Angelo Sardone, EROI NOSTRI – Libro d’oro, Agrigento 1932
Prefazione
Il libro d'oro che presento ai lettori, è frutto di lunghe e pazienti ricerche frutto di sacrifici e di amore.
Ricerche e sacrifizi fatti per consacrare e tramandare alle nuove generazioni il nome di quelli che alla Patria tutto offrirono senza nulla chiedere, di coloro i quali per vendicare "i termini sacri che natura pose a confini della Patria" affrontarono impavidi morte gloriosa.
Canicattì, centro popoloso ed industre, ha dato alla Patria la sua migliore giovinezza e il suo forte contributo di sangue e di eroismo. Il succedersi vertiginoso delle vicende del dopo guerra aveva offuscato, per un momento, la gloria e il sacrificio dei nostri Caduti, dei nostri Invalidi, dei nostri Mutilati e dei superstiti, che, nelle dure prove della guerra avevano scritto il loro nome nel libro dei Decorati al Valore, che oggi formano 1a vera, la sola aristocrazia della rinnovellata Patria fatta finalmente una.
Un senso di profonda riconoscenza, per i Caduti, per gli Invalidi, per i Mutilati e i Decorati, mi ha spinto a scrivere queste pagine, a perpetuare gli Eroi della nostra Canicattì.
Solo chi ha vissuto le vicende tormentose e ad un tempo sublimi della guerra, sol chi ha messo in pericolo la vita, sol chi ha versato un po' del suo sangue per la grandezza d'Italia e per il buon nome di Canicattì, poteva accingersi alla immane fatica, alla compilazione di questo Libro d'oro, che farà passare, sotto gli occhi dei lettori, la lunga teoria di Eroi, che all'ombra del glorioso tricolore e agli ordini di S. M. il Re Vittorio Emanuele III, affrontarono e vinsero quel nemico tanto agguerrito, che oppose invero la più tenace resistenza, ma che in fine senza speranza dovette risalire le valli che aveva disceso con orgogliosa sicurezza.
Questo Libro d'oro si divide in quattro parti. La prima è dedicata ai nostri Caduti, a quelli che compirono intero il sacrificio; ad essi i superstiti hanno perdonato qualche piccola deficienza umano e di essi si son fatti un simbolo, una schiera protettrice, che dal Cielo aleggio e vigila sempre sui destini della Patria.
La seconda parte è dedicata a quelli che dopo di aver partecipato a cento azioni e di aver versato abbondante sangue per la liberazione dei fratelli oppressi, non videro sorgere l'alba radiosa della nostra grande Vittoria.
La terza parte è dedicata agli Invalidi e ai Mutilati della guerra a quelli che portano tracce visibili del loro eroismo, del loro sacrificio, a quelli che ebbero straziato il corpo dal piombo nemico e che sono la documentazione vivente dello sforzo compiuto dalla nostra Patria per la redenzione di quelle provincie che da secoli erano soggette alla tirannia e al dominio straniero.
La quarta ed ultima parte è dedicata ai Decorati al Valor Militare, a quelli che sono simbolo di valore, espressione di coraggio, garanzia di grandezza.
Uomini di diversa condizione e di diverso indole; umili contadini, valorosi artigiani, intelligenti professionisti, borghesi e aristocratici sono confusi in queste pagine così come si confusero nei sacrifici, negli eroismi e nella morte.
Gli Eroi che Dio ha con sé nel Cielo, ci guardano e ci proteggono e sono contenti di noi perché vedono che sotto la guida di un Uomo saggio e prudente, continuiamo la nostra ascesa e facciamo ogni sforzo perché il loro sacrificio non resti vano.
Nella lunga fatica mi hanno validamente aiutato il Prof. Giuseppe Alaimo, combattente decorato al valore, e il Sig. Giovanni Portannese, segretario dei Mutilati e Invalidi.
Soldato Vanco Gustavo
d’Ignoti
Nato a Canicattì nel 1893 (1). Combattè col 63 Reggirnento Fanteria. Morì il 2 luglio 1915 per le ferite riportate in combattimento mentre il suo reparto scacciava il nemico dalle Cave di Polazzo.
Umile zolfataio aveva vissuto una vita grama per oltre vent'anni senza pretese e senza ambizioni. Così come aveva dato al lavoro tutta la Sua attività, seppe dare alla Patri a tutta la vita. Seppe osare, seppe lottare, seppe fare la fine degli eroi.
(1) Il fato ha voluto che un umilissimo figlio di questa nostra terra, un povero operaio, figlio d'ignoti, cadesse per primo sul campo dell'onore, simbolo di tutti gl'ignoti eroi della terra, del mare e del cielo che durante la lunga, terribile guerra "confusi e gareggianti in valore " diedero la vita per la Patria.
Caporale Nespola Luigi
fu Giuseppe e di Messana Giuseppa
Era nato in Campobello di Licata nel 1894, ma fin dai primi anni con la famiglia si era stabilito a Canicattì, ove frequentò le scuole del corso elementare.
Comandava una squadra del 64 Reggimento Fanteria e coi suoi uomini tentava di abbattere la resistenza che il nemico opponeva alla nostra avanzata. Ma a Fogliano del Carso, mentre vivissima era la mischia, il 4 luglio del 1915 passava tra gli Eroi della Patria per le ferite riportate sul campo.
Fu decorato con medaglia di bronzo al Valor militare con la seguente motivazione
"Trasportava volontariamente un ferito al posto di medicazione. Durante il tragitto, veniva colpito a morte dallo scoppio di una mina ".
Monte Sei Busi 4 luglio 1915.
Caporal Maggiore Magrì Eduardo
di Giuseppe e Termini Genoveffa
Nato a Canicattì nel 1893. - Fu fra i primissimi a dare il suo sangue generoso alla Patria. Al comando di una squadra, mentre il 30 Fanteria moveva alla conquista della Collina S. Michele. Il 7 luglio del 1915, crivellato di ferite, incitava i dipendenti alla battaglia. Spirava poco dopo mentre ancora infuriava la battaglia. Ebbe la medaglia d'argento al Valor militare.
Chinatevi riverenti, voi tutti che conosceste ansie e dolori di guerra, voi sopravvissuti, voi eroici mutilati, prodi combattenti! Il Caporal Maggiore Magrì ci ha indicato la via della gloria, ci ha dato l'esempio del sacrificio. Egli accresce la corona di eroi che col loro sangue hanno preparato alle nuove generazioni un'Italia grande e valorosa.
Soldato Aronica Angelo
Di Giuseppe e di Fazio Alfonsa
Nato a Canicattì nel 1894. - Pur avendo un'istruzione tale da poter conseguire almeno i primi gradi della gerarchia militare, non vi aspirò mai, convinto com'era che l'arte del comando è una cosa ben difficile specialmente nell'Esercito quando si ha la responsabilità della vita di tanti uomini. Servì quindi da semplice soldato e, si fece onore in tutte le azioni alle quali prese parte col suo 136 Fanteria fin dal primo giorno di guerra.
Combattendo cadde sul campo il 19 luglio 1915, per espugnare le intricate e aggrovigliate trincee del Monte Sei Busi.
Caporale Di Puma Vincenzo
fu Vincenzo e di Ganci Concetta
Nato a Canicattì nel 1895. - Giovane intelligente ed operoso, con la licenza delle Scuole elementari si era lanciato nel commercio con ottimi risultati. Suonata l'ora solenne delle rivendicazioni nazionali, fu sulla linea del fuoco e concorse col suo sangue generoso alla formazione dell'unità d'Italia.
Comandava una squadra del 15 Reggimento Fanteria quando combattento per la conquista della Quota 111 di Polazzo il 22 luglio 1915 veniva investito dal piombo nemico e moriva poco dopo in seguito alle ferite riportate sul campo.
Caporale Villareale Nicoló
di Michele e di Lauricella Carmela
Nacque a Canicattì nel 1894. – Giovane ardimentoso e valoroso, alla testa della sua squadra assunse l'incarico di scovare il nemico. Mentre il 134 Reggimento Fanteria, del quale faceva parte, il 24 luglio 1915 dava l'assalto alle posizioni nemiche in una via di Ronchi, esalava la sua anima eroica in seguito alle ferite alla testa riportate combattendo.
Aveva una limitata istruzione, ma un grande e sviluppato senso di patriottismo. Anche un fratello del Villareale fu combattente e prigioniero di guerra.
Fu decorato della Croce al merito di guerra.
Soldato Milici Domenico
di Michele e Ippolito Carmela
Nato a Racalmuto nel 1890. - Era cresciuto a Canicattì e dopo compiuti gli studi del grado inferiore aveva abbracciato il lavoro per aiutare la famiglia. Mentre gli eserciti delle nazioni continentali schierati l'un contro l'altro si disputavano il dominio e la vittoria, l'Italia che aveva dichiarato la sua neutralità, per trovarsi pronta nella eventualità di essere trascinata nel conflitto, indisse la mobilitazione. Tra i richiamati, corse alle armi il Soldato Milici. Destinato al 149 Fanteria si trovò al fronte il 24 maggio del 1915. Partecipò all'avanzata nei primi mesi della guerra e di vittoria in vittoria giunse sul Pal Grande. A Passo Promosio il nemico oppose una forte resistenza alle nostre truppe. Dopo un bombardamento di poche ore si dovette dare l'assalto al nemico per togliergli il dominio del Passo. La lotta fu aspra, la vittoria quella giornata fu nostra, ma tra, gli altri valorosi trovò gloriosa morte il Soldato Milici. Ciò il 24 luglio del 1915, due mesi dopo l'inizio della guerra.
Caporale Di Maria Salvatore
di Vincenzo e Di Vita Rosa
Nato a Canicattì. Il 24 maggio del 1915 tra i reparti ch'ebbero l'ambito onore di abbattere i pali di confine e la resistenza nemica per andare a liberare i fratelli soggetti, fu il 134 Fanteria. In tale reggimento si trovava il giovane Di Maria che per il contegno tenuto nei primi giorni di guerra fu promosso Caporale. Egli era rimasto miracolosamente incolume nell'aspro combattimento del 18 luglio sul Monte Sei Busi e finita la battaglia scriveva alla madre in data 19 luglio: "…bisogna rassegnarsi al volere della nostra Patria che dobbiamo difendere per la sua grandezza…". Nobili ed incisive parole se si pensa che il Di Maria era un semplice muratore e che aveva anche una limitata istruzione (terza elementare). Il 25 luglio 1915 in un assalto si spinse oltre le trincee nemiche e non si ebbe più notizia di lui. Lo si credette morto in combattimento. Invece era stato soltanto ferito ed era stato preso prigioniero. Internato in Germania non diede mai notizie dirette alla famiglia. Dopo qualche tempo, a mezzo della Croce Rossa, si seppe che il Caporale Di Maria era morto in prigionia.
Altri fratelli Gaspare e Vincenzo combatterono per la grandezza della Patria.
Soldato Ordini Carmelo
di Giacinto e di Migliore Carmela
Nato a Canicattì nel 1895. - Morto a Castelnuovo, in seguito alle ferite riportate sul campo il 15 luglio 1915 mentre combatteva col 31 Reggimento Fanteria.
Soldato Insalaco Girolamo
di Alfonso e di Favata Maria
Era nato nel 1891, faceva il contadino quando fu richiamato alle armi per mobilitazione. Inviato al 51 Reggimento Fanteria, prese con esso parte all'avanzata che doveva ridare all'Italia le provincie irredente. Nell'assalto dato dai nostri alle posizioni nemiche del Monte Sei Busi il 3 luglio 1915 veniva ferito gravemente alla lesta, ed il 24 agosto, in seguito alle ferite riportate sul campo moriva in Mestre. Seppellito coi dovuti onori rimase a Mestre fino alla Vittoria.
Le sue ceneri esumate dopo l'armistizio vennero portate nel cimitero di Canicattì.
Tenente di Compl. Rao Sig. Tommaso
fu Giuseppe e di Caratozzolo Tommasa
Era della classe 1877 ed aveva fatto da tempo il servizio di nomina quando venne richiamato per mobilitazione ed assegnato ad una Compagnia del 148 Reggimento Fanteria, uno tra i primi a ricevere il battesimo di fuoco. Mentre con la sua compagnia fortificava le posizioni raggiunte dal suo reparto nella Selletta di San Martino del Carso, contro le quali il nemico non cessava di rinnovare gli assalti, una pallottola, lo coglieva in piena fronte, rendendolo quasi all'istante cadavere.
Fu decorato di medaglia di bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione:
"Dimostrava fermezza e coraggio nel dirigere, sotto il "tiro dell'Artiglieria nemica, il lavoro dì riattamento delle trincee di prima linea. Veniva colpito a morte mentre, con generose parole, incitava i suoi soldati a continuare il lavoro".
Sella San Martino 19 agosto 1915.
Le sue ossa esumate dopo l'armistizio, riposano nel cimitero di Canicattì
Soldato Petralito Vincenzo
di Salvatore.e di Merulla Maria
Nato a Canicattì nel 1894. Prestava servizio militare in qualità di permanente perché soldato di leva, quando, prima ancora dell'inizio delle ostilità, raggiungeva il vecchio confine col 15 Fanteria. Morì a Pontremoli l'8 settembre 1915 per le ferite riportate in combattimento.
Soldato Alfano Giuseppe
di Nicoló e di Mendola Sabina
Era nato a Racalmuto nel 1893, ma da moltissimi anni domiciliato a Canicattì ove si era ammogliato con Messina Calogera.
Combattendo col 147 Reggimento Fanteria il 7 settembre 1915 moriva a Fanghis (Udine) a causa delle ferite che aveva poco prima riportato nel combattimento.
Soldato Moncada Salvatore
di Vincenzo e di Lupo Maria
Nato a Canicattì nel 1894. Appartenne al 15 Reggimento Fanteria dal 24 maggio 1915 fino al giorno della sua morte gloriosa, e prese con esso parte ai combattimenti del giugno sull'Isonzo e a varie azioni nella zona Carsica. Sul monte Sei Busi però, mentre la sua compagnia veniva lanciata all'assalto delle forti posizioni avversarie, il 24 ottobre 1915, in, seguito a ferite multiple riportate durante la mischia, faceva olocausto della sua fiorente giovinezza.
Il fratello Gaetano in seguito alle ferite riportate sul Fait è rimasto mutilato.
Soldato Ficili Luigi
di Giuseppe e di Giuliana Carmela
Nato a Canicattì nel 1893. Unico figlio, chiamato alle armi per mobilitazione, si trovò al vecchio confine fin dal maggio del 1915.
Apparteneva al 40 Fanteria e con esso superata la fiacca resistenza nemica si trovò ben presto sul Carso. Il 23 ottobre del1915 mentre su tutto il fronte dell'Isonzo si faceva un vigoroso attacco frontale, per snidare il nemico dalle posizioni alle quali si era aggrappato e dalle quali voleva fiaccare il nostro esercito, il 40 Reggimento al quale apparteneva il Soldato Ficili, fu impegnato a Sei Busi. Su quel monte si combattè, tutto il giorno con successo, ma alla sera il Comandante del suo reparto comunicava che in quel giorno il Soldato Ficili Luigi era morto sul campo, per le ferite riportate in un corpo a corpo col nemico.
Soldato Rallo Michele
di Vincenzo e Alletto Calogera
Nato a Palma Montechiaro nel 1895. Nel maggio del 1915 il 147 Reggimento Fanteria oltrepassava il vecchio confine e in una marcia impetuosa respingeva il nemico oltre l'Isonzo. Una prima resistenza fu dal nemico fatta a Sdraussina, ma sopraffatto dai valorosi soldati della Brigata Caltanissetta (147 - 148 Fanteria) si ritirò nei trinceramenti di Bosco Cappuccio.
Nel luglio ed agosto si svolsero aspri combattimenti con attacchi e contrattacchi, dove i nostri soldati diedero luminose prove di ardimento e di coraggio. I reticolati fitti e ingarbugliati venivano tagliati con semplici pinze e da quelle piccole porte si partiva per dare l'assalto alle trincee del nemico. Dopo poche settimane di riposo il reggimento si ricompose e con l'organico di guerra si ritrovò di nuovo in linea il 22 ottobre. Gli assalti si succedevano agli assalti e quelle zolle conquistate palmo a palmo costarono centinaia di giovani esistenze. Gli atti di eroismo furono a centinaia registrati e con rapidità di manovra si passò dal Bosco Lancia, alla Sella di San Martino, da lì sul S. Michele e poi ancora a Bosco Lancia. Gli alberi del Bosco (pini) eran già le prime vittime della guerra: la nostra Artiglieria prima, quella austriaca poi avevano stroncato e flagellato il bosco. Ogni pianta aveva i suoi rami divelti o stroncati così come ogni reggimento ed ogni reparto aveva i suoi morti e i suoi feriti.
Nell'assalto alla baionetta dato in pieno meriggio il 22 ottobre del 1915 il Soldato Rallo Michele, che era con la prima ondata, colpito dal piombo nemico, moriva in quel combattimento.
Più tardi, il 31 ottobre del 1916, un altro fratello Rallo Angelo doveva cadere sul campo a Castagnevizza mentre col 133 Fanteria, cercava forse di vendicare l'eroico fratello,
Caporal Maggiore Ciuni Giuseppe
di Antonio e Fail1a Mulone Carmela
Nato a Canicattì nel 1893. Giovane buono, e volenteroso, finito il corso elementare si era dedicato col padre al lavoro dei campi per aiutare la famiglia.
Aveva quasi ultimato il servizio militare quando, dichiarata la guerra all'Austria Ungheria, fu trattenuto alle armi per mobilitazione.
Apparteneva al 31 Fanteria e con esso aveva varcato l'antico confine.
Si comportò da valoroso in tutte le azioni. Si distinse anche sul Monte Sei Busi.
Il 22 ottobre del 1915 dopo di avere espugnato diverse linee di trincee avversarie, su Castelnuovo del Carso, mentre col suo reparto si apprestava a rinforzare la linea, veniva investito in pieno da una granata che produceva la immediata morte sul campo.
Soldato Rumè Vincenzo
di Gaetano e di Marino Diega
Era nato a Canicattì nel 1893 e prestava regolarmente servizio militare. La dichiarazione delle ostilità tra l'Italia e l'Austria-Ungheria, trovò il suo reggimento schierato al vecchio confine, pronto a superare la resistenza delle truppe avversarie. Nel giugno del 1915 combattè sul Monte Sei Busi. Nell'azione del 21 ottobre 1915 mentre il 63 Reggimento Fanteria tentava di snidare gli austriaci dalle posizioni da tempo preparate, mortalmente ferito, veniva raccolto dai compagni e accompagnato all'Ospedale da Campo N. 64 a Turriaco dove moriva dopo poche ore.
Il fratello Pietro continuò a fare il suo dovere in guerra fino al giorno dell'Armistizio.
Soldato Meli Antonio
fu Carmelo e Leone Mariastella
Nato a Canicattì nel 1893. - Mentre in Italia gli uomini di governo del tempo discutevano sulla opportunità o meno del nostro intervento, il nemico secolare si fortificava sulla linea dei monti e disseminava d'insidie il piano.
