Il Circolo di Compagnia di Canicattì
di Diego Lodato
Prefazione
Circa due secoli e mezzo fa veniva fondato a Canicattì il Circolo di Compagnia. Si era nella seconda metà del Settecento ed era in corso in città una mirabile fioritura di edilizia civile e religiosa. Si demolivano vecchie case, si innalzavano palazzi, si erigevano chiese. Sorgevano le patrizie dimore degli Adamo, dei Bordonaro, dei La Lomia, dei Sammarco, dei Testasecca e dei Gangitano, edifici innalzati in gran parte nello stile dell’architettura baroccheggiante dell'epoca. Alcuni proprietari di questi palazzi assurgevano anche al rango di blasonati: don Antonino Adamo otteneva il titolo di barone del Monte e della Grasta, don Marco La Lomia quello di barone di Carbuscia, Torrazza e Renda.
Nel campo dell’edilizia religiosa si erigeva la nuova Chiesa Madre, consacrata a San Pancrazio, patrono della città. I lavori si protraevano a lungo, soprattutto per motivi economici, sicché essa poteva essere ultimata solo nel 1765. Due anni prima era iniziata la costruzione della chiesa di Maria SS. degli Agonizzanti nello spazio contiguo a quella di modeste dimensioni già esistente. Nel 1770 si dava avvio alla riedificazione dell’antica chiesa di San Sebastiano, ormai protesa a cedere la titolarità a San Diego, protettore della città, il cui culto ebbe origine a Canicattì subito dopo la canonizzazione, avvenuta nel 1588.
In mezzo a tanto fervore edilizio di opere civili e religiose nasceva a Canicattì il Circolo di Compagnia, destinato ad affermarsi come crogiuolo di idee democratiche, liberali e risorgimentali e centro propulsore della vita cittadina e comunale. Era comunemente chiamato, per antonomasia, "Il Caffè". E ciò fa pensare alla sua origine illuministica e letteraria, derivante dalla omonima rivista milanese, pubblicatasi tra il 1764 e il 1766 per opera di Pietro Verri, del fratello Alessandro e di Cesare Beccaria, nonno materno di Alessandro Manzoni.
Il mondo feudale stava per essere spazzato via dalle nuove idee illuministiche, che si andavano sempre più diffondendo. La vecchia nobiltà non se ne rendeva conto e continuava con la sua solita vita, fatta di vessazioni e di sperperi. Tale era il comportamento del principe Giuseppe Bonanno Filangeri, barone di Canicattì, ma sempre lontano dal popolo. Egli si spegneva il 29 novembre 1779 a Napoli, dove presso la corte dei Borboni aveva scialacquato un patrimonio ingente di beni e di ricchezze. Quindi cessava la sua esistenza terrena dieci anni prima di quel 14 luglio 1789, anno dello scoppio della Rivoluzione francese, che segnava la fine di un’epoca e di un mondo di angherie e privilegi.
In quegli anni c’era nel Circolo di Compagnia chi aveva a cuore le sorti del popolo e si batteva per il suo bene. Spiccava la nobile figura del barone Gaetano Adamo, che a buon diritto può essere considerato il fondatore del Circolo di Compagnia. Non si deve confondere però con il suo omonimo pronipote, venuto alla luce circa sessant'anni dopo, il 18 maggio 1796, e rivelatosi di statura intellettuale e morale di gran lunga inferiore al suo più illustre parente.
Il grande barone Gaetano Adamo era nato a Canicattì il 17 marzo 1740. Le vicende della vita lo fecero emergere talmente per altezza d'ingegno e nobiltà d'animo da farlo considerare e amare da tutto il popolo come un padre. Egli dal suo benemerito genitore, il barone Antonino Adamo, onorato ed esaltato nella Chiesa Madre di Canicattì da uno splendido bassorilievo in cui si elogia il suo amore per il popolo, a cui era, come recita la lapide, più vicino con il cuore che con la pura amicizia, "populo corde magis addicto quam comitate", ereditò la stessa generosità, munificenza e sensibilità umana e si schierò in difesa dei cittadini contro gli abusi e le angherie feudali. L’anonimo cronista ce lo presenta come "uomo tutto d'Iddio, religioso, elemosiniere, benefattore del paese, delle chiese, e di tutta la popolazione".
Accanto alla nobile personalità del barone Gaetano Adamo agiva in favore del popolo in quegli anni del secondo Settecento la ieratica figura del canonico Desiderio Sammarco La Torre. Egli si prodigò ad elevare culturalmente e moralmente le condizioni del popolo. Fondò a sue spese a Canicattì una delle prime biblioteche pubbliche della Sicilia. Viene naturale pensare che abbia influito non poco in questa sua iniziativa il Circolo di Compagnia, sorto in funzione formativa, letteraria e ricreativa. Erano a poca distanza l'uno dall'altro sulla Piazza Grande il Palazzo Sammarco e il Circolo di Compagnia, letterariamente noto come "Il Caffè".
Tali benemerite istituzioni, quali la pubblica biblioteca del canonico Desiderio Sammarco La Torre e il Circolo di Compagnia di Canicattì, come tante altre iniziative nel Settecento sorte in Sicilia, dovute all'intervento dei privati, "che al difetto dei governi e alla malignità dei tempi contrapposero il vigore loro natio", secondo quanto mette in rilievo Domenico Scinà nel suo "Prospetto della Storia Letteraria di Sicilia nel secolo XVIII", fecero sì che "questa bella isola non fosse per ingiuria delle circostanze caduta nella rozzezza".
