E' stato presentato ieri sera, a Palazzo Stella a Canicattì, il libro di Padre Miguel Cavallè, dell'ordine dei legionari di Cristo, dal titolo "Vincere l'indifferenza".
La manifestazione è stata promossa dal movimento "Regnum Christi" coordinato nella provincia di Agrigento dal notaio Filippo Gigante.
La presentazione è stata aperta dal notaio Filippo Gigante, proseguita con l'intervento della dott.ssa Manuela Seminatore Assessore alla cultura del Comune di Canicattì,
Il Preside Gaetano Augello ha tenuto una dotta e convincente relazione sulle tematiche del libro.
Ha chiuso i lavori l'autore del volume, Padre Cavallè, che ha spiegato il contenuto della sua fatica letteraria.
Introduzione del libro
È bello poter pensare, alla fine dei propri giorni, che quel personale "essere nella storia" ha avuto un senso. Per fare questo, cioè per "vivere con senso", sembra indispensabile tenere presenti almeno tre cose: la consapevolezza del momento storico in cui si vive, la conoscenza del proprio ruolo in questo mondo e l'accettazione della responsabilità di fronte alla propria missione.
Tutto questo richiede un impegno che, in buona parte, ognuno deve, o dovrebbe, assumersi da solo. Si tratta sicuramente di una sfida personale oltre che sociale, ma un contributo va dato.
Perciò è nato questo libro. La speranza che queste righe possano aiutare in tal senso è l'unico obiettivo che ha mosso l'autore, un Occidentale che ama l'Occidente, a mettere nero su bianco. Alla fine ognuno dirà se ne è valsa la pena.
Comunque, contribuire alla riflessione personale e al dibattito sociale, su un tema di questa portata, probabilmente avrà già reso utile l'impegno.
L'idea del libro è nata anni fa, con la lettura dell'esortazione apostolica Novo Millennio Ineunte, degli inizi dell'anno 2000.
In essa, Giovanni Paolo II parlava della vita cristiana, incentrata, tra l'altro, nel «trasformare con Lui [Cristo] la storia».
Da allora, questo concetto è andato maturando tramite lo studio e la riflessione. Determinante è stato anche il discorso di Benedetto XVI al IV Convegno Nazionale Ecclesiale di Verona, il 19 ottobre 2006.
Durante il suo intervento mattutino, dopo aver presentato una sintesi delle principali sfide odierne, il Papa ha affermato: «È inoltre sentita con crescente chiarezza l'insufficienza di una razionalità chiusa in se stessa e di un'etica troppo individualista: in concreto, si avverte la gravita del rischio di staccarsi dalle radici cristiane della nostra civiltà. Questa sensazione, che è diffusa nel popolo italiano, viene formulata espressamente e con forza da parte di molti e importanti uomini di cultura, anche tra coloro che non condividono o almeno non praticano la nostra fede.
La Chiesa e i cattolici italiani sono dunque chiamati a cogliere questa grande opportunità e, anzitutto, ad esserne consapevoli».
Quella chiamata alla personale consapevolezza del tempo presente e dell'opportunità che ci si presenta per agire nella storia, per trasformare la storia, per far sì che questa sia più rispettosa dell'uomo, è stata la spinta definitiva.
Complessivamente, si può affermare che questo è un testo eclettico, poliedrico, ma principalmente filosofico. Certamente non è un minitrattato di storia, né di economia, né di politica, né di sociologia e nemmeno di scienza o di teologia, anche se tratta di tutto questo.
Così, esso corre il rischio, in alcuni momenti, di sembrare incompleto e vago nella presentazione di certe problematiche mondiali, ma questa, purtroppo, è una difficoltà che appare praticamente insuperabile. Il libro vuole essere una riflessione sul momento storico attuale nei suoi diversi ambiti e sull'uomo che lo vive e agisce in esso.
È un invito alla maturità e alla responsabilità nella propria esistenza. È il frutto di parecchie ore di lettura, di meditazione, di dibattito e, soprattutto, di ascolto, di osservazione, di confronto con gente di ogni tipo.
Il titolo si spiega da solo: "Vincere l'indifferenza". "Vincere" implica che c'è di mezzo una lotta, una sfida, una difficoltà da superare; questa è la crisi della nostra civiltà europea, occidentale, cristiana o come la si voglia chiamare.
"L'indifferenza", perché è questa la grande nemica che cerca di dominare le società moderne da decenni, ma che ha accelerato il passo all'inizio del terzo millennio. È la minaccia vera che pian piano sta portando alla morte della nostra civiltà. È un pericolo che, o viene combattuto e vinto, o la cultura occidentale rischierà davvero la morte, la scomparsa.
Il nemico non è soltanto "fuori le mura", è, ahimè, soprattutto "dentro".