Delle fortificazioni e delle insidie, il nostro giovane e valoroso esercito ebbe ragione fino al conseguimento della Vittoria che diede al mondo la pace.
Tra i valorosi che a migliaia diedero la vita per scacciare il nemico oltre l'iniquo confine, va ricordato il Soldato Meli Antonio. Apparteneva al 64 Fanteria e lottò in diversi punti del fronte Isontino, Il 29 ottobre del 1915 un violento combattimento s'impegnò sul Monte Sei Busi. In quella giornata cadde valorosamente combattendo il Soldato Meli Antonio. Dopo l'azione fu seppellito a Doberdò, ma ora le sue ceneri riposano nel cimitero degl’Invitti a Redipuglia.
Il fratello Melchiorre a causa delle ferite riportate Carso nel settembre 1916 è rimasto Mutilato di guerra.
S. Tenente Bennici Calogero
di Vincenzo e di Martines Rosa
Prestava servizio di prima nomina al 75 Fanteria, quando il Reggimento dovette partire da Siracusa per ignota destinazione. Partecipò a diverse azioni, guidando i suoi dipendenti da vittoria in vittoria. Era colto, intelligente e buono e queste sue doti mise sempre a disposizione dei suoi uomini, ma durante un violento contrattacco veniva colpito in pieno petto e nelle adiacenze di Ronchi esalava l'ultimo respiro volandosene nel cielo degli eroi il 29- 10 -1915.
Soldato Curto Giuseppe
di Rosario e di Cassaro Maria
Nato a Canicattì nel 1895. - Prestava servizio da permanente al 16 Reggimento Fanteria che fu tra i primi a prendere contatto col nemico nel fatidico 24 maggio del 1915. Il 28 ottobre dello stesso anno nel dare l'assalto alle posizioni nemiche sul Monte Sei Busi riportava gravissime ferite che determinavano ben presto la morte del valoroso canicattinese.
Umile calzolaio, di limitata cultura, seppe dare alla Patria tutto se stesso. Alla sua memoria fu concessa la Croce al Merito di Guerra.
Soldato La Barbera Vincenzo
di N. N. e di La Barbera Rosa
Nato a Canicattì nel 1886. - Aveva lasciato la moglie e i figli per rispondere alla chiamata della Patria. Era stato assegnato al 5 Fanteria e con esso combatteva quando, il 17 novembre 1915 colpito da piombo nemico cessava di vivere nella trincea Nord-Est di Plezzo.
Caporale Giglia Salvatore
di Gaetano e di Giglia Filomena
Era nato a Canicattì nel 1894. Aveva col 5 Fanteria vista sorgere l'alba del 24 maggio a Villa Santina. Nominato Caporale sul campo, comandava una squadra e si era fatto onore. Il 24 novembre 1915 mentre il Reggimento si apprestava a strappare all'avversario le sue formidabili posizioni del Monte Sei Busi, una raffica di mitraglia lo crivellava di ferite e lo riduceva in fin di vita. Trasportato al posto di medicazione del suo battaglione e quindi all'Infermeria di Sanità di Serpenizza cessava di vivere, prima ancora di potere avere gli aiuti del caso.
Soldato Curcio Giuseppe
di Angelo e Milano Maria
Nato a Canicattì nel 1895. - Faceva il mestiere di barbiere e la sua discreta cultura gli aveva permesso di educare lo spirito ai sensi del più sano patriottismo. Chiamato alle armi appena ventenne vide spuntare l'alba del 24 maggio sull'antico ed odioso confine.
Prese parte a tutte le azioni svoltesi sul Monte S. Michele nella qualità di Soldato dell'8 Compagnia 29 Fanteria.
Morto per ferite riportate sul campo durante un combattimento nei pressi di Sagrado il 7 novembre 1915.
Soldato Restivo Vincenzo
di Domenico e di Sacheli Maria
Aveva visto la luce a Canicattì nel 1895. - Aveva partecipato a tutte le azioni di Bosco Capuccio e di Bosco Lancia col 147 Reggimento Fanteria con quell'ardimento e con quel valore che caratterizzava i soldati della Brigata Caltanissetta agli ordini del Generale Vagliasindi. Ritornato nelle insidiose posizioni del Bosco Capuccio nel combattimento del 28 novembre 1915 veniva ripetutamente ferito e cessava di vivere tendendo ancora minacciosa la mano verso il nemico. Venne seppellito a Sagrado cogli onori dovuti agli eroi che lasciano la vita sul campo di battaglia.
Soldato Trapanese Arcangelo
di Giuseppe e di Zagarrí Mariangela
Nato a Canicattì nel 1891. - Aveva frequentato le pubbliche scuole ed aveva conseguito la licenza elementare. Si era indi dedicato al mestiere di falegname.
Richiamato alle armi fu destinato al 149 Fanteria col quale varcò l'antico confine, non appena dal Ouartier Generale dal Re Soldato fu lanciato il memorando proclama di guerra.
Apparteneva al 149 Reggimento Fanteria quando nel combattimento sul Monte Sei Busi in località Rivellino, avvenuto il 24 novembre 1915, una granata scoppiatagli proprio sulla testa gli fracassava il cranio.
Soldato Failla Mulone Calogero
di Gaspare e La Mantia Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1887. Appena richiamato fu assegnato al 141 Reggimento Fanteria che raggiunse in zona di guerra.
Seguì le vicende del Reggimento fino a quando questi non venne impegnato fortemente col nemico nelle, già tanto contrastate, posizioni di Bosco Capuccio.
Il 2 novembre 1915 mentre tutti i reparti che operavano nella zona Carsica sferravano una violenta offensiva, veniva gravemente ferito e poco dopo esalava lo spirito al Creatore.
Soldato Bennici Calogero
fu Angelo e Barragato Calogera
Nato a Canicattì nel 1883. - In quella Ronchi che doveva poi passare alla storia per il gesto magnifico di Gabriele D'Annunzio e dei suoi legionari, molti anni prima aveva lasciato la vita per le ferite riportate sul campo un umile ed oscuro nostro concittadino Calogero Bennici agricoltore. Chiamato alle armi lascio la consorte e una tenera figlioletta, raggiunse la zona delle operazioni belliche e fu assegnato al 132 Reggimento Fanteria.
Combattè da prode come tutti i figli della nostra Isola generosa tutto donando e nulla chiedendo e il 23 novembre del 1915 nell'aspra lotta contro il nemico e contro le sue salde posizioni trovava gloriosa morte a Ronchi, mentre altri due suoi fratelli Vincenzo e Giuseppe continuarono a lottare fino alla Vittoria.
Soldato Montante Giovanni
di Diego e Di Salvo Radduso Maria
Nato a Canicattì nel 1890. - Nei primi mesi della guerra. quando l'esercito italiano, con mezzi modesti contro posizioni preparate e fortificate da anni, si apprestava a cacciare, dalle provincie soggette allo straniero, l'esercito nemico, in uno di quegli attacchi frontali che diedero al mondo prove inaudite di valore e di eroismo, cadeva gravemente ferito sul Pal Grande il Soldato Montante Giovanni del 132 Reggimento Fanteria.
Raccolto dalla pietà dei compagni veniva condotto al posto di medicazione di Battaglione e di lì all'Ospedaletto da Campo N. 054 in Scodovacca. Le cure amorevoli di medici ed infermieri a nulla valsero poiché dopo poche ore il 19 novembre del 1915 il valoroso Montante, senza un lamento cessava di vivere.
Soldato Guarneri Michele
di Diego e Di Rosa Diega
Nato a Canicattì nel 1886. - Apparteneva al 149 Reggimento Fanteria ed aveva con esso partecipato alle azioni che si erano svolte sul medio Isonzo e sul Carso.
In uno di quegli assalti che quasi ogni giorno si davano per scacciare il nemico dalle sue trincee, il Guarneri ch'era sul Bosco Cappuccio fu gravemente ferito. Soccorso dai compagni ebbe le prime cure sul campo. Finita la battaglia, a mezzo di auto ambulanze, fu ricoverato all'Ospedale Territoriale di Ferrara. Le gravi ferite però ben presto portarono al sepolcro anche questo Fante oscuro ed eroico il 29 novembre 1915.
Avvolto nel tricolore ebbe onorata sepoltura.
Soldato Burgio Edoardo
di Ignazio e di Antinoro Vincenza
Nato a Canicattì nel 1895. - Forse era scritto sul libro del destino che la migliore giovinezza italica, doveva lasciare la vita sul Campo della Gloria prima che l'Italia una di lingua potesse diventare una anche politicamente. Dopo i martiri e gli eroi del Risorgimento e dell'Indipendenza, dovevano succedere i giovani di ogni condizione che apertamente, guardando il nemico in faccia, dovevano saper morire dopo di aver saputo lottare come nessuno credeva. Tra i giovani ardimentosi e fieri va ricordato il Soldato Burgio Edoardo del 125 Fanteria.
A Zagora, mentre compiva con scrupolo e con entusiasmo tutto il suo dovere di soldato, cadde combattendo il 10 novembre del 1915.
Soldato Comparato Santo
di Vincenzo e Muratore Vincenza
Nato a Canicattì nel 1894. - Prestava regolarmente servizio militare e stava per completare la sua ferma quando scoppiò la guerra tra l'Italia e l'Austria-Ungheria.
Uno dei pochi concittadini capitati al 7 Reggimento Fanteria, seppe, con l'esempio costante e con la scrupolosità nell'adempimento del dovere, fare onore alla città natale.
Il 10 dicembre 1915, in seguito alle gravi ferite riportate sul campo, dava alla Patria la sua fiorente giovinezza all'Ospedale da Campo N. 11.
Soldato La Lomia Salvatore
di Luigi e di Narbone Concetta
Nato a Canicattì nel 1887. - Nella prima fase della mobilitazione generale molti richiamati alle armi della nostra città furono mandati a completare i reparti già decimati nei combattimenti che nei primi mesi di lotta aveva dovuto sostenere il glorioso 149 Reggimento Fanteria. Con gli altri vi fu incorporato La Lomia Salvatore che giunto al Reggimento nel 26
agosto del 1915 diede prove non poche di ardimento e di sprezzo del pericolo. Ma nel combattimento sostenuto dal suo reparto il 4 dicembre 1915 sulla Quota 144 di Monfalcone, crivellato di ferite, cadeva eroicamente sul campo lasciando nel dolore la moglie e due teneri figlioli.
Soldato Acquisto Vincenzo
fu Antonio e Comparato Vincenza
Nato a Canicattì nel 1895. - Se l'istinto della conservazione è tanto forte in chi cadente, pieno d'anni e d'acciacchi, trascina grama vita, ben più forte dovrebbe essere nei giovani che vedono schiudersi dinanzi a loro una vita piena di gioie e di promesse, di speranze e desideri. Ma per la gioventù italica nata nell'ultimo scorcio del XIX Secolo non fu così. Andare al fronte, significava mettere in repentaglio la vita. Il solo fatto quindi di correre senza esitazioni e senza riserve era il primo atto di eroismo.
Acquisto Vincenzo giunto al fronte credette che allora soltanto cominciava il suo compito e si batte eroicamente col 30 Fanteria al quale apparteneva. Ma l'aver dato con entusiasmo il suo braccio non bastò ad appagare la sua sete di gloria; egli seppe compiere intero il sacrificio, quando nel combattimento del 27 febbraio 1916 nelle trincee di Bosco Cappuccio, diede la vita per la patria.
Famiglia eroica quella dell'Acquisto: altri tre fratelli Ignazio, Angelo e Rosario combatterono in diversi punti del fronte, anzi Rosario per la sua condotta e per il suo valore fu decorato di medaglia d'argento al Valor Militare.
Soldato Nizzemi Vincenzo
d’Ignoti
Nato a Canicattì nel 1894. - Alla categoria degli umili servitori della Patria e della Sua Santa Causa, apparteneva l'umilissimo e buon Nizzemi.
Egli che non aveva una famiglia e non conosceva altra mamma che la Patria, si diede con entusiasmo ad essa e lottando per la grandezza d'Italia, col 30 Fanteria di linea dislocato sul Bosco Cappuccio (Carso) riportava gravissime ferite. Ricoverato nell'Ospedaletto da Campo N. 60 a Medea, vi moriva serenamente il 12 marzo 1916.
Soldato Rappazzo Francesco
fu Francesco e Tramontana Grazia
Decorato con Croce al merito di guerra nato a Canicattì nel 1889. Richiamato alle armi per mobilitazione lasciò la terra che coltivava e fu assegnato al 5 Reggimento Fanteria 4 Compagnia. Con esso vide spuntare l'alba del fatidico 24 maggio 1915 nei pressi di Villasantina. Seguì le vicende del suo reparto e, per quanto un po’ avanzato negli anni, pure con quel senso di dovere e di obbedienza che caratterizzò in guerra il Soldato Siciliano, partecipò ad azioni nelle quali perdettero la vita molti suoi compagni, finché il 19 marzo 1916 mentre il 5 Fanteria sosteneva un urto col nemico nella Conca di Plezzo, il povero Rappazzo veniva ferito gravemente e a Za Vezzelinon faceva olocausto della sua vita alla madre Patria.
Aveva preso parte alla guerra di Libia distinguendosi sempre per il suo valore.
Bersagliere Montante Antonio
di Angelo e di Lana Grazia
Nato a Canicattì nel 1896. - Giovane intelligente e volenteroso aveva frequentato le nostre scuole e si era poi iscritto al R. Istituto Tecnico. Frequentava già da due anni con successo quella scuola, quando fu chiamato alle armi per mobilitazione. Egli ch'era di sentimenti italianissimi comprese che il suo posto era in prima linea. Partito per il fronte nel dicembre del 1915 dopo poche, settimane d'istruzione fu assegnato al 16 Reggimento Bersaglieri. Lottò da leone, con mirabile coraggio, trascinando con l'esempio anche i meno arditi.
Nella seconda quindicina del marzo 1916 s'iniziò una vigorosa offensiva contro le posizioni nemiche di Passo del Cavallo. Dopo di avere espugnato i trinceramenti del nemico, in un violento contrattacco fu ferito da pallottola alla coscia sinistra. Appena medicato, ritornò in trincea e coi compagni si cooperò per mantenere le posizioni raggiunte. Il giorno appresso, il nemico che non sapeva rassegnarsi alla perdita delle strategiche posizioni, dopo un bombardamento infernale di parecchie ore, mosse all'attacco. Fu respinto rigorosamente ed inseguito. Durante l’inseguimento il valoroso Bersagliere Montante fu nuovamente e mortalmente ferito. Raccolto dai compagni, dopo l'azione fu portato all'Ospedaletto da Campo N. 88 in Paluzza dove morì dopo qualche ora. Prima di chiudere gli occhi per sempre egli volle ancora ripetere il grido che aveva gridato in faccia al nemico: Viva l'Italia!
Fu decorato con medaglia d'argento al Valor Militare con la seguente motivazione :
"Durante l'azione dimostrò mirabile coraggio. Ferito alla gamba sinistra, non appena medicato volle ritornare in trincea e vi rimase finché fu nuovamente e mortalmente ferito. Passo del Cavallo 26-27 marzo 1916".
Il contegno di questo valoroso non va dimenticato specie dalle nuove e future generazioni.
Soldato Graci Giacinto
di Calogero e La Magra Calogera
Nato nel 1893. - Apparteneva alla gloriosa brigata Regina e precisamente al 10 Fanteria che fin dal principio della guerra consacrò le aride zolle del Carso, del S. Michele e del S. Martino, col sangue generosamente sparso dai suoi soldati.
Il 13 marzo 1916 il lo Fanteria veniva fortemente impegnalo nelle posizioni di Bosco Cappuccio per abbattere la resistenze avversaria. Le artiglierie di tutti i calibri concentrarono il loro fuoco sul bosco che aveva ancora pochi alberi dai rami stroncali e voleva impedire ai nostri di fare ancora un passo avanti. Ma i nostri fanti intrepidi espugnarono la posizione consacrandola col sangue del valoroso nostro concittadino che in quell'azione perdeva la vita per le ferite riportate.
Soldato Farruggio Angelo
fu Vincenzo e Giuliana Alfonsa
Nato a Canicattì nel 1882. - Alla chiamata della sua classe, lasciò moglie e figli e si presentò al Distretto che lo equipaggiò e con altri fu mandato al 31 Reggimento Fanteria. Si comportò da valoroso in tutti i combattimenti ai quali prese parte il suo Reggimento e il 18 maggio 1916 in un vigoroso contrattacco fu gravemente e mortalmente ferito e cadde sul campo di battaglia a Morkene (Bosco Ceschi).
Soldato La Scalia Angelo
fu Calogero e Bugè Diega
Nato a Canicattì nel 1895. - Lasciate le sue occupazioni e il suo mestiere di calzolaio, indossò la divisa di Fante e si preparò a combattere il nemico.
Fu assegnato al 222 Fanteria e vi rimase fino al 15 maggio del 1916. In quel giorno un accanito combattimento si svolgeva sul Monte Collo e in quell'azione cadeva sul campo, per le ferite riportate, il giovane Soldato La Scalia Angelo.
Caporale Zucchetto Antonio
di Calogero e di Turco Carmela
Nato a Canicattì nel 1892. - Anche la Cavalleria, l'arma nobile, dagli slanci eroici e dalle azioni impetuose, ebbe nelle sue file arditi combattenti.
Il Caporale Zucchetto del 6 Squadrone Cavalleggeri Nizza prese parte a tutte le azioni svoltesi dall'inizio della guerra sull'Isonzo fino a quelle di Monfalcone.
In uno degli assalti che il suo squadrone dava al nemico abbarbicato nelle posizioni di Adria Werk, il 15 maggio 1916 veniva colpito a morte dalla mitraglia austriaca. Dopo pochi istanti, mentre ancora infuriava la battaglia, dava alla Patria la sua fiorente giovinezza.
Il fratello Vincenzo col 162 Fanteria combatté pure a Monastir Quota 1050 sulla Cerna.
Soldato Di Benedetto Rosario
di Francesco e Pontillo Maria
Nato a Canicattì nel 1882. - Non più giovanissimo, ma ardimentoso e forte, rispose con entusiasmo alla chiamata della Patria in armi e fu assegnato al 31 Reggimento Fanteria. Dopo di avere con esso affrontato con disciplina disagi e pericoli nelle più svariate azioni di offesa e di difesa, partecipava al combattimento di Mochene (Bosco Cappuccio) il 18 maggio del 1916 e moriva da prode per le ferite riportate sul campo in quel giorno luminoso di maggio, in quella primavera eroica, esempio ai compagni di ardimento e di valore.
Il fratello Antonio fu combattente con l'esercito americano sul fronte francese, mentre l'altro fratello Salvatore col 75 Fanteria si distinse a Santa Lucia di Tolmino.
