura, che ha fatto di Canicattì il punto di riferimento di un nuovo distretto della pesca, a cavallo tra le provincie di Agrigento e Caltanisetta, comprendente, oltre alla nostra città, alcuni centri minori, come Delia, Riesi, etc… Tra le pesche più coltivate nel canicattinese ricordiamo la Diamond Ray (nettarina a polpa gialla), l’Emeraude (nettarina a polpa bianca), l’Hermione (pesca a polpa bianca), la Romea (gialla, percoca), la Lolita (pesca gialla), e così via. Ma la regina della peschicoltura siciliana (e quindi anche di quella canicattinese) è la Tardiva di Leonforte, una varietà tradizionale per la forma e la colorazione del frutto, con polpa gialla e consistente, ottimo sapore e profumo; opportunamente insacchettata, questa pesca ha una maturazione molto tardiva, fino a tutto ottobre), maturando in sacchetti che proteggono il frutto da parassiti e intemperie.
La caratteristica più importante della peschicoltura canicattinese è la compresenza di cultivar precoci e tardive, che consente di diversificare la produzione e la commercializzazione, fino a coprire un arco di tempo più lungo che in passato. Sono delle varietà di pesche che si differenziano rispetto alla tradizione regionale, e che rispondono piuttosto agli standard nazionali del prodotto. La zona di Canicattì è l’ideale per la peschicoltura, a causa delle favorevoli condizioni del microclima, per un tipo di coltivazione a basso fabbisogno di freddo, che risulta in costante aumento.
Tornando al tema principale di queste considerazioni, l’alta vocazione agricola del territorio è confermata anche dal grande sviluppo di aziende di carattere agroalimentare, come oleifici, cantine, caseifici.
L’agricoltura rappresenta il punto di riferimento economico più importante per la nostra città, fornendo certamente prodotti di qualità, ma che scontano una certa carenza nella publicizzazione. Ci auguriamo che in futuro i canicattinesi sviluppino questi aspetti, accorgendosi per esempio le enormi potenzialità racchiuse nei nuovi strumenti di vendita e promozione on-line. , il cosiddetto “commercio elettronico”.