Il libro è un'esortazione a dare una svolta alla storia, non a interromperla; a trasformare il mondo, non a ricrearlo; a migliorarlo affinchè sia, nei nuovi tempi, più degno della persona.
La civiltà si trova in un momento di cambiamento epocale, in un momento di crisi. È un'opportunità storica. La storia la fanno gli uomini ed è responsabilità di ogni uomo. Quando le cose non vanno d'accordo con il bene dell'individuo, non bisogna arrendersi, rassegnarsi o abbattersi, ma occorre lottare affinchè le cose vadano meglio. Indirizzare la storia, vincere l'indifferenza e non lasciarsi trascinare da essa, non sembra un optional, ma un obbligo esistenziale e una responsabilità morale.
Si legge nel sottotitolo: "riflessioni sul mondo e sulle responsabilità dell'uomo in un'epoca di cambiamento". "Riflessionisul mondo", perché l'uomo è homo sapiens e deve pensare la storia.
"Responsabilità dell'uomo", perché la storia la fa l'uomo ed egli è anche libero. Non basta pensare le cose e poi rimanere inattivi. Le riflessioni devono portare all'azione responsabile, secondo le proprie possibilità e negli specifici ambiti personali.
"In un'epoca di cambiamento" perché, conoscendo la storia, studiando la situazione attuale, si arriva alla conclusione che il mondo si trova in un momento di trasformazione, di svolta epocale.
Le sfide, come si vedrà nei primi sei capitoli di questo libro, sono tante e molto delicate. Dai diversi ambiti dell'attività umana arrivano segnali chiari di cambiamenti straordinari, che stanno modificando significativamente la vita del pianeta Terra.
Per ragioni di studio e per una maggior comprensione, si è soliti dividere la storia in epoche o ere. Così si parla della preistoria, dell'antichità, del medioevo, dell'età moderna, ecc. Ogni periodo ha le sue caratteristiche, le sue sfide, i suoi pericoli e i suoi momenti di gloria. Il passaggio da un'epoca all'altra non sempre è veloce, chiaro o percettibile.
È necessario avere un occhio attento a identificare i mutamenti o i sintomi che permettono di vedere il passaggio ad una nuova tappa storica.
Ebbene, oggi sono tanti gli elementi che fanno pensare ad un cambiamento epocale. Uno studio attento del mondo che ci circonda difficilmente può portare a conclusioni diverse.
Per questo, i primi sei capitoli, più fenomenologici, sono dedicati all'analisi dei principali campi della vita umana: l'economia, la politica, la società, la scienza, la cultura e la religione. Non è possibile presentare un'analisi dettagliata di tutto quello che sta succedendo oggi nei diversi campi dell'attività umana, ma è possibile dare una visione d'insieme che permetta di trarre qualche valida conclusione.
Alcuni hanno dato a questa nostra epoca l'appellativo di "era della globalizzazione".
Al di là del nome, questa espressione rappresenta, con una certa precisione, la realtà delle cose.
Ormai il mondo può essere percorso in poche ore con l'aereo e in pochi secondi con un collegamento ad Internet. Il mondo è a portata di mano come mai prima d'ora e quello che ieri era nuovo oggi potrebbe essere già vecchio; ormai tutto corre ad una velocità vertiginosa. Nel passato occorrevano decenni per fare scoperte che cambiavano la storia, oggi bastano anni, mesi o, talvolta, soltanto pochi giorni. Ecco la vera rivoluzione che ha cambiato radicalmente il modo di essere nella storia. È un momento appassionante e stimolante, di trasformazione e di riaggiustamenti.
Tutto, dall'economia alla religione, dalla cultura alla politica, dalla vita sociale alla scienza, viene travolto da una valanga, per certi versi nuova, che ormai si dirige velocemente verso orizzonti non sempre prevedibili.
Certamente ci sono già stati fenomeni di globalizzazione durante la storia; ci sono stati eccome! Ma la novità, in questo caso, risiede nella velocità e nella facilità con la quale si svolge l'attività globale, in buona parte dovuta all'informatica e al continuo progresso tecnologico.
Come ha detto Thomas L. Friedman, nel suo libro del 2005, The World is Flant, il Mondo è piatto.
L'idea originaria era quella di elencare soltanto gli elementi che, nei diversi ambiti, potessero aiutare a comprendere meglio il cambiamento epocale; questo rimane, comunque, l'obiettivo primario.
Poi, però, pian piano il lavoro è maturato, evolvendosi in un'analisi più approfondita, includendo giudizi e suggerimenti sui diversi temi presentati, nella speranza che questo possa arricchire l'opera, stimolare ulteriormente la riflessione e facilitare il raggiungimento degli obiettivi del libro.
È caratteristica intrinseca di ogni cambiamento epocale la trasformazione dei paradigmi culturali, ma non è detto che questi debbano distruggere quanto di vero e di bello ci sia in quelli precedenti.