Soldato Callari Salvatore
d’Ignazio e Mirabile Provvidenza
Nato a Canicattì nel 1892. - A scrivere col sangue le pagine gloriose che registra la storia del 222 Reggimento Fanteria contribuì, col sacrificio completo della sua vita, un umile figlio della nostra Canicattì. Il Soldato Callari che col solo miraggio di far grande e temuta la sua Patria, aveva lottato da prode in tutte le azioni, doveva, con pochi animosi compagni, sostenere l'urto del nemico, e dar tempo ai rincalzi di accorrere sulla linea del fuoco in Val Sugana, ma crivellato di ferite cadde sul campo, incitando i compagni alla resistenza il 17 maggio 1916. Più tardi fu portato per avere le cure del caso, all'Ospedaletto da Campo N. 109 a Telve di Sotto. Ogni aiuto fu vano e il valoroso Callari chiuse per sempre gli occhi per dormire il sonno eterno degli eroi.
Soldato Messana Diego
di Giuseppe e De Blasi Pietra
Nato a Canicattì nel 1896. - Chiamato alle armi nell'autunno del 1915 quando servire la Patria poteva significare anche sacrificare la vita, quando dal fronte arrivavano fino alla Sicilia i treni Ospedali carichi di feriti, quando nella nostra città già qualcuno era caduto combattendo, poteva scuotere la fibra di un giovane non ancor ventenne. Non fu così. Il Messana convinto che chi per la Patria muore è vissuto assai, anche se ancor giovanissimo d'anni, raggiunse la sua destinazione e a Monfalcone, mentre il suo 28 Reggimento Cavalleggeri di Treviso avanzava, il Soldato Messana, incontrava morte gloriosa (16 maggio 1916).
Soldato Messina Francesco
di Diego e Lauricella Marianna
Nato a Canicattì ne11894. - Combattè col 133 Reggimento Fanteria dal principio nella guerra fino al giorno della morte, senza mai lagnarsi dei sacrifici che imponeva la dura vita della estenuante trincea. Nel combattimento di Feseniack svoltosi il 15 maggio del 1916 e nel quale era fortemente impegnato il suo reparto, colpito a morte, cadeva sul campo a Casa Ieunet e consacrava colla sua fiorente giovinezza ancora una zolla di quel territorio che fu poi guadagnato alla causa e all'unità della Patria nostra.
Soldato Bordonaro Angelo
di Diego e Gioia Maria
Nato a Canicattì nel 1890. Accompagnato dai voti e dalle benedizioni dei genitori, rispose alla chiamata della Patria che già si apprestava a lanciare la sfida al nemico secolare.
Fu destinato al 5 Fanteria e con esso partì per ignota destinazione. La dichiarazione di guerra trovò il Reggimento pronto all'azione nei pressi di Villasantina.
Il 29 giugno 1916 nella Conca di Plezzo restava gravemente ferito da piombo nemico che poco più tardi, alla 16 Sezione di Sanità in Begliano, doveva determinare la morte dell'umile e valoroso Bordonaro.
Soldato Giardina Salvatore
fu Vincenzo e Patti Maria
Nato a Canicattì nel 1891. - Di umili natali e d'indole docile e buona, era cresciuto senza pretese, lavorando la terra e aiutando la famiglia.
Chiamato alle armi per mobilitazione e inviato al fronte, fu preso in forza alla 4 compagnia del 69 Reggimento Fanteria e vi rimase per poco dal maggio 1916 al giugno 1916.
Fu col 69 a Monte Corno ove si comportò da valoroso e poi sul Monte Permesan. Nell'assalto alle posizioni nemiche, il suo reparto incontrò resistenze tenaci che furon superate con atti di vero e puro eroismo. Il Soldato Giardina stesso che era corso tra i primi nelle trincee nemiche e le aveva oltrepassate al grido di Savoia, colpito a morte cadde sul campo dell'onore il 23 giugno 1916.
Soldato Farruggio Antonio
di Salvatore e Corbo Carmela
Nato a Canicattì nel 1896. - Gli atti di eroismo compiuti durante la guerra dai più umili figli del popolo e passati sotto silenzio nel periodo delle operazioni, perché i capi assorti nello studio dei piani di battaglia erano preoccupati dell'esito della guerra, devono ora essere rievocati, perché le nuove generazioni possano ispirarsi e possano trovare nell’esempio di quelli che si sono sacrificati, la forza per le nuove battaglie della vita per la maggiore gloria d'Italia.
Antonio Farruggio, contadino laborioso e probo, lasciò la vanga e l'aratro per impugnare il fucile e correre alla frontiera. Destinato al 222 Fanteria nel marzo del 1916, partecipò a svariate azioni comportandosi da valoroso. Il 16 giugno dello stesso anno mentre il suo Reggimento era impegnato col nemico sul Monte Collo, cadeva combattendo.
Soldato Merulla Giuseppe
fu Calogero e Accardo Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1893. - Anche il Colle S. Elia nelle adiacenze di San Pietro (Isonzo) fu bagnato del sangue generoso dei nostri valorosi concittadini.
Giuseppe Merulla, operaio fattivo e volenteroso, aveva lasciato i suoi arnesi da lavoro ed aveva impugnato il fucile. Col 63 Fanteria si era già schierato lungo il vecchio confine all'inizio della guerra e di là balzò in quel 24 maggio che segnò l'inizio della nostra riscossa, della nostra grandezza, della nostra storia di nazione. Si battè eroicamente spingendosi più avanti che poteva, per debellare il nemico. - Cadde tra i primi e fu esempio luminoso a quanti più tardi lo imitarono nell'adempimento del dovere e lo seguirono nel far dono della vita alla Patria.
Morì nel combattimento del 16 giugno 1916 sul Colle S.Elia.
Soldato Migliore Tommaso
di Diego e Franciamone Carmela
Nato a Canicattì. - Aveva combattuto col 145 Reggimento Fanteria ed aveva dato sempre prova di obbedienza e di disciplina. Pur non dimenticando i doveri di padre e di sposo, pensò che la sua vita aveva una missione ancora più nobile e più alta, quella della grandezza della Patria. In seguito alle gravi ferite riportate combattendo, il 22 giugno del 1916 serenamente moriva all'Ospedale Militare Cialdini di Reggio Emilia.
Soldato Rubino Diego
fu Giuseppe e Borgetto Rosaria
Nato a Palma Montechiaro nel 1883. - Si era da giovane domiciliato a Canicattì dove aveva anche preso moglie.
Alla chiamata della sua classe rispose con slancio e fu col 4 Fanteria sulla linea di confine nei primi giorni di guerra. Sopportò con cosciente rassegnazione tutti i disagi ed affrontò con coraggio tutti i pericoli.
Il 18 giugno del 1916, mentre con altri ardimentosi cercava di impossessarsi dei posti avanzati che il nemico teneva sul Monte Le Merle, fu scoperto e fatto segno ad un nutrito fuoco di fucileria. Egli tentò di procedere per assolvere intero il suo compito, ma colpito mortalmente cadde sul campo per non rialzarsi più.
Soldato La Licata Diego
di Vincenzo, e Drago Carmela
Nato a Canicattì nel 1887. - Un umile contadino di poca cultura e di minore esperienza, animato solo dal sentimento del dovere, ha saputo affrontare la morte per la grandezza della Patria.
Col 1° Reggimento Genio Zappatori fu sempre al fronte e in punti pericolosi seppe fare il suo dovere dal i gennaio del 1916 fino al giorno in cui incontrò gloriosa morte.
Dopo le azioni svolte dai nostri reparti di fanteria nella zona di trincee che coronavano il Bosco Cappuccio, si rendeva necessario un lavoro di fortificazione, che metteva l'avversario nella impossibilità di assalire di sorpresa le nostre linee.
A compiere tali lavori furono destinati alcuni reparti di fanteria, guidati ed aiutati dalla 4 compagnia del 1 Genio Zappatori della quale faceva parte il La Licata.
Il nemico accortosi delle operazioni, mosse all'attacco. Anche i soldati del Genio trasformatisi come per incanto in fucilieri concorsero a fare rintanare il nemico. In quel giorno 29 giugno 1916 il Soldato La Licata Diego lasciava la vita sulle trincee di Bosco Cappuccio per le ferite riportate nel contrattaccare il nemico.
Soldato La Morella Vincenzo
fu Diego e Gattuso Rosaria
Nato a Canicattì nel 1891. - Non ancora ventenne per sopperire ai bisogni della sua famiglia, varcò l'Oceano e si avventurò nella lontana America. Animato dalla più grande buona volontà ed aiutato dalla modesta istruzione avuta nella nostre scuole elementari, da agricoltore si trasformò in tessitore, mestiere che fece sempre durante la sua lunga permanenza in America.
Finché l'Italia si mantenne neutrale nel gran conflitto che divampava in Europa, restò al suo posto di lavoro, ma quando nel maggio del 1915, la Nazione sorse in armi per liberare il Trentino e la Venezia Giulia, quest'umile operaio, s'infiammò di amor patrio e spinto da santo entusiasmo volle ad ogni costo ritornare in Italia per dare il suo braccio e il suo valore.
Sbarcò a Napoli nell'autunno del 1915 e si presentò subito alle autorità militari dì quella città.
Compiuta la prima istruzione fu mandato al fronte ove raggiunse il 5 Reggimento Fanteria.
Si batté da leone nelle azioni che il Reggimento svolse nella zona di Monfalcone. La notte del 14 maggio l'esercito austriaco, dopo un violentissimo fuoco di artiglieria sulle nostre posizioni, sferrò un violentissimo attacco e riuscì col favore delle tenebre ad impadronirsi, in alcuni punti, delle nostre linee avanzate.
Il valoroso La Morella durante la notte era stato preso in pieno da una cannonata ed era rimasto sfracellato nella zona invasa dal nemico. Pur avendo ben 24 ferite ed un braccio ed una gamba spezzate, non emise un lamento e non si mosse. Durante la giornata del 14 e precisamente alle 14 circa i nostri, mossero al contrattacco e dopo di avere inflitto al nemico perdite enormi riconquistarono le posizioni perdute nella notte ed alcune linee nemiche.
Appena vistosi fra i nostri, l'eroico La Morella, si fece sentire e dopo di avere col gesto incitato i nostri a continuare nello inseguimento del nemico, fu raccolto dalla Croce Rossa. Grondante sangue e col corpo a brandelli, fu portato fino a Cremona ove venne ricoverato all'Ospedale della Croce Rossa S. Camillo per avere le cure del caso.
Ogni rimedio ed ogni cura furori vani e il 20 giugno 1916 assistito dalla vecchia mamma accorsa dalla Sicilia e dal fratello Calogero che combatteva col 27 Cavalleggeri Aquila, eroicamente, come aveva vissuto, esalava lo spirito al Creatore per la grandezza della Patria che, anche in lontane terre, aveva amato.
Alla salma di quest'umile e grande eroe furon resi i dovuti onori ed il suo nome scolpito nel marmo dirà ai posteri quanto era grande in lui l'amore per la sua terra, per la sua Patria.
Soldato Cuva Salvatore
fu Antonio e Messina Carmela
Nato a Canicattì. - La zona di Monfalcone che è cara al cuore di ogni italiano per gl'innumerevoli atti di eroismo compiuti dai nostri umili, ma eroici fanti, fu nel giugno del 1916 affidata ai valorosi soldati della brigata Napoli e precisamente al 75 Fanteria formato in gran parte di soldati Siciliani. Nelle vicende del combattimento svoltosi sulla Quota 93 di Monfalcone il 16 giugno 1916, il Soldato Cuva si lanciava con ardimento contro le posizioni nemiche, finché mortalmente ferito stramazzava sul campo con ancora sul lebro il fatidico Savoia !!
Soldato Canicattì Giuseppe
di Salvatore e Guccione Giuseppe
Nato a Canicattì nel 1890. - Sul Monte Le Merle il suo Reggimento, il 149 Fanteria, da più giorni era impegnato per sostenere le posizioni raggiunte, mentre il nemico non rassegnandosi alla perdita della linea, si accaniva in contrattacchi violenti e sempre più rabbiosi. I cannoni di tutto il settore scaraventavano sul monte un fuoco di distruzione e di disperazione al quale seguiva ancora uno di quei contrattacchi a file serrate che volevano demoralizzare i nostri fanti e far loro abbandonare le posizioni. A respingere il nemico furente si oppose coraggiosamente e valorosamente il 149 Fanteria, ma in quel combattimento il 16 giugno 1916 cadeva da eroe il fante Canicattì Giuseppe.
Soldato La Lomia Angelo
di Vincenzo e Giordano Vincenza
Nato a Canicattì nel 1896. - Giovane forte e robusto fu assegnato al 4 Reggimento Artiglieria di Fortezza. Raggiunse le Batterie che già si trovavano in azione sul Monte Novegno, mise a vantaggio del suo gruppo forza ed audacia. ma il 13 giugno del 1916 le batterie del 4 Fortezza furono individuate dal nemico già decimato per il fuoco che da diverse ore i cannoni rovesciavano sulle posizioni austriache,
Il prode La Lomia veniva colpito in pieno e moriva sul campo per le ferite gravissime riportate. Dopo il combattimento, ricomposto dalla pietà dei compagni fu seppellito con gli onori militari nella Conca di Monte Novegno.
Soldato Montante Giuseppe
di Santo e di Augello Palma
Nato a Canicattì nel 1891. Fu col 149 Reggimento Fanteria e partecipò a quasi tutte le operazioni svoltesi nel tratto di fronte affidato al suo Reggimento. Nel combattimento del 15 giugno 1916, mentre il suo Reggimento sferrava un violento attacco contro il nemico, per strappargli le forti posizioni mantenute sul Monte Le Merle (Trentino), il valoroso Montante incontrava morte gloriosa.
Soldato Puma Calogero
di Diego e Bennici Calogera
Nato a Canicattì nel 1891. - Combattè da valoroso col 133 Reggimento Fanteria e fu gravemente ferito.
Portato al più vicino posto di medicazione, ebbe le prime affettuose cure dal medico del suo battaglione. Cessata la furia rabbiosa dell'artiglieria nemica che con unti cortina di fuoco tentava di tagliare la via ai rincalzi e ai rifornimenti, fu con auto ambulanza accompagnato al treno Ospedale che lo lasciò all'Ospedale Militare di Bologna, per le cure più diligenti e più accurate. Ma la scienza fu impotente a curare le ferite del povero Puma che il 26 giugno del 1916, pur martoriato, chiudeva per sempre gli occhi col nome della Patria e delle care figliole sulle labbra.
Bersagliere Di Salvo Diego
di Diego e Di Rosa Maria
Nato a Canicattì nel 1892. - Appena chiamato alle armi per la sua balda giovinezza fu assegnato al 16 Reggimento Bersaglieri col quale combatté a Sella Nivea e in altri punti del fronte e quindi al glorioso 5 Bersaglieri. Dalla linea del fuoco scriveva alla moglie pregandola di non preoccuparsi di lui e di avere ogni cura per i due figlioletti.
Animato di quello spirito di corpo che fece compiere miracoli di eroismo a tutti i bersaglieri in tutti i periodi del conflitto mondiale, si comportò da prode in tutte le azioni, finché il 16 giugno del 1916 sull'altipiano di Asiago affrontava coi compagni l'avanzata nemica trovando morte gloriosa.
Aspirante Ufficiale Rizzo Giusto
di Antonino e di De Leo Marianna
Nato a Canicattì nel 1897. - Educato al culto della famiglia e della Patria, compì i suoi primi studi a Canicattì. Conseguita la licenza della R. Scuola Tecnica, frequentò l’Istituto, dando prove non poche di capacità e di volenterosità.
Per le esigenze della guerra, fu chiamato alle armi che non aveva compiuto ancora i diciotto anni.
Rispose con l'entusiasmo più sincero all'appello e frequentò il corso di Aspirante Ufficiale. Dal corso raggiunse il 118 Reggimento Fanteria che si trovava in linea.
Il 15 giugno del 1916 in un aspro combattimento. mentre alla festa del suo plotone marciava contro il nemico, cadeva gloriosamente sul campo a Vermigliano. Il valoroso Giusto Rizzo che nelle giornale radiose dello storico m1 aggio aveva inneggiato all'esercito, dava la prova più tangibile che il suo entusiasmo non era soltanto a parole.
Soldato Meli Luigi
fu Angelo e Sementa Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1890. - Chiamato alle armi diede un addio alle sue tre creature e alla moglie e corse al servizio della Patria. Fu destinato al 222 Reggimento Fanteria e con esso lottò, soffrì, vinse. Ma nel combattimento del 17 giugno 1916 a Seurelle, sul Monte Le Merle, riportò così gravi ferite che dopo poche ore spirava soddisfatto del dovere compiuto e dolente solo di non potere riabbracciare i suoi tre figlioletti.
Soldato Marino Vincenzo
fu Melchiorre e Paci Grazia
Nato a Canicattì nel 1883. - Tutti i reggimenti che presero attiva parte alla guerra ebbero almeno un figlio di questa Canicattì generosa. Il 133 Reggimento Fanteria ebbe tra le sue file il Soldato Marino Vincenzo che pure avendo trentatré anni gareggiava, per valore e per audacia, coi compagni di vent'anni appena.
Gare sublimi quelle dei soldati in guerra, gare eroiche che spesso costavano la vita. In una di queste gare svoltesi tra i soldati del 133 Fanteria per l'espugnazione di un forte trinceramento austriaco, cadde il 18 giugno 1916 combattendo valorosamente sull'Altipiano di Asiago il Soldato Marino Vincenzo. Ristabilitasi la calma, dopo alcuni giorni dì aspro combattimento, l'eroe Marino veniva con gli onori dovuti ai caduti sul campo seppellito a Malga Fossetta.
Soldato Castellano Calogero
di Diego e di Di Falco Barbara
Nato a Canicattì nel 1889. - Fu soldato umile ed oscuro che compì intero il suo dovere e partecipò a tutte le azioni che il 3 Fanteria fece dall'inizio della guerra al luglio del 1916 sull'Altipiano di Asiago e in altri punti del fronte. Il 7 luglio infatti mentre il suo reparto eludendo la sorveglianza degli avamposti austriaci si apprestava a sorpassare il fiume Assa, veniva colpito a morte dal piombo nemico e poco dopo moriva per le ferite riportate.
Sia di conforto ai figli e alla vedova, la riconoscenza della nazione e il ricordo che di lui avranno le generazioni nuove.
Soldato Napoli Diego
fu Antonio e La Porta Maria
Nato a Canicattì nel 1895. - Apparteneva al 72 Reggimento di Fanteria e con esso fin dall'inizio della guerra divise disagi e onori, pericoli e sacrifici per dare poi fino all'ultima goccia il suo sangue generoso. Prese parte ad una serie di azioni su vari punti del fronte e specialmente sull'Altipiano di Asiago comportandosi sempre da valoroso. Ma il suo ardimento non fu sempre fortunato e fu pagato con la vita. Per le ferite riportate sul campo nel combattimento del 3 luglio sull'Altipiano di Asiago fu ricoverato nella Sezione di Sanità del 144 Reparto Someggiato e il 5 luglio esalò lo spirito.
Un altro fratello dopo di aver dato prova di valore al fronte italiano sacrificò la vita ad Armentieres presso Dressè in Francia, mentre offriva il suo braccio agli alleati.