Diego Lodato
Diego Lodato
Diego Lodato, laureato in Lettere Classiche e docente, è autore delle seguenti pubblicazioni:
L'Età Antica - Dalla preistoria alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, Caltanissetta 1981;
Il medioevo - Dalla caduta dell'Impero Romano d'Occidente alla scoperta dell'America, Caltanissetta 1982;
La Città di Canicattì - Storia, Ambiente, Arte, Uomini Illustri, Folklore, Papiro Editrice, Enna, 1987 (con Antonio La Vecchia);
Itinerario Storico di Canicattì, Edizione a cura dei Salesiani di Rovitelli, Canicattì 1992;
La Secolare Accademia del Parnaso Canicattinese - Canicattì, gli Arcadi, il Barone, Edizioni Arti Grafiche Avanzato, Canicattì 1998;
Sommario Storico e Fotografico di Canicattì - Fatti, luoghi e personaggi, Edizione a cura del Kiwanis Club di Canicattì, Canicattì 2003;
La Festa e il Culto di San Diego, Protettore di Canicattì, in Appunti di viaggio - Folklore, Storia e Religiosità in Sicilia, Edizione a cura della FIDAPA, Siracusa 205;
La devozione e la chiesa di San Diego a Canicattì, in D. Fausto Curto D'Andrea, San Diego de Alcalà - Vita del Santo, Caltanissetta 1993;
I Giudici Antonino Saetta e Rosario Livatino, in Canicattì ricorda i Giudici, Edizione a cura del Comune, Canicattì 2006;
Canicattì nelle sue antiche vicende storiche, tra miti, tradizioni e leggende, in Territorio, Religiosità, Tradizioni popolari nell'area di Canicattì, Edizione a cura del Kiwanis International Club, Canicattì 2000;
La Secolare Accademia del Parnaso, in I Luoghi della Memoria, Canicattì 2005;
Canicattì tra mitologia e archeologia, in Sotto & Sopra - Guida ai siti speleologici e monumentali della Provincia di Agrigento, Vol. II, a cura della Provincia Regionale di Agrigento, Agrigento 2005;
Agostino Fausto La Lomia, barone di Renda e Carbuscia, ultimo degli Arcadi e dei Gattopardi, in La Torre, a. XXVIII n. 18, 4 ottobre 1981;
Uomini e cose nella Canicattì del Cinquecento, in La Torre, a. XXXVI n. 13, 8 luglio 1990;
Emblema negletto = Comune derelitto, in La Torre, a. XXVIII n. 14, 26 luglio 1981;
Storia semiseria di un paese di cuccagna, in La Torre, a. XXVIII n. 16, 6 settembre 1981;
L'ottava meraviglia del mondo, in La Torre, a. XXVIII n. 17, 20 settembre 1981;
Un grande canicattinese ammirato da Garibaldi: Mons. Benedetto La Vecchia, Arcivescovo di Siracusa, in La Torre, a. XXIX n. 13, 11 luglio 1982;
Dinamismo canicattinese nei primi anni del Novecento, in La Torre, a. XXXIX n. 15, 8 agosto 1993
Vito Soldano tra storia e leggenda, in La Torre, a. XL n. 19, 4 dicembre 1994;
Canicattì tra commissari prefettizi e podestà, in La Torre, a. XLII n. 6, 21 aprile 1996;
L'occupazione americana di Canicattì in un recente libro di Norris H. Perkins, in La Torre, a. XLIII n. 2, febbraio 1997;
L'amministrazione della giustizia nella Canicattì baronale, in La Torre, a. XLIII n. 4, aprile 1997;
Cento anni fa il progetto di Ernesto Basile per il Teatro Sociale di Canicattì, in Canicattì Nuova, a. XXVI nn. 11-12, 11-25 luglio 1999;
Luigi Pirandello a Canicattì, in Canicattì Nuova, a. XXVIII n. 3, 18 febbraio 2001;
I tragici fatti del 12 e 14 luglio 1943 a Canicattì, in Canicattì Nuova, a.XXX nn. 14-15, 14 - 28 settembre 2003;
Il Castello di Canicattì e la celebre Armeria, in La Comarca, a. I n. 2, Naro, novembre 2008;
Il Dott. Antonino Sciascia, scopritore della fototerapia e precursore delle scienze radiologiche, in Canicattì Nuova, a. XXV nn. 19-20, 6-20 dicembre 1998;
Fra Bernardo Maria da Canicattì, missionario, poliglotta e glottologo di fama mondiale, in Canicattì Nuova, a. XXVIII n. 6, 15 aprile 2001;
Mons. Carmelo Moncada, dotto e santo arciprete, grande amico del popolo e benefattore dei poveri, in Unitré, Canicattì, 8 giugno 2008;
L'ampio quartiere canicattinese d'Oltreponte, in Unitré, Canicattì, 30 maggio 2010.
Numerosi altri articoli, saggi, monografie, biografie, recensioni e relazioni si trovano nei periodici La Torre, Canicattì nuova, Unitré, La Comarca e altrove, come nei siti http://www.solfano.it , http://www.canicatti-centrodoc.it , http://www.canicattimia.it . Ci vorrebbero altre pagine per elencarli tutti.