Ecco, dunque, la sfida: l'epoca della globalizzazione, questa nuova era della storia, con i suoi cambiamenti, conduce ad un rafforzamento degli elementi positivi precedenti e ad una revisione degli aspetti che, invece, non sono stati all'altezza della verità sull'essere in ogni sua manifestazione. Sarebbe assurdo creare un nuovo paradigma che consolidasse la crisi e la negatività anteriori.
Per affrontare questo momento, in modo tale da realizzare il bene della persona, è necessario che quest'ultima si rimbocchi le maniche e prenda tra le sue mani i fili della storia.
Concedere spazio a certe idee della modernità, esemplificata da un generale e pigro affidamento al primato della scienza e della tecnologia, sembra aver esentato la persona dal dover prendere parte, criticamente, alla costruzione del futuro.
L'uomo, invece, deve uscire dall'amnesia, dal sonno, dall'apatia... deve vincere l'indifferenza. Ecco perché gli ultimi due capitoli sono dedicati all'antropologia filosofica, per affrontare prima il tema dell'uomo che è nella storia, e poi dell'uomo che fa la storia.
Lo stile vuole essere agile, oscillante tra la riflessione intellettuale e la presentazione dei dati concreti. Sono state incluse numerose citazioni e vengono nominati numerosi autori, spesso di idee contrastanti, volendo evitare l'unilateralità dell'esposizione.
È tuttavia una lettura impegnativa, giacché l'intenzione è stata quella di avvicinarsi agli argomenti con serietà e profondità. Nello
sviluppo delle idee si cerca di proseguire più sinteticamente che analiticamente, senza volere o potere esaurire completamente l'ampiezza dei diversi argomenti in questione, data la brevità dell'opera.
Infine, questo non è un libro dogmatico. E un libro di opinione Le pagine che seguono non cercano di convincere nessuno; cercano invece, di incentivare la riflessione seria, matura e responsabile.
Non c'è nessuna presunzione, non c'è l'intenzione di dare lezioni c'è soltanto il desiderio di contribuire, di esserci, di non rimaner passivi in un momento storico di cambiamento, di svolta, di sfidedelicate e profonde.
Indice
Introduzione
CAPITOLO I
I mutamenti dell'economia
La nuova economia mondiale
II vasto problema della povertà
Le fragili politiche economiche dei Paesi ricchi
II risveglio dell'Oriente: l'avanzata cinese
Excursus sull'influenza dell'oro nero nel futuro
In sintesi
CAPITOLO II
II panorama politico attuale
Verso un governo mondiale?
I dinamismi interni della politica
I nuovi scenari geopolitici planetari
In sintesi
CAPITOLO III
I nuovi scenari sociali
Famiglia e vita: la minaccia del nuovo paradigma
Ecologia, Carta della Terra e sovrappopolazione
Migrazioni, pluralismo, Isiam... Scontro di civiltà?
In sintesi
CAPITOLO IV
II progresso scientifico e le frontiere etiche
La scienza: promessa o minaccia? Fede: binomio davvero impossibile?
Tra neodarwinismo e realismo antropologico
Sintesi
CAPITOLO V
Gli orizzonti culturali del ventunesimo secolo
II relativismo: paralisi dell'Occidente
II nichilismo: l'Occidente che odia se stesso
Multiculturalità: rinnegare ciò che è proprio?
La sana laicità, l'intolleranza laicista
Excursus: i tre elementi che costruiscono la cultura
In sintesi
CAPITOLO VI
Le nuove spiritualità e le religioni del mondo
II nuovo vasto fenomeno dell'interreligiosità
La Chiesa Cattolica: l'apertura e il dialogo
Le sfide della Chiesa Cattolica viste dall'interno
Excursus: la presenza della Chiesa nel mondo
In sintesi
CAPITOLO VII
L'uomo, essere che vive nella storia
In sintesi
CAPITOLO VIII
L'uomo, essere che fa la storia
L'identità (e la superiorità) dell'Occidente
Dare il meglio di sé nella ricerca dell'eccellenza
Fare squadra con tutti gli uomini di buona volontà
Excursus: l'eccellenza, per il cristiano è la santità
In sintesi
Conclusione
Elenco di testi citati utili per l'approfondimento
Padre Miguel Cavallè, sacerdote dei Legionari di Cristo, è nato a Barcellona, Spagna, nel 1968.
È laureato in filosofia (1996) e in teologia (2001) presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma.
Ha conseguito il master in Bioetica e il master in Studi umanistici classici.
Ha fondato il Centro Culturale Terzo Millennio. Dal 2001 è presidente della Fondazione Villaggio dei Ragazzi e dal 2002 della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici, di Maddaloni (Caserta).
Ha tenuto conferenze su diversi itemi di attualità in Italia, Spagna, Stati Uniti, Messico, Venezuela, Cile, Colombia e Brasile.