Soldato Inglima Carmelo
di Luigi e Lo Verme Calogera
Nato a Canicattì nel 1888. - Può dirsi senza timore 1 di smentita che non vi fu Reggimento che non ebbe un soldato della nostra patriottica Canicattì, come non vi fu tratto del fronte che non venne bagnalo del sangue generosamente sparso dai nostri concittadini per l'onore e la grandezza della Patria.
Inglima Carmelo fu soldato modello al 145 Fanteria che lo vide sempre primo nelle azioni più rischiose e più importanti: nel settembre del 1915 sul monte Sei Busi (Carso); nel maggio 1916 sulla Quota 144 (a Monfalcone) nel luglio 1916 sull'Altipiano di Asiago.
Nel combattimento dell'8 luglio 1916 però riportò ferite gravissime. Portato all'ospedaletto di Pedescala (Rotzo Prov. Vicenza) dopo poche ore serenamente moriva.
Soldato Greco Antonio
fu Angelo e Guerrieri Rosalia
Nato a Canicattì nel 1889. - Compiuta la prima istruzione, si dedicò al lavoro più pesante per potere presto aiutare la famiglia. Zolfataio, seppe trovare in sé tanta forza da correre al confine per dare alla Patria il suo braccio con abnegazione così come senza esitazioni si era dato alla dura fatica della miniera.
Fu al fronte col 267 Fanteria nella 1^ Sezione Bettica, combatté con coraggio, trattenendo il nemico sul Piave fin quando nel giugno del 1918 l'esercito nemico non ritentò di spezzare la muraglia umana che l'eroismo dei nostri soldati aveva formato su 1 quel fiume sacro dal quale più tardi doveva partire il nostro esercito per la conquista della più grande vittoria.
Il 15 luglio del 1916, per respingere il nemico, si espose soverchiamente e combattendo eroicamente cadde a Candelù.
Soldato Curcio Calgero
di Vincenzo e Lo Giudice Maria
Nato nel 1893. Morì per le ferite riportate su1 campo nel combattimento del 5 luglio 1916 per la conquista della quota 110.
Caporale Brunetto Nunzío
fu Pasquale e Pantaleo Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1896. - Appena ventenne sopportò i disagi della trincea come un veterano di cento battaglie, guardò impavido il nemico e sfidò diverse volte la morte. Nel combattimento del 5 luglio 1916, mentre al comando di una squadra del 4 Reggimento Fanteria, si lanciava alla conquista delle posizioni avversarie, veniva investito da una raffica di fucileria e per le gravi ferite riportate sul campo chiudeva gli 1 occhi alla vita terrena per volare nel cielo degli Eroi.
Soldato Vella Castrense
di Michele e Mulè Pasqua
Nato a Favara (Agrigento) nel 1884. - Tra i tenti eroici fanti caduti per la grandezza della Patria va ricordato l'umile soldato Vella che nato a Favara, poco distante da Canicattì, fu per molti anni, operaio stimato ed apprezzato nel nostro ambiente.
Quando fu chiamato al fronte diede un addio alle cose più care e servì la Patria con entusiasmo. Ferito sul campo di battaglia, fu dai compagni portato al vicino posto di medicazione e subito dopo ricoverato all'ospedaletto da campo dove poco dopo esalava lo spirito il 13 luglio 1916.
Soldato Stancato Giovanni
fu Sebastiano e Soldano Concetta
Nato nel 1895. - Le candide mostrine della Brigata Regina si finsero spesso di rosso sulle sabbiose doline carsiche, sul S. Michele e su altri settori del fronte della invitta III Armata.
Il 9 Reggimento di Fanteria al quale apparteneva lo Stancato, nelle posizioni raggiunte nel maggio 1916 aveva creato alla meglio e coi mezzi a disposizione una ridotta alla quale aveva dato nome: Regina. Tutti i soldati della Brigata avevano tacitamente giurato di morire piuttosto che far cadere nelle mani del nemico la ridotta Regina.
Per difendere la ridotta lo Stancato, nel combattimento del 9 agosto 1916 diede tutto il suo sangue vermiglio e generoso.
Soldato Piazza Vincenzo
fu Francesco e Giarratano Gaetana
Nato a Canicattì. - Chi legge queste pagine, forse non conosce interamente le vicende di guerra di un reggimento eroico che in tutti i punti del fronte seppe sempre reagire alle offese e nei momenti dell'attacco seppe col suo impeto far fuggire il nemico. Questo glorioso reggimento è il 5 Fanteria al quale appartenne sempre l’umile soldato Piazza Vincenzo.
Dalla Conca di Plezzo a Plava, l'eroismo dei Fanti sempre rifulse di maggior gloria e in uno di quegli assalti decisivi che costrinsero il nemico a lasciare le sue posizioni nelle nostre mani, cadde crivellato di ferite il nostro Piazza. Il 14 agosto spirava assistito dagli addetti alla 3 Sezione di Sanità a Plava.
A perpetuare il suo eroico e modesto nome ha lasciato un tenero figlioletto.
Soldato Caltagirone Angelo
di Calogero e Iannuzzo Grazia
Nato a Canicattì nel 1884. - La liberazione della Italianissima Gorizia dalla soggezione straniera costò sangue eroico e generoso. 1 fratelli già oppressi saranno sempre grati anche a questa industre ed operosa città che ha dato soldati eroici per la libertà del popoli.
Il soldato Caltagirone, dopo di avere combattuto col 222 Fanteria in vari settori del fronte, prese parte all'offensiva di Gorizia rimanendovi gravemente ferito. Trasportato prima al posto di medicazione, fu poi internato all'Ospedale Militare Seminario di Milano dove moriva il 26 agosto 1916.
I1 fratello Diego che aveva combattuto in Libia dal 1912 al 1917 volle concorrere alla conquista della vittoria battendosi da prode sul Piave nel giugno del 1918 col 146 Fanteria.
Capitano Ippolito Ing. Giovanni
fu Salvatore e La Vecchia Giuseppa
Nato a Canicattì il 7 maggio 1881. - Giovane d'ingegno eletto e di ineguagliabili virtù aveva falli i suoi primi studi a Canicattì. Si diplomò più tardi Perito Minerario col massimo dei voli e lanciato ancor giovane nel mondo seppe guadagnarsi un posto che disimpegnò con diligenza, scrupolo ed amore. Ben presto si acquistò la stima e l'affetto dei dipendenti e dei superiori. Fu direttore delle miniere Ficuzza e Serradimendola. La dichiarazione di guerra all'Austria lo trovò pronto colla sua compagnia del 148 Fanteria al confine. Con lo slancio che caratterizza il Siciliano, alla testa dei soldati che lo adoravano, inseguì il nemico oltre l'Isonzo e, dal ponte di Sagrado, oltre Sdraussina. Superata la resistenza opposta in quest'ultima località dalle truppe dell'Imperatore d'Austria, procedette fino al Bosco Cappuccio.
Nell'offensiva dell'ottobre-novembre 1915 prese parte ai cruenti combattimenti della Selletta, di S. Martino del Carso, nella trincea del Groviglio e sulle pendici del Monte S. Michele. Ridotto fortemente per le gravi perdite subite il Reggimento fu passato coi superstiti in seconda linea. Un altro reggimento il 141 Fanteria veniva lanciato nella mischia. Mancava un capitano a cui affidare un battaglione che non aveva capo. Fu scelto l'Ippolito che col nuovo Reggimento ritornò sulle linee a lui molto note.
Nel maggio del 1916, il nemico aveva ottenuto contro i nostri qualche successo sul Monte Moschiagh. Erano rimasti nelle mani degli austriaci anche molti cannoni. Al capitano Ippolito fu dato l'arduo compito di riguadagnare le posizioni importantissime e le bocche da fuoco perdute. Egli con una compagnia di prodi accettò l'incarico e pur sfidando ad ogni istante la morte, riuscì alfine a raggiungere l'obbiettivo. In tale azione condotta con valore e con sprezzo assoluto della vita e durata quattro lunghi giorni, fu concessa, motu proprio, al capitano Ippolito una medaglia d'argento al valore con la seguente motivazione
"Comandante di un settore, nella riconquista di una posizione tenacemente contrastata dal nemico diede prova costante d'intelligente fattivo e spiccato senso del dovere. Sprezzante de pericolo, fu d'incitamento agli inferiori perché compissero tutti il loro dovere. Alla testa di un gruppo di animosi ripetutamente coadiuvò, sotto il fuoco preciso dell'avversario, al recupero di nostri cannoni, già da questo precedentemente catturati. Monte Moschiagh 25-26-28 maggio 1916".
Pochi giorni dopo, in altro punto, con una resistenza tenace ed energica, colla sua compagnia, mentre altri reparti erano costretti a ripiegare, conseguì brillanti risultati. Il suo contegno veramente eroico, fu notato ed apprezzato dai suoi superiori che lo proposero per una seconda medaglia d'argento al valor militare con la seguente lusinghiera motivazione:
"Attaccato di fronte e di fianco da forze superiori nemiche, seppe, con la sua compagnia, resistere energicamente agli attacchi nemici mentre altri reparti erano costretti a ritirarsi. Contribuì efficacemente con le continue, precise in formazioni inviate al comando a far ottenere un brillante vittorioso successo. Magnaboschi 3-6 giugno 1916 ".
La sua sete di gloria e di ardimento non era ancora soddisfatta, egli diceva di aver fatto ben poco per la sua Patria che adorava. Tornato ancora una volta sul Carso, guidò con competenza e con entusiasmo il suo reparto di vittoria in vittoria finché, raggiunta la cima del Monte San Michele, dava alla Patria la sua balda giovinezza il 6 agosto 1916.
Ancora una volta il suo eroismo sublime doveva avere un premio. Il Comando di Reggimento, per questo Eroe veramente leggendario fece la proposta di medaglia d'oro al valore. Più tardi, però, la Dispensa 25 del Bollettino ufficiale recava la concessione di una terza medaglia d'argento al valor militare con la seguente motivazione:
"Costante esempio di valore, perizia e sprezzo di pericolo infondeva slancio alla sua compagnia, che guidava arditamente al difficile attacco di una forte e ben munita posizione nemica che riusciva a conquistare, catturando una mitragliatrice e numerosi prigionieri. Assunto interinalmente il comando di battaglione, con calma ammirevole ed esempio, lo manteneva saldo sulla posizione raggiunta, finché, colpito da granata nemica, cadeva gloriosamente sul campo. Monte San Michele 5-6 agosto 1916".
Il suo corpo raccolto con religiosa cura fu seppellito a Sdraussina e (come ebbe, a scrivere il Tenente F. Misiani alla famiglia) sulla sua tomba fu eretto un segno che lo ricordasse alla riconoscenza dei futuri, a cui sarà, com'è stato per noi, "esempio di virtù civili e militari... ". Finita la guerra, le sue gloriose ceneri furono esumate e con tutti gli onori di cui eran degne furori portate a Canicattì. Le onoranze tributate al capitano Ippolito, simbolo purissimo del più sentito patriottismo, sono state grandiose ed indimenticabili.
Soldato Fanara Pietro
di Diego
Nato a Canicattì nel1895. - Ai vili, ai poveri di spirito, a quelli che tennero in conto la vita, a quelli che per tenersela cara si coprirono d'infamia e d'ignominia, ai sapientoni e agli imboscati che per darsi delle arie inneggiavano all'esercito combattente e mentre non visti versavano lacrime per il timore di essere mandati al fronte, si contrapposero gli umili, di cuore generoso e di fibra forte e tra questi umili il soldato Fanara. Umile e sano dissodatore della terra vide subito che il suo posto era tra i primissimi al fronte. Raggiunto il 133 Reggimento Fanteria, partecipò con esso a tutte le azioni finché il 14 agosto del 1916 non cadde, combattendo da eroe, sulle pendici del Monte S. Caterina.
Soldato La Magra Diego
fu Salvatore e di Simone Concetta
Nato a Canicattì nel 1891. - Aveva conseguito la licenza delle scuole elementari e con tale modesto titolo di studio disimpegnava lodevolmente l'impiego di guardiano campestre, ma quando la Patria in armi chiamò a guardia dei suoi confini anche il La Magra accorse con nobile slancio e si comportò da prode in tutte le azioni svolte dal 69 Reggimento Fanteria fino al 5 agosto 1916. Sul Monte Corno, che conobbe atti di audacia leggendari, compiuti dai nostri Fanti, il La Magra cadde in seguito alle ferite riportate combattendo.
All'unico figlioletto egli ha lasciato un retaggio di gloria, e la Patria riconoscente tutela sotto le sue ali il piccolo orfano di guerra.
Soldato Portannese Vincenzo
di Diego e Mannarà Cristina
Nato a Canicattì. - Aveva una discreta cultura ed aveva abbandonato il mestiere di terrazziere per servire la Patria. Nel gennaio del 1913 col 4 Fanteria fu in Libia dove si distinse per abnegazione e per spirito di sacrificio. Rimase nella colonia fino al luglio del 1916 dopo di aver partecipato ai combattimenti di El Ebiar (2-5 luglio 1914) e a quelli di Tarkuna (15 gennaio 1915).
Ritornato in Patria, il 12 luglio del 1916 fu al nostro fronte col 97 Fanteria. Partecipò con valore a diverse azioni e alla presa di Gorizia, ma nel combattimento che il 12 agosto del 1916 si accese sulla quota 176 di Gorizia, mentre con slancio ricacciava il nemico attaccante, cadde da prode.
Sulla stessa quota 176 di Gorizia pochi mesi più tardi il 20 ottobre dello stesso anno versava il suo sangue generoso un altro fratello, Antonio, morto in seguito alle ferite riportate, nell'Ospedale Militare di Riserva di Santa Maria in Treviglio, mentre un terzo fratello, Giovanni, continuava la lotta fino al dicembre del 1917 sul sacro Monte Grappa.
Soldato Giudice Biagio
fu Giuseppe e di Elia Giovanna
Era nato a Comiso (Siracusa) nel 1887, ma ben presto la famiglia si trasferì a Canicattì e qui crebbe. Scoppiata la guerra e richiamato alle armi per mobilitazione fu assegnato al 141 Reggimento di Fanteria che operava nella zona dell'Isonzo. Perì nel combattimento del 10 agosto 1916 per le ferite riportate sul Monte S. Michele.
Un altro fratello della classe 1895 a nome Raffaele soldato pure al 76 Fanteria morì sul campo dell'onore in terra di Francia.
La famiglia Giudice ha più diritto delle altre alla riconoscenza degl’italiani perché ha più abbondantemente sacrificato sull'altare della Patria.
Soldato Bonsangue Pietro
di Paolo e di Lo Dico Angela
Nato a Canicattì. - Non sempre l'occhio vigile del superiore poté seguire nei più minuti particolari l'azione e premiare visibilmente gli atti di eroismo che ad ogni istante compivano i soldati più umili sempre pronti a dare fin l'ultima goccia di sangue per la Patria. Grandi e sublimi dovettero essere gli atti di eroismo del fante che poté avere decretata una Medaglia d'Argento al valor militare.
Tra questi leggendari Fanti va annoverato il soldato Bonsangue Pietro il quale dato un addio alla moglie e al figlioletto, lasciò gli arnesi da muratore, suo mestiere, per accorrere all'appello della Patria, armarsi e con le armi costruire la gloria d'Italia. Destinato al 145 si fece ben presto armare e stimare dal superiori, si fece voler bene dai compagni per i quali ebbe sempre parole di conforto e d incitamento al dovere. La sua vita era di esempio agli altri, e in tutte le azioni seppe farsi distinguere per prontezza nell'obbedire, per genialità nell'eseguire con intelligente accortezza, gli ordini stessi.
Il contegno da lui tenuto in tutto il tempo passato sulla linea del fuoco e dato dalla bella motivazione con la quale gli fu contessa la medaglia d'argento al valor militare.
"Sotto il violento fuoco nemico di fucileria, artiglieria e mitragliatrici, pur sapendo di esporsi a sicura morte, si collocava in un punto scoperto per meglio osservare le mosse dell'avversario. Pronunziatosi un attacco, con l'esempio e con la parola incitava i propri compagni alla resistenza, finché cadde colpito a morte".
Monfalcone 18 settembre 1916.
Morì da eroe qual era sempre stato in tutta la guerra il 18 settembre 1916, mentre il suo reggimento lottava da leone per la conquista della Quota 144 a N. E. di Monfalcone.
Soldato Valle Fioravante
fu Pietro e Sciabbarrasi Marianna
Nato a Canicattì nel 1889. - Le truppe che furono inviate nella zona degli altipiani dove il nemico per aprirsi una breccia aveva concentrato gran parte dei suoi contingenti e aveva sconvolto con una tempesta di ferro e di fuoco le nostre posizioni avanzate, doveva ben presto essere fermato e più tardi ricacciato nelle posizioni dalle quali aveva mosso all’attacco.
Tra i Reggimenti e i reparti dislocati dai vari punti del fronte per rinsaldare le nostre truppe si trova anche l’85 Fanteria di Linea che ha tra le sue file il soldato Valle Fioravante. Egli entra in azione con leonino coraggio, si aggrappa alle inaccessibili cime, lotta e respinge il nemico, ma sulla Quota 1200 di Monte Maio, il 13 settembre del 1916 il valoroso Valle sacrifica la sua esistenza per le ferite riportate combattendo.
Soldato Napoli Faustino
di Antonio
Nato a Canicattì il 1895. - Giovane intelligente e volenteroso, finite le scuole elementari si era dato alla meccanica, riuscendo ben presto a farsi apprezzare dai compagni di officina e dai capi. Chiamato a compiere il servizio militare fu assegnato ad un reggimento di artiglieria. Scoppiata la guerra chiese ed ottenne il passaggio in fanteria forse perché pensava che in quest'arma si può essere più utili e più vicini al nemico da debellare.
Fu assegnato al 76 Reggimento Fanteria che raggiunse nel Trentino in luglio del 1915. Partecipò alle azioni del reggimento per oltre un anno. Il 6 ottobre del 1916 il reggimento impegnava un vigoroso attacco per guadagnare le posizioni nemiche. Appena iniziata l'azione, il nemico concentrò sui nostri il suo fuoco di artiglieria e di mitragliatrici, ma i nostri riuscirono lo stesso ad impadronirsi delle linee austriache. In quella giornata sul monte Spill quella vittoriosa azione costava la vita al valoroso soldato Napoli Faustino.
Soldato Cassaro Salvatore
di Giuseppe e di La Scalia Gaetana
Nato a Canicattì. - Appartenne al 224 Reggimento Fanteria e con esso divise ore di ansia, di pericolo, di gloria. Sulla linea del fuoco non ebbe mai incertezze e seppe trovare in sé la forza per affrontare gli ostacoli più forti che potevano impedirgli il conseguimento della meta.
Pur essendo un modesto falegname con una assai mediocre cultura, era persuaso che alla Patria bisogna tutto dare e nel combattimento del 10 ottobre 1916 sul Monte S. Caterina Quota 174 diede tutto se stesso alla grande causa della libertà, in seguito alle ferite riportate sul campo.
