Studioso, scrittore, saggista, uomo
libero.
La
fede, la famiglia, la sua città, sono stati lo scopo della sua vita.
“Maestro”, come generazioni di giovani,
dalla fine degli ’40 alla metà degli anni ’70, lo hanno chiamato, è punto di
riferimento per la storia, il costume e le tradizioni di Canicattì.
Uomo degno di Memoria
Biografia
Angelo La Vecchia è nato a Canicattì nel 1920. Frequenta
l'Istituto Magistrale di Caltanissetta dove conosce Leonardo Sciascia ed è
allievo di Vitaliano Brancati. Iscritto alla facoltà di Scienze Coloniali di
Napoli, studia, tra l'altro, lingua e storia della cultura araba.
Dopo le fatiche della guerra fa parte della
compagnia teatrale itinerante del cav. Carrara. Fonda nel 1952 il Piccolo
Teatro Città di Canicattì con Giuseppe Alaimo, Diego Martines ed altri.
Insegnante nelle scuole elementari dal 1947 al 1978. Direttore del Centro
Sociale di Educazione Permanente dal 1970 al 1978.
Giornalista pubblicista dal 1950 collabora con
diverse testate tra le quali "La Sicilia", "Il Mattino",
"La Tecnica della Scuola", "L'Amico del Popolo"; fonda nel
1952 il giornale di satira politica "Il Pungiglione"; assidua e
continua la sua collaborazione con i periodici locali: "Malgrado
tutto", "Canicattì nuova", "La Torre".
Consigliere comunale del MSI per più legislature, ha
ricoperto la carica di Assessore del comune di Canicattì negli anni '60.
All'inizio degli anni '90 è stato nominato giudice
conciliatore presso la pretura di Canicattì, carica dalla quale si è dimesso
per motivi di salute.
Da sempre in contatto con gli emigrati, era socio onorario
della "Fraternal Society of Canicattì" di New York e della
"Associazione Sociale e Culturale Canicattinese di Montreal".
Il 9 settembre 1998 si è spento dopo una malattia che in
circa un anno, giorno dopo giorno, lo ha "consumato".
Opere
Scrittore
poliedrico ha scritto, tra l’altro, opere per i ragazzi quali “Testuccia e
Testaccia”, “Flic e Floc”, “Fortunatello”, “Mafia e Scuola”, “Il loglio nel
grano… e la droga”; saggistica come “Per una corretta pronuncia della lingua
italiana “, “Il futuro della memoria di Leonardo Sciascia”, “Memento”.
La sua produzione teatrale inizia già
negli anni ’40 e consta di oltre 40 opere teatrali tra le quali “La Terra”, “La
carriera di din ‘Nzulo”, “La Passione di Cristo”,
“Li tri re”, “La moglie fidanzata”, “La Cappilluzza”, “Il diavolo
e l’acqua santa”, “Evviva la Svizzera”, Il messaggio di Fatima”, “Il mistero
della Natività”, “Diritto alla vita” e il popolarissimo “Giufà”.
Ha
scritto inoltre: “Lu pani di casa”, “I mimi della terra del Parnaso”, “Cunta e
raccontazu Tanu Giglia”.
Ha prodotto numerosi lavori di
interesse storico tra i quali “Storia di canicattì” per le scuole, “Storia di
Canicattì” con breve antologia parnasiana, “Santuario Madonna dell’Aiuto”,
“Santa Lucia” e, ultimamente, ha dato alle stampe “Canicattì:storia, tradizioni
e varia umanità” un’opera di circa 400 pagine.
L’ultima
opera data alle stampe è “Fiaba Vera” – vita spirituale di Rosario Livatino-.