Egli morendo per la patria lasciò all'unico figlioletto il più nobile ed il più grande esempio di altruismo ed il retaggio più ambito per la gioventù della rinnovellata Italia.
Soldato Gulisano Salvatore
fu Vincenzo e Gallo Carmela
Nato a Canicattì. - Questo giovane contadino che nei primi anni della sua fanciullezza alla scuola aveva imparato a conoscere e ad amare la sua patria, doveva più tardi dare la prova più luminosa del suo amore sacrificando la vita per la grandezza dell'Italia.
Faceva parte del 146 Reggimento Fanteria ed aveva con esso combattuto in diversi punti del fronte dall'agosto del 1915. Fu a Santa Caterina e si distinse per lo slancio con il quale, pur sotto un nutrito fuoco di fucileria e di mitraglia, correva tra i primi alla conquista delle posizioni avversarie.
Nell'ottobre del 1916 e precisamente il giorno 3 il 146 Fanteria riceveva l'ordine di espugnare la Quota 144 di Monfalcone. Egli col solito coraggio balzò fulmineamente sull'avversario seguito dai suoi compagni, ma colpito a morte cadeva sul campo, mentre altri due fratelli Calogero e Santo combattevano in altri settori del vasto fronte.
Soldato Gambino Giovanni
fu Giuseppe e Montante Vincenza
Nato a Canicattì nel 1895. - Poche notizie sì hanno di questo umile soldato che pur seppe dare tutta la sua vita alla Patria. Si è potuto ricavare dai documenti ufficiali che apparteneva al 70 Reggimento Fanteria e che con esso rimase fino al 10 ottobre 1916. In quel giorno il Reggimento fu impegnato fortemente col nemico a Nad Logken e in questa posizione cadde eroicamente il Gambino in seguito alle ferite riportate.
Soldato Piacenti Vincenzo
di Vincenzo e di Cosità Angela
Era nato nella vicina Licata, nel 1885 ma da tempo si era domiciliato nella nostra città dove aveva anche preso moglie e dove avevan visto la luce i suoi figliuoli. Scoppiata la guerra e chiamata la sua c1asse, fu assegnato al 224 Reggimento Fanteria. Combatté con questo reparto in vari settori finché colpito dal piombo nemico e tempestato di ferite fu trasportato all'ospedale da campo N. 219 a Cormons, e dopo sofferenze inaudite, sopportate con rassegnazione e fortezza d'animo, moriva il 30 ottobre 1916.
Soldato Sanguinè Calogero
fu Diego e La Lomia Maria
Nato a Canicattì nel 1892. - Può dirsi senza tema di errare che non v'ha zolla dell'impervio Carso, di questa pietraria brulla e inospitale, di questo settore incolto ed incoltivabile che non sia stata bagnata di sangue eroico generosamente sparso dai Fanti italiani di ogni provincia e di ogni paese. Anche il concittadino soldato Sanguinè Calogero vi combatté eroicamente col 145 Reggimento Fanteria del quale faceva parte.
Le nuove generazioni non dimentichino mai che quel calvario è sacro e che sulla sua Quota 144 il 12 ottobre 1016 vi morì, in seguito a ferite, il soldato Sanguinè Calogero.
Soldato Roccaro Giuseppe
fu Diego e Giardina Francesca
Nato a Canicattì nel 1886. - La Quota 1200 del Monte Maio, nella controffensiva sferrata dal nostro esercito per liberare le terre trentine invase dallo straniero, fu teatro di operazioni cruente e campo dove, a migliaia, i nostri soldati gareggiarono in atti di valore e di ardimento. L'altipiano dei Sette Comuni doveva ad ogni costo ritornare a noi e per averne pieno il possesso era necessario l'osservatorio di Monte Maio da dove si poteva tener d'occhio ogni movimento nemico e respingere ogni tentativo di ritorno.
Tra i mille eroi che su quella cima si coprirono di gloria ed affrontarono serenamente la morte, non va dimenticato il soldato dell'85 Reggimento Fanteria Roccaro Giuseppe che vi morì il 10 ottobre 1916, per le ferite riportate nel combattimento di quel giorno.
Soldato Carlino Angelo
di Stefano e Cani Agata
Nato a Canicattì nel 1894. - Questo eroico fante che ha meritato una medaglia al valor militare, appartenne sempre al 224 Fanteria e partecipò a tutte le operazioni col detto Reggimento.
Nell'agosto del 1916 quando il Comando Supremo credette giunta l'ora di lanciare le nostre truppe alla conquista di Gorizia, alla Brigata Etna 223-224 Fanteria, fu dato l'ambito posto di primissima linea. Infatti l'8 agosto Gorizia vedeva per la prima volta sventolare la bandiera tricolore. Il nemico che non sapeva rassegnarsi alla perdita di Gorizia e delle importanti posizioni che la circondano, tentò diverse volle di ricacciarci indietro, ma sempre invano. Il 18 ottobre 1916 ritentò con maggiore accanimento e con maggiore preparazione la prova. Invano. Ogni suo sforzo dovè frangersi contro l'eroico contegno del 224 Fanteria che ricacciò il nemico dopo di avergli inflitto delle gravissime perdite. In quella azione svoltasi sulla Quota 174 di Gorizia (Castagnevizza) fece dono alla Patria della sua eroica giovinezza il soldato Carlino Angelo.
Ecco la motivazione della medaglia di Bronzo al valor militare:
"Durante il bombardamento nemico, noncurante del pericolo, rimaneva di collegamento tra le compagnie di prima linea, nonostante che il camminamento, entro cui si trovava fosse stato individuato e venisse battuto da grossi calibri avversari. Cadeva colpito a morte".
Castagnevizza 18 ottobre 1916.
Soldato Rallo Angelo
di Francesco e di Alletto Calogera
Nato a Palma Montechiaro. - Abitò per 1 lunghi anni a Canicattì, per cui può ritenersi un con cittadino. Umile ed operoso terrazziere, rispose con entusiasmo all'appello della Patria e corse al fronte per offrire il braccio e la vita. Fu assegnato al 133 Reggimento Fanteria, e partecipò con esso ad azioni che a lettere d'oro sono segnate nella Storia di quel valoroso reggimento.
Nel combattimento del 31 ottobre 1916, mentre la sua compagnia inquadrata nel piano di azione di quel giorno moveva all'assalto delle posizioni avversarie su Castagnevizza, veniva investito da una raffica di fuoco e crivellato di ferite, offriva alla Patria tutta la sua vita.
Un altro fratello, Michele, cadde sul campo dell'onore combattendo per la patria a Bosco Lancia il 22 ottobre del 1915.
Soldato Carlino Vincenzo
di Sebastiano e Li Calzi Concetta
Nato a Canicattì nel 1888. - Il valore del fante italiano che rifulse in tutto il tempo della guerra in ogni punto del vasto fronte brillò di luce più viva nella zona di Monfalcone, teatro di operazioni dal principio della guerra fino al novembre del 1917, dove gli atti di eroismo furono infiniti.
Le diverse quote che circondano Monfalcone furono disseminate di morti che a nessun costo vollero far progredire di un passo i1 nemico. Nell'ottobre del 1916 a difendere la Quota 144 di Monfalcone fu destinato il 145 Reggimento Fanteria che aveva nelle sue file anche questo umile fante che risponde al nome di Vincenzo Carlino. Egli lottò sempre con slancio ammirevole e l'11 ottobre 1916 in un violento corpo a corpo col nemico. Eroicamente cadeva sul campo, per le ferite multiple riportate.
Soldato Lombardo Filippo
di Angelo e di Guarino Mariantonia
Nato a Canicattì nel 1888. - Per mantenere il possesso della città di Gorizia ch'era costato, già tanti sacrifici e tante vite, si doveva avere il dominio dei monti che circondano la graziosa cittadina. Per questo il Comando supremo volle che anche il M. San Marco fosse in nostro possesso e costituisse un baluardo di difesa per la caratteristica città di Gorizia.
Nel novembre del 1916 a presidio del M. San Marco fu destinato il 232 Reggimento Fanteria che in altri posti si era battuto da leone ed aveva riportato belle vittorie.
Il 14 di quel novembre, il nemico tentò di riconquistare il Monte. I soldati del 232 Fanteria, ricacciarono senza incertezza il nemico e in quel combattimento morì, per le gravi ferite riportate, il valoroso soldato Lombardo.
Soldato Attardo Calogero
di Salvatore e di Lo Sardo Angela
Nato a Canicattì. - Aveva prestato regolare servizio militare al 48 Fanteria, col quale, in tempi di pace, aveva imparalo come può e deve servirvi la Patria in guerra. Dichiarata la guerra all'Austria, fu richiamato alle armi, ma per cause indipendenti dalla sua volontà raggiunse la primissima linea solo nel novembre del 1916. Assegnato al 141 Fanteria combatté colla 11 compagnia per parecchi giorni comportandosi da valoroso. Nell'azione del 1 novembre 1916. mentre il nemico con un nutrito fuoco di artiglieria voleva scompaginare le nostre salde posizioni sulla Quota 208 veniva preso in pieno da una granata.
In quel giorno festa di Ognissanti il suo spirito volò al cielo per aumentare ancora la schiera dei martiri per la grandezza della Patria.
Altri due fratelli intanto compirono il loro dovere di soldati in punti diversi del fronte, Angelo nel 7 Battaglione della Brigata Aosta e Pietro col 75 Fanteria Brigata Napoli.
Tenente Gangitano Federico
di Luigi e di Paviato Ernesta
Nato a Ravenna nel 1890. - Laureato in Scienze Agrarie poteva per la sua qualità di unico figliolo di un colonnello dell'esercito esimersi dal compiere fino al sacrificio il suo dovere, ma educato dal padre ai più alti sentimenti di disciplina e di patriottismo, seguì la sorte e col grado di Tenente del 73 Reggimento Fanteria nella qualità di comandante una sezione mitragliatrici prese parte a tutte le azioni com battutesi sul fronte Carsico, sugli Altipiani. Fu nell'agosto 1916 alla presa di Gorizia e poi sul Velik-Kribak e sul Pecinka.
Nel combattimento del 2 novembre mentre il suo Reggimento era fortemente impegnato col nemico che con ogni mezzo ostacolava la nostra avanzata per la conquista del Veliki fu colpito alla fronte e cadde eroicamente sul campo.
La motivazione che accompagna la concessione della Medaglia d'Argento sul campo spiega il contegno tenuto dal valoroso Tenente Gangitano nelle fasi dell'ultimo combattimento che causò la sua morte:
"Comandante di una sezione mitragliatrici le cui armi eransi rese inservibili, assumeva volontariamente il comando di un'altra sezione di cui era caduto l'ufficiale. Nuovamente rimasto con le armi inservibili, riunì i serventi in plotone e li condusse all'attacco, incontrando gloriosa morte sul campo. Fulgido esempio di profondo sentimento del dovere ed altissimo spirito di sacrificio. Velik - Kribak - Pecinka 1-2 novembre 1916".
Soldato Suleri Antonio
di Diego e di Ribellino Anna
Nato nel 1886. - Apparteneva al 144 Reggimento Fanteria e pur essendo un po’ avanzato negli anni gareggiava coi più giovani nell'adempimento dei suoi doveri di soldato.
Il 2 novembre del 1916 nei pressi di Gradisca, rendeva la vita alla Patria, per le ferite riportate sul campo.
Aspirante Ufficiale Fasulo Vincenzo
fu Giuseppe e Sena Alfonsa
Nato a Canicattì nel 1889. - Aveva fatto i primi studi in, patria ed aveva ancor giovane conseguito il diploma d'insegnante. Intelligente e colto, fu presto nominato titolare nelle scuole elementari di Ravanusa, ove si dedicò con amore di apostolo alla educazione dei bambini. Scoppiata la guerra tra l'Italia e l’Austria Ungheria si trasformò in tribuno e per le vie e nelle piazze spiegò al popolo la necessità della guerra e il dovere di tutti nel concorrere con l'esercito combattente alla immancabile vittoria.
Chiamato alle armi e destinato, per le condizioni di salute ai servizi sedentari, vi rinunziò e si fece destinare nella zona di guerra. Fece il corso di Aspirante Ufficiale e per mettere in pratica quello che tante volte aveva predicato si fece destinare ad un reparto di primissima linea. Giunse al 138 Fanteria che si trovava nel Vallone del Carso quando il reggimento si preparava ad assalire le posizioni avversarie.
Egli calmo e sereno aspettò al suo posto l'inizio dell'attacco e, nell'offesa, scriveva ai familiari che era prossima l'ora in cui avrebbe potuto dare alla Patria il suo coraggio, il suo braccio ed occorrendo anche la vita. Era stato un propagandista ora doveva essere un soldato.
Il 3 novembre 1916 col suo plotone si lanciava contro il nemico, ma colpito a morte cadeva eroicamente nel Vallone del Carso e mentre col gesto incitava i suoi alla battaglia, chiudeva gli occhi alla vita terrena e tornava al Creatore dopo di aver compiuto tutto il suo dovere.
Ravanusa che aveva apprezzato per tanti anni le sue noti comuni virtù e le sue doti di educatore e di patriotta ha dedicato a lui una delle sue vie.
Soldato Casciano Carmelo
di Pietro e Spalanga Vincenza
Nato a Canicattì nel 1896. - Nella storia del 222 Reggimento di Fanteria, che in seguito alla mobilitazione generale fu creato per inquadrare milioni di uomini accorsi alle armi per la libertà delle italianissime provincie di Trieste e Trento, sta scritto col sangue il nome dell'Eroico Casciano nostro concittadino.
Questo giovane soldato del '96 che lascia senza rimpianti e senza esitazioni i posti dove ferve la vita piena di comodità e di agi che lascia il suo modesto e tranquillo mestiere di contadino per raggiungere il fronte dove i compagni ininterrottamente e senza tregua si battono col nemico per strappargli palmo a palmo il suolo italico da tempo sdegnosamente calpestato, non poteva incontrare morte più gloriosa. Sul Monte S. Caterina in un violento corpo a corpo, il 4 novembre del 1916 da alla Patria, alla grande madre tutta la sua fiorente giovinezza.
Il 18 giugno dello stesso anno un altro fratello del soldato Casciano, a nome Calogero combattendo colla 2a compagnia del 4 Fanteria sull'altipiano di Asiago, veniva ferito al braccio sinistro.
Soldato Dicaro Angelo
fu Salvatore e Paci Maria
Nato a Canicattì nel 1889. Chiamato alle armi prima ancora della dichiarazione di guerra fu destinato al 5 Reggimento Fanteria. Conobbe, perché intensamente la visse, la guerra dell’alta montagna, della trincea, della vallata. Fu a Villa Santina, nella Conca di Plezzo e a Plava umile gregario di un reparto che seppe strappare al nemico posizioni formidabili e campi trincerati inespugnabili.
In seguito alle gravi ferite riportate combattendo sul Dosso Fait il 3 novembre 1916 fu portato all'ospedaletto da campo n. 060 e il 5 dello stesso mese moriva serenamente come sa morire chi tutto da per un nobile e santo ideale.
Soldato Di Maria Rosario
di Diego e Tornammè Carmela
Nato a Canicattì nel 1896. - Nel maggio del 1916, a distanza di un anno dalla dichiarazione di guerra, coi giovani soldati dell'ultima classe, giungeva al fronte questo umile soldato. Prima di andare alle armi aveva fatto il muratore e con la sua opera doveva concorrere alla costruzione della grandezza d'Italia. Assegnato al 206 Reggimento Fanteria, combatté le più aspre battaglie.
Il 9 novembre del 1916 il suo reggimento che si trovava già sul Monte San Marco, ricevette l'ordine di avanzare, per espugnare le forti posizioni nemiche che impedivano di procedere oltre il monte.
Le posizioni contrastate del San Marco caddero alfine nelle nostre mani. Tra gli eroi che col loro sangue e con la loro vita concorsero alla riuscita dell'azione, non va dimenticato il soldato Di Maria Rosario eroicamente caduto in quel combattimento.
Soldato Cannarozzo Giovanni
fu Gioachino e Romano Carmela
Nato nella vicina cittadina di Ravanusa nel 1890 e cresciuto a Canicattì ove la famiglia si domiciliò per ragioni di lavoro.
Era celibe e tutte le sue attenzioni erano per la buona mamma sua che l'adorava perché unico figlio. Quando il dovere lo chiamò alle armi, fu lieto di essere incorporato nel 5 Reggimento Fanteria, dove, ebbe compagni, vecchi amici d'infanzia, coi quali poter condividere disagi e gloria dall'inizio della guerra al giorno della sua morte.
D'animo piuttosto mite, eseguì fedelmente gli ordini senza discuterli e quando, l'11 novembre del 1916, fu lanciato all'assalto sul Monte Pecinka seppe affrontare serenamente la morte. Il suo spirito, aleggia su noi e dal cielo dei martiri e degli eroi, prega per la prosperità della Patria che fu resa gran de anche per il sacrificio della sua vita.
Soldato Viticcè Felice
Nato a Canicattì nel 1889. - Umile ed oscuro soldato del grande esercito che seppe respingere, sostenere e ricacciare definitivamente il nemico dalle provincie italiane di lingua e di sentimento che a lungo avevano sopportato la dominazione degli Asburgo.
Apparteneva al 232 Reggimento Fanteria di linea quando nel combattimento del 12 novembre 1916 sul Monte S. Marco, che conobbe il valore delle nostre truppe, fu preso in pieno da una granata che dilaniò le sue carni e morì sul campo dopo pochi istanti.
Soldato Aprile Sebastiano
fu Giuseppe e Natale Carmela
Nato a Canicattì. - Dopo di aver lottato per strappare al nemico le alture che, come una cortina naturale, circondano e difendono Gorizia, il soldato Aprile dovette ancora battersi per mantenerle. Si trovava infatti sul Monte S. Marco col 232 Reggimento Fanteria ed il 14 novembre 1916 per scacciare il nemico, che dopo un violento bombardamento, voleva riconquistare le posizioni perdute, combatté da eroe. Era con altri animosi a Casa Ruta, (Monte San Marco) trasformata in picco la fortezza per impedire al nemico di avanzare. Colpito da piombo nemico, cadde sul campo. I compagni tentarono soccorrerlo. Troppo tardi: il suo spirito era volato al Creatore.
Circa un anno dopo un fratello di Sebastiano Aprile veniva dato disperso nell'azione del 24 ottobre 1917 sul Monte Nero.
Soldato Carlisi Luigi
fu Antonio e Vaccaro Vincenza
Nato a Canicattì. - Fece la guerra col 232 Reggimento Fanteria che nell'agosto del 1916 era tra i primi penetrato in Gorizia. La soddisfazione del dovere compiuto e la gioia per il concorso dato alla liberazione di Gorizia lo rendevano felice. Non aveva altra ambizione all'infuori di quella di aver combattuto e vinto.
Il nemico non era rassegnato alla perdita di Gorizia e faceva ogni sforzo per riaverla. La bile ed il furore si manifestavano coi nutriti bombardamenti e con i forti attacchi alle nostre posizioni. specie a quelle del S. Marco.
Il 14 novembre dopo uno dei soliti, violenti bombardamenti, il nemico a file serrate, voleva espugnare il M. S. Marco. Fu energicamente ricacciato, ma in quel combattimento il valoroso Carlisi cadde sul campo, già disseminato di morti.
Soldato Diana Vincenzo
di Vincenzo e La Monaca Calogera
Nato a Canicattì nel 1893. - Immolarsi per la grandezza d'Italia: ecco il sentimento di tutti i soldati durante la guerra. La giovinezza cresciuta fra le domestiche mura di questa nostra Canicattì, fu feconda di eroismi e seppe dare alla Patria una considerevole corona di prodi di tutte le età, di tutte le classi sociali. Il soldato Diana Vincenzo è tra gli eroici figli di questa generosa terre che seppero soffrire e vincere, lottare e morire senza un lamento, senza una pretesa. Fu soldato modello del 77 Fanteria e partecipò alla guerra dai primi giorni fino al 17 novembre del 1916, giorno in cui combattendo da prode morì colpito da piombo nemico sulla vetta Rapot del Monte Corno. Aveva combattuto sulle formidabili posizioni del Monte S. Michele nel 1915, a Bosco Cappuccio nel giugno del 1916 e su vari punti del Monte Corno.
Soldato Lauricella Angelo
di Vincenzo e Lo Faso Luigia
Nato a Canicattì nel 1886. - Le leggende eroiche dell'antica Roma che la storia più tardi ha registrato per farci conoscere fino a qual punto poteva essere accelerato il ritmo della vita nei combattente di quei tempi e fino a qual punto era sviluppato il senso del dovere, vengono offuscate dalle migliaia di prove di eroismo date nell'ultirna guerra da uomini di ogni età e condizione, uomini di cultura e di studio, lavoratori delle officine e dei campi, artigiani e operai.
Il soldato Lauricella Angelo è uno di questi eroi: il suo nome eternato nel marmo del monumento che Canicattì ha innalzato ai suoi figli caduti per la Patria, testimonierà ai posteri il suo ardimento. Soldato nel 148 Reggimento Fanteria combatté e vinse diverse battaglie, ma il 26 novembre del 1916 mortalmente ferito sul campo della gloria, cessava di vivere all'ospedaletto da campo N. 058.
Soldato La Scalia Antonio
fu Calogero e Piombino Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1885. - Richiamato alle armi per mobilitazione fu assegnato a1 75 Reggimento Fanteria. Combattè da valoroso, riscuotendo il plauso dei superiori e dei compagni che lo ebbero sempre a modello per la semplicità dei costumi e per lo zelo nell'adempimento dei doveri che derivavano a lui dalla sua qualità di soldato. Combatté a Monfalcone nell'agosto 1916.
Il 6 dicembre dello stesso anno mentre il suo reggimento era fortemente impegnato col nemico a Gabrje Gorenje, cadeva valorosamente sul campo crivellato di ferite.
Il fratello Giuseppe, per vendicarlo, si battè da leone nelle memorabili azioni che il 142 Fanteria ingaggiò col nemico sul Monte Cimone nel giugno del 1918.
Soldato Fazio Antonio
fu Vincenzo e Giardina Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1894. - Apparteneva al 6 Reggimento Fanteria e prese parte con esso a tutte le operazioni di guerra dal 24 maggio 1915 fino al giorno della sua morte sul campo.
Il 6 dicembre 1916 il suo reparto veniva impegnato a fondo per respingere il nemico dalle sue posizioni sul Fait Krib, mentre l'altro Reggimento della Brigata Aosta il 5 Fanteria con mossa fulminea pigliava alle spalle il nemico. Il combattimento fu cruento: le artiglierie di tutto il settore vomitavano sulle trincee una tempesta di ferro e di fuoco, mentre le mitragliatrici tentavano di spazzare il campo ed evitare l’urto. Ma l'urto fu inevitabile e sanguinoso. In quei vigoroso assalto cadeva eroicamente il soldato Fazio Antonio.
Soldato Portannese Antonio
di Diego e Mannarà Cristina
Nato a Canicattì nel 1889. - Non è necessario avere nobili natali e grande preparazione spirituale per potere utilmente ed entusiasticamente servire la Patria. Basta avere sviluppato il sentimento dell'obbedienza e del dovere (caratteristica magnifica nelle nostre classi umili) per poter con letizia tutto dare ad una causa santa e per poter ritrovare, in una sola famiglia, tre valorosi.
Il soldato Portannese Antonio fu al fronte sempre col 224 Reggimento Fanteria e per le sue ottime qualità fu stimato e benvoluto dai superiori e dai compagni. Prese parte dal 6 al 14 agosto alla presa di Gorizia. In tutte le azioni si distinse per il coraggio e l'audacia non comuni.
Nel combattimento del 21 ottobre 1916, spintosi avanti forse eccessivamente cadeva gravemente ferito a quota 176 di Gorizia mentre tentava di snidare il nemico dalle sue posizioni. Soccorso dai compagni fu portato prima al posto di medicazione e poi all'ospedale. Morì a S. Maria in Treviglio il 9 dicembre 1916.
Un altro fratello, Vincenzo, pure soldato al 97 Fanteria lasciava la vita sul campo pochi mesi prima il 12 agosto 1916, per le ferite riportate in combattimento presso Tivoli (Gorizia), mentre un altro fratello ancore, Giovanni, dopo di aver combattuto eroicamente col 240 Reggimento Fanteria sul Monte Grappa riportava ferite tanto gravi che lo tennero per parecchi giorni tra la vita e la morte. Superò la crisi, ma a causa delle ferite è rimasto invalido per tutta la vita.
Soldato Carusotto Diego
di Antonio e Giordano Diega
Nato a Canicattì nel 1894. - Le truppe Austriache che nei primi giorni del dicembre 1916 avevano dovuto cedere all’impeto dei nostri ed abbandonare le posizioni del Fait Krib, non sapevano rassegnarsi alla perdita di quelle linee che gli avevano folto la superiorità su di noi. Ricolmati i vuoti verificatisi nei giorni precedenti, dopo di aver fatto un’azione dimostrativa alla destra del Fait Krib, tentarono con fulminea manovra di riconquistare le posizioni saldamente tenute dal 5 Reggimento Fanteria. Ma pure sotto il fuoco infernale delle artiglierie nemiche il 5 Fanteria respingeva nettamente l’avversario e restava nelle posizioni raggiunte. In quel giorno di aspra lotta, il 9 dicembre 1916 eroicamente cadeva il soldato Carusotto Diego che pure aveva combattuto e vinto sul monte Sei Busi, sul Carso e sul Dosso Fait.
Soldato Parla Ignazio
di Paolo e Cammarata Carmela
Nato a Canicattì nel 1878. – Finito il corso inferiore delle scuole elementari si diede alla vita operosa dei campi e vi rimase a lungo. Ma quando la patria ebbe bisogno anche di lui, lasciò i sacri arnesi e indossata la gloriosa divisa in breve diventò soldato. Giunse al fronte nel maggio del 1916 e fu assegnato al 224 Fanteria. Partecipò alla presa di Gorizia dando esempio di calma e di disciplina. Combatté a Quota 174 del Monte S. Caterina e più tardi il 18 dicembre 1916 fu sul Monte Zebio, dove gareggiando coi giovanissimi, con slancio encomiabile affrontò la morte. Cadde combattendo per impedire al nemico di venire avanti.
Soldato Bennici Antonio
di Angelo e Costa Concetta
Nato a Canicattì. - Nel gran libro del destino era forse scritto che Antonio Bennici educato dal padre al culto della Religione e della Patria, doveva morire da eroe sul campo, di battaglia. Aveva infatti partecipato col 95 Fanteria ad una serie di combattimenti e pur affrontando pericoli e disagi ne era uscito sempre incolume.
Il 1 giorno dell'anno 1917, mentre in tutte le case del mondo si saluta con letizia l'anno nuovo e si fanno voti perché l'anno che comincia sia per tutti men crudo dei precedenti, per il nostro soldato Bennici spuntava un giorno di battaglia che doveva essere pieno di gloria, ma che doveva costargli anche la vita. Il 1 gennaio del 1917 infatti Antonio Bennici per le ferite riportate sul campo moriva a Merna.
Soldato Asaro Calogero
di Giuseppe e Argento Grazia
Nato a Canicattì. Appena richiamato alle armi fu assegnato al 148 Fanteria, e con esso parti per la zona di guerra. Partecipò a diversi combattimenti comportandosi da prode e mostrando grande sprezzo per la vita pur sapendo che quale unico figlio costituiva l'unica speranza dei genitori e della moglie.
Il 3 febbraio del 1917 il suo reggimento fu impegnato sul Monte Mizli per scacciare il nemico dalle sue posizioni da dove, con alcune mitragliatrici, insidiava continuamente la vita dei nostri soldati. Nel dare l'assalto a questa posizione che cadde più tardi nelle nostre mani, perdette la vita, combattendo eroicamente, il soldato Asaro Calogero.
Il suo nome scolpito nel marmo del monumento che Canicattì ha eretto per eternare i suoi valorosi figli sarà monito e incitamento alle generazioni future.
Caporale Bellia Angelo
di Francesco e Di Franco Giuseppa
Nato a Palma Montechiaro nel 1896. - Cresciuto a Canicattì, aveva amato questa terra, come la sua e più tardi, vi aveva anche incontrata la donna del suo cuore.
Al comando di una squadra del 47 Fanteria compì atti di vero eroismo, ma nel combattimento del 10 febbraio 1917 sul Dosso Fait cadde da prode per le gravi ferite riportate sul campo di battaglia.
Soldato Cacciato Antonio
di Salvatore e Ferrante Calogera
Nato a Canicattì nel 1891. - Un carico di prodi aveva salpato il mare per portare aiuti alle truppe alleate in Macedonia. Erano imbarcati sul piroscafo "Minos" e navigano, verso il nuovo fronte, quando un sommergibile della flotta nemica, lanciò il siluro della morte. La nave squarciata cominciò a far acqua e in pochi momenti fu ingoiata dalle onde.
Tra i soldati che trovarono sì insidiosa morte il 13 febbraio 1917 vi era il concittadino Cacciato Antonio, del 39 Fanteria.
Soldato Farruggio Salvatore
fu Antonio e Cutaia Carmela
Nato e Canicattì nel 1888. - Apparteneva al 39 Reggimento e il 10 febbraio del 1917 fu imbarcato sul piroscafo "Minos" col suo reggimento e con altri reparti. In alto Mediterraneo il 13 dello stesso mese il convoglio veniva avvistato da un sommergibile tedesco in agguato e silurato. Quando la nave stava per affondare furono buttate a mare le scialuppe. Alcuni si salvarono, ma moltissimi scesero con la nave nelle profondità del mediterraneo sacrificando la vita per la patria, vittime dell'insidia e della disperata ferocia nemica.
Soldato Brunco Andrea
di Giuseppe e Farruggio Maria
Nato a Canicattì nel 1886. - Quando la Patria in armi chiamò i nati nell’86, Andrea Brunco abbandonò i campi a cui era dedicato e corse a servirla. Fu assegnato al 35 Fanteria e con esso rimase fino a quando l’insidia nemica non lo seppellì negli abissi del Mediterraneo.
Era col reggimento, imbarcato sul piroscafo "Minos" diretto in Macedonia. Navigava da tre giorni quando un siluro, lanciato dal nemico in agguato, squarciò la nave causando la perdita del "Minos" e la morte di tanti valorosi che sul fronte avevano dato prova del loro ardimento e del loro eroismo. Ciò avvenne in pieno Mediterraneo il 13 febbraio del 1917.
Soldato Salvo Calogero
fu Vito ed Esposito Rosa
Nato a Racalmuto nel 1883. - Da tempo si era domiciliato a Canicattì dove aveva preso moglie. Per le esigenze della guerra anche i meno giovani dovettero accorrere alla frontiera e dare il loro braccio alla Patria. Il soldato Salvo giunto in zona di guerra fu assegnato al 29 Reggimento Fanteria. Combatté in diversi punti del fronte e si distinse per lo slancio di cui delle ripetute prove. Nell'azione del 14 marzo 1917 sulla Quota 126 di Sagrado moriva in seguito alle ferite riportate in combattimento.
Sergente Cummo Calogero
di Gesuele e di Avanzato Anna
Nato nella vicina Naro nel 1895. - Giovane agile e svelto aveva ben presto dato prova della sua attitudine al comando e della capacità di guidare un manipolo di uomini anche in guerra. Per questo era stato fatto caporale e poi sergente.
Aveva. col 29 Reggimento Fanteria pigliato parte a svariate azioni, dando mirabili prove di ardimento, ma il 18 rnarzo del 1917 moriva in combattimento a Quota Pelata.
Soldato Di Giorgi Vincenzo
di Gaetano e Tulumello Giusoppa
Nato a Canicattì nel 1886. - Il valore di un soldato non sia solo nel fatto che egli incurante della vita si lancia nel più fitto della mischia e si sacrifica, ma consiste nel proposito ch'egli ha di compiere ad ogni costo il suo dovere e di mettere in repentaglio la vita, pur sapendo che la vita potrebbe essere utile per le sue creature lontane che sono in ansia ed in trepidazione per lui.
Di questi veri eroi fece parte il soldato Di Giorgi il quale pur sapendo di lasciare la giovane consorte ed un angioletto, seppe affrontare tranquillamente la morte per la sua Patria.
Apparteneva al 147 Reggimento Fanteria e morì il 2~ marzo 1917 alla 46' Sezione di sanità ove era stato ricoverato in seguito alle ferite riportate sul Bosco Cappuccio nella trincea che il fante aveva battezzato "Trincea della morte ".
Soldato Parla Giuseppe
di Antonio e Lauricella Rosa
Nato a Canicattì. - Canicattì che diede alla Patria in guerra tutti i migliori suoi figli, molti dei quali onorarono la città natale facendo olocausto della propria vita, non ha dimenticato quest'umile eroe. Il nome del soldato Parla Giuseppe scolpito sul marmo e consacrato in questa modesta pagina, dirà ai posteri com'egli combattendo per la liberazione dei fratelli oppressi, seppe andare incontro alla morte nell'azione che il suo reggimento svolse con supremo valore sulla Quota 87 del vallone di Devetaki (Doberdò) il 25 aprile 1917. Apparteneva al 22 Artiglieria Campagna e la sua morte è stata causata dallo scoppio di una granata.
Il fratello Eduardo de 224 Fanteria, fatto prigioniero il 23 ottobre del 1917, moriva dopo un anno presso il nemico a Cabrechtz.
Caporale Avenia Diego
di Vincenzo e Avenia Rosaria
Nato a Canicattì. - Apparteneva al glorioso 30 Reggimento Cavalleggeri Palermo e con esso aveva ripetutamente caricato il nemico nei primi mesi della guerra. Quando la guerra di manovra non fu più possibile perché il nemico, dai trinceramenti da tempo preparati e fortificati, ci costrinse alla lotta lenta e cruenta delle posizioni, il caporale Avenia, spirito ardente ed operoso, non seppe tollerare a quella specie di riposo nel quale furono lasciati i reparti di cavalleria. Fece un breve corso e tornò a fare il suo dovere in prima linea con la 19 Batteria di Bombarde.
Il nemico, esasperato pei vuoti continui che quella batteria causava nei suoi reparti, nell'aprile del 1917, riuscì ad individuare le bombarde. Ordinò che le artiglierie di quel settore aprissero un fuoco violento di distruzione contro le nostre bombarde.
Il duello nutritissimo di cannonate che squarciavano l'aria e sconvolgevano il terreno durò per più ore. Un proiettile nemico, scoppiato poco lontano dalla Batteria, con una scheggia investì il valoroso caporale Avenia causando la sua morte quasi immediata il 30 aprile 1917.
La 19 Batteria Bombarde piazzata nella dolina Muraglione a Costanievik, non fu messa a tacere che anzi continuò il suo fuoco sulle posizioni avversarie fino a sera. Durante la notte poté spostarsi e ricominciare dalla nuova posizione il suo fuoco terribile sulle trincee nemiche.
Soldato Caramanna Calogero
di Girolamo e Curto Mariantonia
Nato a Canicattì nel 1883. - In una ridente giornata d'aprile, quando il primo sole destava dal lungo letargo invernale la natura, quando gli esseri stanchi del forzato riposo stirano le membra per respirare a pieni polmoni l'aria tiepida delle prime giornale di primavera, a Nord di Villanova il 142 Reggimento Fanteria riceveva l'ordine di muovere alla conquista della Quota 208, saldamente tenuta dal nemico. L'azione fu fortunata e dopo un combattimento svoltosi con accanimento dalle parti in lotta, la Quota fu nelle nostre mani. Tra i soldati del 142 Fanteria che in questa giornata 4 aprile 1917 lasciarono la vita sul campo, fu il nostro concittadino Caramanna Calogero.
Un fratello del Caramanna a nome Filippo che pure aveva combattuto con valore cadde nelle mani degli austriaci il 23 ottobre 1917 mentre disperatamente difendeva il Monte Nero col 16 Reggimento Bersaglieri.
Soldato Cuva Pietro
di Vincenzo e Carlino Angela
Nato a Canicattì. - Pochi mesi di permanenza in linea sono bastati per fare acquistare a questo modesto contadino tutte le qualità del guerriero e tutta l'audacia necessaria per combattere contro un nemico molto addestrato e con i mezzi più insidiosi a sua disposizione.
Pietro Cuva giunse al fronte il 1 gennaio del 1917 e fu assegnato al 48 Fanteria. Lottò e soffrì come il suo reggimento ed ebbe la gioia di vedere fuggire il nemico. Il 14 maggio dello stesso anno 1917 sul Dosso Fait il nemico si oppose energicamente all'avanzata del 48 Fanteria. Fu comandato l'assalto alla baionetta, ma nell'urto tra assalitori ed assaliti, combattendo da eroe cadeva sul campo il valoroso soldato Cuva Pietro.
Un fratello del Cuva a nome Antonio dopo di aver compiuto per tutta la guerra il suo dovere col 4 Artiglieria Fortezza,, si ammalò e nel 1918 il 30 dicembre morì a Salerno.
Soldato Di Caro Desiderio
di Angelo
Nato a Canicattì nel 1891. - Coi potenti mezzi di offesa di cui erano dotati gli eserciti durante la guerra, non era facile impresa, specie su certi tratti del nostro fronte, trovare un posto che offrisse una certa sicurezza. Le città lontane erano soggette alle escursioni aeree, le retrovie agli aeroplani ed ai cannoni di lunga portata, le prime linee ad ogni sorta di insidia.
Il soldato Di Caro Desiderio che col 232 Fanteria aveva, dopo accanita lotta, espugnato il fortino N. 1 di Monte Cucco a Quota 524, credeva di essere alquanto difeso. Invece il 14 maggio del 1917 gravemente ferito moriva su quella Quota 524 che il suo valore e quello dei suoi compagni avevano guadagnato alla Patria.
Soldato Bordonaro Alfonso
di Vincenzo
Nato a Canicattì nel 1891. - Lasciate le sue occupazioni e la sua famiglia era corso alle armi per rispondere con gli altri alla chiamata della Patria. Destinato al 29 Fanteria in zona di guerra divise con esso ansie e disagi, sacrifici e pericoli, per parecchi mesi. Un bel giorno non diede più sue nuove. La famiglia non sapeva darsi pace e sospettava qualcosa di grave.
Infatti dopo parecchi giorni il comando del suo Reggimento scriveva di comunicare alla famiglia che il soldato Bordonaro Alfonso combattendo per la Patria aveva trovato gloriosa morte sul campo il 15 maggio 1917 sul Faiti Kribac.
Soldato La Marca Antonio
di Giuseppe e Frangiamone Rosa
Nato a Canicattì. - La quota 208 a Nord di Nova Vas ha una zolla che fu bagnata dal sangue di un valoroso ed umile nostro concittadino, il soldato La Marca Antonio.
Egli aveva lasciato la famiglia e la moglie come tanti altri senza una lacrima, senza una imprecazione e con animo tranquillo e sereno aveva raggiunto il 142 Reggimento Fanteria che stava già in linea quasi a contatto col nemico.
Combatté da prode e cadde sul campo il 15 maggio 1917, per le ferite riportate sulla Quota 208.
Soldato Parlatore Diego
fu Antonino e Valenti Vincenza
Nato a Canicattì. - L'eroica Fanteria, che irrorò di puro e vermiglio sangue tutti i settori del vasto fronte per ben quarantadue mesi, era costituita in gran parte di umili figli del popolo, cresciuti all'ombra del domestico focolare col senso più spiccato di obbedienza e di dedizione. Su tali elementi la Patria poté fare assoluto assegnamento nelle ore più difficili, per scrivere la sua storia. A questi umili, apparteneva il soldato Parlatore figlio unico che sul campo di battaglia seppe dare prove di obbedienza e di abnegazione fino al sacrifizio. Faceva parte del 22 Fanteria fino dal settembre del 1915 e nel combattimento del 15 maggio del 1917 cadeva eroicamente a Val Cava (S. Caterina) per le gravi ferite riportate.
Soldato Allegro Giuseppe
di Vincenzo e De Naro Diega
Nato a Canicattì. - Quest'umile fante che aveva precisa l'idea del dovere da compiere scriveva dal fronte alla moglie: " Non temere per me, ma se sarà necessario dare la vita, ti guarderò dal cielo". Parole piene di sentimento e di significato. Egli consiglia di aver forza d'animo, di non temere e intanto pensa che stando a contatto col nemico può esser necessario dare anche la vita ed aggiunge: "ti guarderò dal cielo ".
Quest'umile fante apparteneva al 48 Fanteria. Lottò con esso per mesi e mesi ma sul Faiti Krib, in un violento attacco al le posizioni nemiche cadeva da eroe il 19 maggio del 1917.
Soldato Di Caro Antonio
di Angelo
Nato a Canicattì. - I vivi dimenticano facilmente i morti anche quando questi si sono immolati per una causa santa, per il bene e la gloria di una nazione, per il benessere dell'umanità.
Di questo umile fante che pur diede tutta la sua vita alla Patria, si può soltanto dire che fu al fronte per parecchi mesi col 231 Fanteria, che combatté in diverse azioni e che il 19 maggio 1917 mentre combatteva sulla Quota 592 del Vodice moriva sul campo per ferite gravi riportate nella mischia.
La Patria riconoscente, non dimentica però questi umili che pur seppero fare il supremo sacrificio.
Caporale Celestri Carmelo
di Vincenzo e Tomaselli Teresa
Nato a Canicattì nel 1887. - Faceva il sarto ed aveva anche una discreta cultura. Chiamato alle armi per mobilitazione dopo lo inizio delle ostilità tra l’Italia e l'Austria, rispose con entusiasmo e diventò soldato. Compiuta la prima istruzione fu inviato al fronte e assegnato al 96 Fanteria che raggiunse nel dicembre del 1916. Combatté in diversi punti del fronte e il 22 maggio del 1917 a causa delle ferite riportate nel combattimento per la conquista della Quota 363 Globsa (Carso) cadeva da prode.
Il fratello Salvatore è invalido di guerra per le gravi le ferite riportate al torace il 21 giugno 1917, mentre col 7 fanteria si preparava a sconfiggere il nemico nella magnifica azione della Bainsizza.
Soldato Mulone Rosario
fu Giacinto e Sacheli Vincenza
Nato a Canicattì nel 1882. - Umile bracciante per rispondere all'appello della Patria in armi lasciò la moglie e tre figlioli, affidati solo alla Divina Provvidenza.
Per la sua età nei primi mesi fu destinato bi servizi delle retrovie, ma nel dicembre del 1916 fu necessario assegnare anche il Mulone ai reparti di prima linea. Destinato al 243 Reggimento di Fanteria partecipò alla espugnazione di forti trinceramenti austriaci, finché il 24 maggio del 1917, giorno anniversario della nostra dichiarazione di guerra. nell'azione offensiva che svolgeva il suo, Reggimento a Bosco Malo (Hudi Lock) cadde da eroe.
Soldato Cupani Angelo
di Gioachino e Lana Crocifissa
Nato a Canicattì. - Giunse al fronte nel gennaio del 1917 e partecipò col 138 Fanteria a parecchie azioni svoltesi in quell'inverno sotto l'inclemente clima, tra le nevi e nelle trincee fangose. Nel maggio dello stesso anno il suo Reggimento fu dislocato nei pressi di Castagnevizza, dove il nemico tentava, sempre invano, di strappare ai nostri le linee ch’erano costate sacrifici e sangue generoso. Il 24 maggio, per ricordare la data del nostro intervento, il 138 Fanteria, mosse all'attacco delle posizioni nemiche e le conquistò. Nell'aspro combattimento di quella giornata, per le ferite riportate, moriva sul campo il soldato Cupani Angelo.
Un altro fratello, Giuseppe, è rimasto mutilato pochi mesi dopo e precisamente il 4 settembre 1917, per le ferite riportate a Selo col 146 Fanteria.
Soldato Lodico Luigi
fu Lorenzo e fu Sciascia Cannizzaro Teresa
Nato a Canicattì nel 1882. – Pur essendo figlio unico rispose all’appello della Patria in armi e fatto un periodo relativamente breve di addestramento fu destinato ai reparti di prima 1inea. Nel dicembre del 1916 fu preso in forza dal 139 Reggimento di Fanteria ed assegnato alla 2 Compagnia.
Con tale reparto operò in parecchi punti del fronte, finché nel combattimento del 25 maggio 1917 per la espugnazione della Quota 235 (sul Carso) colpito a morte dalla mitraglia nemica lasciava la vita sul campo.
Fu decorato con la croce al Merito di Guerra.
Soldato Romeo Angelo
fu Diego e De Caro Maria
Nato a Canicattì. – In ogni azione e in ogni settore, Canicattì ha immolato uno dei suoi migliori figli, sull’altare della Patria. Anche il 31 maggio del 1917 nel combattimento aspro e cruento di Monfalcone uno dei nostri valorosi, è caduto. Egli è il soldato Romeo Angelo della 139 Compagnia Mitraglieri. Si era altre volte cimentato e con la sua mitragliatrice aveva tenuto a distanza il nemico. Il suo eroico impeto e la sua tenace fibra sono stati di esempio ai compagni ch’ebbero anche modo di apprezzare la bontà del suo animo e il grande amore ch’egli nutrì sempre per la Patria diletta.
Soldato Ritacco Giacinto
fu Antonio e Carbone Angela
Nato a Canicattì nel 1886. - Richiamato per mobilitazione fu inquadrato col 5 Reggimento Fanteria e vide sorgere l'alba del 24 maggio 1915 sulla lirica di confine. Seguì le vicende del Reggimento partecipando a tutte le azioni facendosi apprezzare per il suo indomito coraggio.
Il nemico che non sapeva contrapporre ardimento ad ardimento, usava mezzi inumani e proibiti per mettere i nostri fuori combattimento. Il Ritacco che aveva dato prove di tanto valore anche nel combattimento del maggio 1916 nella Conca di Plezzo fu una vittima ed un martire. Ferito nel combattimento di Monte Cucco il 20 agosto 1916 da pallottola esplosiva, veniva con urgenza internato all'ospedale di Asti per le necessarie cure. Ma tutto fu vano e il 22 giugno del 1917 il buon Ritacco, tra inaudite sofferenze volava al cielo per accrescere la schiera dei martiri.
Soldato Lana Salvatore
fu Giuseppe e Ferro Vincenza
Nato a Canicattì. - Tra i fanti che chiamati alle armi, raggiunsero presto il fronte per liberare i fratelli di Trieste e Trento , si trovò il soldato Lana Salvatore. Di umili natali, aveva col lavoro assiduo e volenteroso, formato una famigliola che rappresentava tutta la sua felicità. Ma quando dovette rispondere all'appello della Patria lasciò il suo campicello, il lavoro e la famiglia ed impugnò le armi. Destinato al 140 Reggimento Fanteria, si distinse per lo scrupolosità con la quale, a costo di ogni pericolo, eseguiva gli ordini che gli venivano dai suoi superiori. Il 16 luglio del 1917 il 140 Fanteria si era incontrato col nemico in un accanito combattimento a Vermigliano. Ristabilitasi la calma fu comunicato al comando che nel combattimento di quel giorno era eroicamente caduto sul campo il soldato Lana Salvatore.
Soldato Portannese Finata Giuseppe
di Vincenzo e Scrimali Carrnela
Nato a Canicattì nel 1890. Perché unico figliolo, era stato a suo tempo dispensato dal prestar servizio militare con la sua classe, ma scoppiata la guerra e decretata la mobilitazione generale anche lui fu chiamato a compiere il suo dovere d'italiano. Dopo un periodo piuttosto breve d'istruzione fu inviato in zona di guerra e nel novembre del 1915 prese parte a diversi combattimenti sul Monte S. Michele.
Nel giugno del 1917 il suo Reggimento il 146 Fanteria di linea veniva a contatto col nemico. L'8 giugno l'eroico fante, lasciava la vita sul Monte Zebio.
Soldato Di Rosa Antonio
di Diego e Semenza Marianna
Nato a Canicattì nel 1890. - Tra i reggimenti che diedero un forte contributo di eroismo e di sangue nelle continue lotte per mantenere le posizioni già raggiunte su l’Hermada, va notato il 240 fanteria al quale apparteneva il valoroso soldato Di Rosa Antonio caduto eroicamente sul campo nella aspre lotta del 4 giugno 1917.
Soldato Drogo Calogero
di Vincenzo e di Guarneri Lucia
Nato a Canicattì nel 1897. - Giovane contadino animato dall'idea di girare il mondo aveva risposto con slancio alla chiamata alle armi. Era intelligente e svelto e si fece perciò stimare e ben volere da tutti. Giunse sulla, linea del fuoco tra l'assordante rombo dei cannoni e il crepitare petulante della mitragliatrice nel marzo del 1917. Venne assegnalo al 224 Fanteria. Il 2 giugno del 1917 il suo reparto fu lanciato all'inseguimento del nemico sull'Altipiano di Asiago. Egli che amava correre sempre tra i primi, durante la mischia cadde colpito da piombo nemico.
Dopo l'azione fu pietosamente raccolto dai compagni e sepolto, con gli onori militari, a Zingar.
Soldato Failla Antonio
di Carmelo e Lo Sardo Diega
Nato a Canicattì nel 1885. - Il 48 Reggimento Fanteria che pure aveva preso parte ad azioni importanti in diversi settori del vasto fronte e sul Fait Krib, nel maggio 1917 fu destinato con molti altri ad un'azione ardimentosa piena di difficoltà, ma anche piena di speranze e dì gloria : la battaglia della Bainsizza. Nel 48 Fanteria si trovava in quell'epoca il soldato Failla Antonio, uomo di alto senso di dovere e di tenace volontà. Con altri si distinse nel passaggio dell'Isonzo e nell'inseguimento del nemico sul Vodice. Raggiunto l'altipiano della Bainsizza durante un combattimento impegnatosi tra il suo reggimento e i reparti avversari il 14 agosto del 1917 moriva da eroe in seguito alle gravi ferite riportate nell'azione violenta di quella giornata.
S. Tenente Portalone Gaetano
fu Giuseppe e Marchese Diega
Nato a Canícattì il 13 febbraio 1888. - Appena decretata la mobilitazione lasciò la scuola, dove con fervore di apostolo profondeva tuffa la sua bontà e il suo amore alla educazione e all'istruzione dei figli del popolo e indossò la divisa grigioverde.
Sottotenente al 44 Fanteria di linea combatté con valor e dal giugno del 1916 all'agosto 1917 sul fronte dell'Isonzo. Iniziatasi l'azione che doveva portare alla conquista dell'Altipiano della Bainsizza, 19 agosto 1917, il suo Reggimento fu impegnato sul Monte Santo. Egli al comando di un plotone inseguiva il nemico già in rotta, ma arrivato sulla quota 618 del Monte Santo. Il nemico in agguato gli lanciava contro una bomba a mano che causava la morte dell'eroico sottotenente Portalone.
Non fu il solo della famiglia a compiere intero il suo dovere; altri fratelli uno col grado di Capitano di Artiglieria e uno col grado di Sottotenente di Aviazione parteciparono alla grande guerra fino alla Vittoria.
Soldato Turco Salvatore
di Calogero e Vizzì Crocifissa
Nato a Canicattì. - Giovane laborioso ed intelligente si cooperò sempre per il buon andamento della sua famiglia che amava. Chiamato alle armi col bagaglio delle sue buone abitudini seppe presto trasformarsi in guerriero e giunse al fronte con l'animo deciso a compiere fino all'ultimo il suo dovere d'italiano.
Fu col 243 Reggimento Fanteria e partecipò a diversi combattimenti, dando sempre prova di allo senso di disciplina e di scrupolosa osservanza, degli ordini che venivano dall'alto.
Il 19 agosto del 1917 in un aspro combattimento che si svolgeva nei pressi di Coriti (Selo) colpito da piombo nemico, cadeva da prode sul campo dell'onore e della gloria.
Soldato Carbone Filippo
di Biagio e Casciano Maria
Nato a Canicattì. - Il soldato italiano che si rivelò durante l'ultima grande guerra, di tempra adamantina e di tenace volontà, dopo di aver dato prove del suo alto patriottismo in tutti i settori della nostra frontiera, diede ancora prova di altruismo e di valore in terre non nostre dove i popoli da tempo oppressi, reclamavano il nostro aiuto per essere liberato dalla schiavitù e dal servaggio.
Tra i reparti accorsi in aiuto degli oppressi fu il 162 Fanteria con la 236 Compagnia Mitraglieri. Il 22 agosto 1917 il nemico sferra va una rabbiosa offensiva sulla Quota 1050 a Nord di Monastir (Cerna). Veniva nettamente respinto dalla 236 Compagnia Mitraglieri nella quale valorosamente operava il bravo soldato Carbone Filippo. Non poté gustare la gioia della vittoria dovuta alla sua mitragliatrice, perché colpito a morte cadde sul campo.
Soldato Sciabbarrasi Vincenzo
di Crispino e Meli Maria
Nato a Canicattì nel 1892. - Faceva il manovale e col suo diuturno lavoro aveva contribuito alla costruzione di case ed edifici quando scoppiata la guerra si trovò nella zona dove avevano inizio le ostilità. Il suo reggimento il 140 Fanteria aveva combattuto e per strappare al nemico le formidabili posizioni da tempo preparate aveva visto cadere sulla braccia i suoi migliori elementi. Il 20 agosto 1917 a Vermigliano, dopo un furioso bombardamento durato parecchie ore si andava con la baionetta inastata alla conquista delle posizioni avversarie. Alla 1a compagnia del 140 toccò l'onore di arrivare per prima nella trincea nemica al grido fatidico di Savoia. In quel giorno e in quel combattimento il soldato Sciabbarrasi Vincenzo, dava alla Patria, la sua giovane vita.
Aspirante Ufficiale Di Caro Salvatore
di Domenico e La Lumia Gerlanda
Nato a Canicattì il 1 giugno 1895. - Intelligente e pio seppe coltivare nel suo animo ardente di Siciliano l'ideale della Religione e quello della Patria.
Finito il corso elementare nelle scuole di Canicattì fece gli studi ginnasiali nella casa dei Redentoristi a Scifelli e nel 1913 vestiva l'abito talare. Nel 1914 iniziò gli studi superiori a Cortona. Chiamato alle armi per la sua condizione di chierico fu assegnato alla 12 Compagnia di Sanità e nell'aprile del 1916 entrò nella zona di guerra al servizio dell'Ospedaletto da Campo N. 162 col quale si può dire che girò il fronte da una parte all'altra. Perché di classe giovane, fu nel febbraio 1916 trasferito in Fanteria e poco più tardi fra i bombardieri. Al campo d'istruzione di Mirano, per lo scoppio di un petardo fu ferito, al posto destro. Appena guarito frequentò il corso di aspirante ufficiale a Campolongo. Finito il corso fu destinato alla 9 Compagnia del 14 Reggimento Fanteria, che raggiunse sulle linee. Partecipò con esso alle operazioni di quei giorni, ma la sera del 29 agosto nel vallone di Doberdò una granata nemica scoppiatagli vicino lo colpì alla testa. In fin di vita fu d'urgenza accompagnato al posto di medicazione della 14 Sezione di Sanità. Nessuna cura poté giovargli e dopo pochi minuti si addormentò nella pace del Signore. Ebbe onorata sepoltura nel cimitero di Mikoli a tre chilometri circa da Oppacchiosella.
L'8 agosto del 1923, la sua salma, esumata dal Cimitero di Guerra, fu trasportata a Canicattì ed un immenso popolo rese ancora a lui il tributo di riconoscenza dovuto ai morti per la grande causa.
Il Comandante del 14 Fanteria scriveva più tardi alla famiglia: "Nella grande guerra, la bandiera di questo Reggimento fu decorata della più ambita ricompensa al valor Militare: la medaglia d'oro. A rendere superba la gloria del 14 Fanteria, già decorato di altre due medaglie d'argento ed una di bronzo, contribuì il S. Tenente De Caro Salvatore
Su Salvatore De Caro studente redentorista e S. Tenente di Fanteria è stata scritta una bella monografia a cura di L. M. Nobili C. SS. R.
Soldato Guccione Diego
di Giovanni e Messina Giovanna
Nato a Canicattì. - Nelle brevi note compilate si leggono i punti più svariati del nostro fronte di battaglia, ma con una certa insistenza si ripete il nome del Carso, sul quale dal principio alta fine della guerra lottarono c ori valore i soldati italiani di tutte le armi e di tutte le classi mobilitate.
Anche il soldato Guccione Diego ha sacrificato alla Patria la sua giovinezza sulla Quota 40 del Carso.
Abbandonate le sue occupazioni di -piccolo agricoltore era già alla frontiera il 24 maggio del 1915 e vi rimase sempre combattendo col 142 Fanteria fino al fatale giorno nel quale, durante un'azione a fondo tra i due reparti in lotta, colpito da piombo nemico, cadeva da eroe.
Anche il fratello Luigi combatté in Albania col 10 Reggimento Bersaglieri.
Soldato Cammalleri Pasquale
di Carmelo e Morello Anna
Nato a Canicattì nel 1883. - Appena dichiarata la guerra all'Austria tutti i soldati italiani, animati da un solo ideale: la Patria, gareggiarono in valore per la grandezza d'Italia. Giovanissimi dell'ultima leva si erano confusi coi richiamati e uniti in un sol fascio formarono una barriera dallo Stelvio all'Adriatico. Tra i reggimenti che schierati ora in un punto ora in un altro del vasto fronte si distinsero, vi fu anche il 141 Fanteria al quale apparteneva il soldato Cammalleri Pasquale. Uomo già maturo, faceva a gara per compiere interamente il suo dovere. Nell'azione del 1 settembre 1917 sulla quota 145 del Carso si battè da valoroso e per le ferite riportate morì sul campo, mentre i compagni continuavano la lotta per il mantenimento di quella Quota.
Mentre i suoi due figlioletti restavano orfani di un padre così eroico altri due fratelli di Pasquale Cammalleri: Calogero e Giuseppe continuavano a battersi col nemico fino alla vittoria definitiva delle nostre armi sull'esercito austro-ungarico.
Caporale Milazzo Giuseppe
fu Diego e Abbate Maria Annunziata
Nato a Canicattì. - Il 146 Fanteria, tra i suoi gloriosi ed eroici morti, ha registrato il nome del caporale Milazzo Giuseppe, giovane ardimentoso e valoroso che non ebbe esitazioni dinanzi al nemico e seppe con la serenità dei forti affrontare la morte.
Il reggimento aveva più volle tentato di espugnare i trinceramenti austriaci difesi da profondi reticolati e guarniti di mitragliatrici ben piazzate. La notte del 4 settembre 1917 una squadra comandata dal caporale Milazzo, eludendo la sorveglianza del nemico e superando gli ostacoli, riusciva a penetrare nella trincea nemica creando lo scompiglio, il panico e determinando l'abbandono precipitoso della linea. Più tardi il nemico tentò di ripigliare le posizioni perdute, ma non vi riuscì. Nella lotta però il giovane caporale perdeva la vita mentre restava nelle nostre mani la Dolina Boni sul Carso.
Soldato Alaimo Angelo
di Diego e Giordano Angela
Nato a Canicattì nel 1887. - Chiamato alle armi per Mobilitazione, lasciò la moglie, i figli, la casa e il gregge e l'umile pastore diventò guerriero dell'unità e della indipendenza italica.
Fu al fronte col 225 Reggimento di Fanteria col quale compì sempre il suo dovere dal i gennaio del 1917 fino al settembre d elio stesso anno.
In quell'epoca l’Hermada era diventato il punto più attivo e più difficile della guerra. Le azioni si succedevano con sempre maggiore violenza e con l'impiego di più larghi mezzi. Atti di eroismo veramente sublimi furon compiuti e sangue generoso fu abbondantemente versato. Alle pendici dell'Hermada il 4 settembre si riaccese con maggiore accanimento la lotta. Il nemico sferrava una energica azione offensiva, ma i nostri fanti veramente eroici pur tra quell'infuriare di ferro e di fuoco, tra il crepitio delle mitragliatrici, il nutrito fuoco di fucileria e la continua esplosione di proiettili di ogni calibro, seppero respingere anche quella volta il nemico furente. In quell'azione del 4 settembre fu dato disperso il soldato Alaimo Angelo ma egli era perito nella furia del combattimento per le ferite riportate in seguito allo scoppio di una grossa granata.
Soldato Corsitto Gaetano
fu Giuseppe e Cannarella Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1898. - Unico figlio, non esitò un momento quando la patria ebbe bisogno anche di lui. Partì presto per la zona di guerra dove in pochi mesi diede prove non poche di valore e di ardimento.
Nel giugno del 1917 fu in linea col 159 Fanteria 1 reparto zappatori.
Col pensiero sempre rivolto alla mamma lontana compi il suo dovere anche di fronte alla morte.
Scriveva alla madre che il suo mestiere di muratore gli imponeva di concorrere alla costruzione della più grande vittoria dell'Esercito italiano col quale era fiero di combattere.
Il 12 settembre 1917 il 1 reparto zappatori del 139 Fanteria si trovava impegnato col nemico. Gaetano Corsitto si batté da leone, ma colpito da piombo nemico cadde sul campo della gloria, contento di aver compiuto per intero il suo dovere d'italiano.
Bersagliere Bonsangue Gaetano
di Angelo e Lalicata Gioacchina
Nato a Canicattí. - A creare lo spirito eroico ed ardimentoso delle nuove generazioni concorsero in maniera mollo sensibile tuffi quelli che per la grandezza della Patria fecero olocausto della loro vita, ma i bersaglieri, questi baldi e focosi giovani dal cappello piumato sono il simbolo dell'ardimento, dell'audacia e forse anche della temerarietà. Gli ostacoli che il nemico opponeva al loro progredire erano superati con sublime slancio e la vittoria coronava assai spesso il loro eroismo. Gaetano Bonsangue fu bersagliere nel senso vero della parola e col 16 Reggimento scrisse meravigliose pagine di eroismo sulla Bainsizza, sul Monte Nero a Paluzza e a Castagnevizza.
Il 15 settembre del 1917, però, mentre col suo consueto slancio inseguiva il nemico, fu colpito a morte e cadde a Castagnevizza.
Caporale Giardina Antonio
di Calogero e Guadagnino Carmela
Nato a Canicattì nel 1893. - Contadino umile e laborioso seppe con entusiasmo fare intero il suo dovere. I superiori che in più occasioni ebbero modo di esperimentare il suo ardimento, lo nominarono caporale sul campo.
Apparteneva al 1 Reggimento Fanteria e con esso si era trovato in punti pericolosi del fronte.
Nel settembre del 1917 un'accanita battaglia era impegnata per la conquista dell'Hermada. Il 1 Fanteria fu fortemente impegnato in attacchi e contrattacchi furiosi. Nell'azione a fondo tentata il 2 settembre cadeva gravemente ferito il valoroso caporale Antonio Giardina.
Raccolto con cura alcune ore dopo, veniva ricoverato in gravi condizioni nell'Ospedale Sanitario di Tappa, Udine, dove dopo 15 giorni di sofferenze sopportale con eroica calma si spegneva serenamente il 17 settembre 1917.
Soldato Treppiedi Eduardo
di Salvatore e Petralito Rosa
Nato a Canicattì nel 1898. - Pur avendo fatto un corso ristretto di studi, avendo frequentato solo le scuole elementari, aveva imparato dai suoi maestri che servire la Patria è un dovere dal quale nessun uomo deve esimersi e che morire per Essa è dolce cosa. Abbandonata la scuola per aiutare col lavoro la famiglia intraprese il mestiere di muratore. Chiamato alle armi a soli 18 anni, fu lieto di offrire il suo braccio alla Patria in guerra. Fu assegnato al 48 Reggimento di Fanteria e il 4 maggio del 1917 entrò in guerra. Svelto ed intelligente, partecipò con entusiasmo e con valore a tutte le azioni che si svolsero in quell'epoca sul S. Gabriele. Il 15 settembre del 1917 su quel monte sacro alla memoria degli italiani il valoroso Treppiedi moriva combattendo.
Soldato Augello Antonio
di Angelo e Allegro Vincenza
Nato a Canicattì. - Non v'è forse zolla del Monte S.Michele che non sia stata generosamente irrorata da purissimo sangue italico. A migliaia son caduti sulle sue pendici e sulle sue quote i soldati d'Italia e tra essi combattendo da eroe cadde pure il concittadino Augello Antonio.
Apparteneva al 48 Fanteria e fu al fronte solo per qualche mese, ma in si poco tempo seppe -trasformarsi e da contadino diventò guerriero. Nell'azione del 17 settembre del 1917 cadde per le ferite riportate sul campo mentre tentava di strappare al nemico le linee che manteneva su quel Monte S. Michele tanto noto ai gloriosi Fanti per gli atti di eroismo ivi compiuti da uomini di ogni età e condizione, da soldati di tutte le regioni d'Italia.
Soldato Monachino Calogero
di Vincenzo e Falcone Maria
Nato a Canicattì nel 1896. - Il 2 Reggimento Artiglieria di Fortezza ha registrato tra i suoi eroi i! nome dell'umile concittadino Monachino Calogero, di questo umile ed ardimentoso contadino siciliano, ambizioso solo di compiere il suo dovere e di non essere secondo a nessun altro soldato. Compiuta la prima istruzione all'interno, fu destinato al fronte e raggiunse la batteria a Spera. Su le balze del Trentino, nel settembre del 1917, sì accanì la rabbia nemica che voleva ad ogni costo strapparci le posizioni ed aprirsi la via per scendere nelle nostre belle pianure.
Il soldato Monachino, coi compagni aprì sul nemico il fuoco dei grossi cannoni arrestandone la marcia. I1 18 settembre 1917 dopo un formidabile duello di artiglieria durato per diverse ore, una cannonata colpiva in pieno il valoroso Monachino, uccidendolo.
Cessato il furioso fuoco avversario, i resti del Monachino furono raccolti dalla pietà dei compagni e 16 nelle vicinanze di Spera ebbe onorata sepoltura.
Soldato Restivo Salvatore
di Pasquale
Nato a Canicattì. - Poche notizie si son potute avere sulla vita di guerra di questo fante che costituiva tutta la speranza del padre.
Apparteneva al 232 Fanteria col quale combatté le più aspre battaglie. Fu gravemente ferito e portato all'ospedale di Udine dove peggiorò e il 18 settembre 1917 morì.
Soldato Corbo Ferdinando
di Vincenzo e Attardo Carmela
Nato a Licata. - Appena chiamato alle armi abbandonò le sue occupazioni e inquadrato coi baldi fanti della Patria fu inviato al fronte. Giovane intelligente e volenteroso si accorse che avrebbe potuto rendere di più in una compagnia di mitragliatrici.
Fu per questo assegnato alla 919 Compagnia Mitragliatrici Fiat, con la quale in diversi punti del fronte rese inestimabili servizi, facendosi apprezzare per la perizia e per la calma dimostrata nei momenti più pericolosi.
Il 19 settembre del 1917 era con la sud arma sulla cima del Monte Tomba da dove con tiri ben aggiustati costringeva il nemico a indietreggiare.
La sua posizione fu presto individuata e presa di mira dalle artiglierie nemiche. Piuttosto che abbandonare l'arma e lasciare libera la via al nemico egli preferì affrontare la morte in quello stesso giorno.
Soldato Curto Giacomo
di Giovanni e Provenzano Rosaria
Nato a Canicattì nel 1898. - Nel 1915 quando ebbero inizio le ostilità fra l'Italia e l'Austria –Ungheria, neppure i pessimisti pensarono che i giovanetti del 1898 dovevano accorrere alle armi, combattere e morire.
La colpa deve attribuirsi alla stampa di quel tempo, che spinta forse da interessi speciali, non pensò alle conseguenze cui si andava incontro.
S. M. il Re che con sagacia e con competenza presiedeva ai destini della Patria, quando per realizzare il desiderio di quella parte della nazione che scesa in piazza invocava l'intervento disse: "... il nemico che vi accingete a combattere è agguerrito e degno di voi… Egli vi opporrà tenace resistenza".
La resistenza ci fu infatti e per superarla e vincerla ci vollero i giovani del '98 e del '99. Tra essi il soldato Curto Giacomo che combattendo su l'Herrnada cadde da eroe nell'azione del 29 settembre 1917.
Soldato Corsello Salvatore
fu Giuseppe e Guadagnino Maria
Nato a Canicattì. - Tra gli atti di eroismo compiuti dai nostri Fanti durante la dura ritirata, non va dimenticato quello del concittadino Corsello Salvatore. Egli che aveva combattuto in diversi settori del fronte, dal 1 gennaio 1917 col 95 Fanteria, quando si persuase che il nemico col numero e coi mezzi tentava di sopraffarlo, piazzò la sua pistola mitragliatrice in un punto dal quale poteva aver facile giuoco sull'avversario e, da solo, tenne fronte per una intera giornata all'invasore. Scoperto ed individuato potea salvarsi lasciando la posizione dominante, ma non volle. Resistette fino a quando colpito dal rabbioso fuoco nemico non cadde con le armi alla mano il 22 ottobre 1917 a Cavarsa.
Il fratello Corsello Giacinto invalido di guerra per infermità contratta sul Trentino è morto anche lui dopo l'armistizio.
Soldato Signorino Calogero
di Diego e Lodico Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1898. - Ancor giovinetto si era dedicato alla coltivazione dei campi e nelle faticose giornate di lavoro aveva qualche volta pensato che se chiamato alle armi, anche lui, povero contadino, avrebbe saputo affrontare il nemico e comportarsi da valoroso come gli altri che lo avevano preceduto. Non aveva ancora diciott'anni quando indossò il grigio-verde e diventò soldato.
Compiuta la sua istruzione militare fu mandato in zona di guerra e assegnato al 220 Fanteria. Con questo Reggimento partecipò a diverse azioni dal maggio all'ottobre del 1917.
Il 23 ottobre, mentre il nemico imbaldanzito per il successo di Caporetto, scaraventava il fuoco dei suoi cannoni sul Monte S. Marco e i suoi reparti venivano a file serrate contro le posizioni saldamente tenute dai nostri, il giovane Signorino, ferito mortalmente, lasciava sul campo la sua eroica giovinezza.
Soldato Di Simone Antonio
di Diego e Vona Carmela
Nato a Canicattì nel 1897. - Umile e laborioso contadino, cresciuto con la educazione sana del rispetto alle istituzioni, non aveva altre pretese che servire in umiltà la Patria. Figlio unico era oggetto di tutte le cure da parte dei suoi genitori. Ma quando la sua classe fu chiamata alle armi accompagnato dai voti e dalla benedizione dei suoi, seppe rispondere all'appello senza esitazioni.
Giunse al fronte in un giorno augurale il primo dell'anno 1917 col 75 Fanteria. Combatté a S. Maria di Tolmino fino all'aprile del 1917 e più tardi a S. Lucia di Tolmino. Nei primi giorni dell'offensiva austriaca, mentre si opponeva all'invasore, mortalmente ferito cadde sul campo il 24 ottobre del 1917.
Soldato Aprile Vincenzo
di Giuseppe e di Natale Carmela
Nato a Canicattì. - Gli oscuri eroi della nostra guerra di redenzione, per il rapido e talvolta vertiginoso ritmo della vita nello immediato dopo guerra, erano stati quasi dimenticati e talvolta biasimati dalle teorie venute da oltre confine ed abbracciate da tuffi quelli che, alla Patria in guerra, con ogni artificio, avevano negato il loro braccio.
Ma chi muore per la Patria, non può morire nella memoria dei compagni di trincea. Costoro nei momenti più difficili, quando parlare di Patria era eresia, hanno tenuto viva la fiamma del ricordo per gli eroi.
Tra questi oscuri eroi è il soldato Aprile Vincenzo che, già nel novembre del 1916, aveva perduto sul campo di battaglia un fratello. Egli fu sulla linea del fuoco fin dal primo giorno di guerra e combatté col 53 Fanteria 11 Gruppo mitraglieri. Fu alla presa di Gorizia nell'agosto del 1916 e nell'agosto - settembre del 1917 sulla Bainsizza. Nella ritirata di Caporetto, rimase tagliato coi suoi compagni sul Monte Nero e di lassù con coraggio indomito contrastò al nemico la sua avanzata. Quando i pochi resti del suo reparto poterono rompere il cerchio di ferro formato attorno alle posizioni del Monte Nero dal nemico, fu chiamato l'appello, il soldato Aprile ch'era stato notato fino all'ultimo con le armi in pugno, non rispose. Egli fu dato disperso nel combattimento del 24 ottobre 1917, ma deve ritenersi caduto nel combattimento di quella eroica, ma sfortunata giornata.
Caporale Napoli Salvatore
fu Giuseppe e Martines Anna Concetta
Nato a Canicattì nel 1885. - Da ragazzo aveva frequentato con amore le scuole elementari ed aveva appreso dalla viva voce dei suoi maestri, di quali eroismi avevan dato prova nei vari tempi i soldati d'Italia fin dall'epoca dell'antica Roma. Abbandonata la scuola per dedicarsi alla vita dei campi, conservò sempre il ricordo degl'insegnamenti avuti da ragazzo.
Chiamato, alle armi e destinato a reparti combattenti, lasciò la moglie e due figli e con la serenità dei forti compì sempre il suo dovere Fu comandante di una squadra al 155 Fanteria e prese parte a tutte le azioni svolte dall'agosto all'ottobre 1917.
Durante la ritirata dell'ottobre 1917 nel combattimento impegnatosi tra le nostre retroguardie e i reparti nemici, sul Tagliamento, il caporale Napoli Salvatore, per mantenere a distanza l'invasore, fu preso di mira e fulminato dal piombo nemico, mentre incitava i suoi soldati alla resistenza. Cadde da prode il 28 ottobre 1917.
Soldato Di Fede Angelo
di Salvatore e Lamattina Mattea
Nato a Canicattì ne1 1886. - Anche i contadini analfabeti compresero che servire la Patria in guerra, era un dovere dal quale nessuno doveva esimersi. Angelo Di Fede lasciò la terra generosa e pur essendo della classe dell'86, si trovò in linea col 280 Fanteria nel maggio del 1917. Combatté più volte e si comportò da prode.
Il 30 ottobre 1917 mentre opponeva il suo valore alla soverchiante avanzata nemica, a S. Francisco del Friuli, moriva sul campo, per le ferite riportate nel combattimento.
Soldato Giarratana Valentino
di Giuseppe
Nato a Canicattì nel 1882. - Servì la patria in armi, con devozione e con ardimento. Appartenne al 64 Fanteria fin dal marzo 1916 e vi rimase fino al giorno in cui gravemente ferito non fu portato, dai compagni che l'amavano, al posto di medicazione.
Dopo le prime cure fu ricoverato all’Ospedale da Campo 177 dove 1’11 novembre 1917 morì per le gravi ferite che gli avevano dilaniato le carni.
Caporale Avanzato Antonio
fu Vincenzo e Ferro Maria
Nato a Canicattì. - Non era più giovanotto, ma la vita attiva e l'aria salubre della campagna che coltivava con cura lo rendevano sempre più forte sempre più energico e più decisivo. Aveva moglie e due figli.
Chiamato alle armi per la sua discreta cultura fu nominato presto caporale. Nel gennaio del 1917 giunse per la prima volta in linea col 5 Fanteria 1 compagnia. Conosciuta la storia del valoroso 5 Fanteria, si disse lieto di appartenervi e si ripromise di concorrere, con tutte le sue forze e all'occorrenza anche con la vita, alla maggior gloria del vecchio reggimento. Fu di esempio ai compagni e d'incitamento ai dipendenti. Il 15 novembre 1917 il suo reggimento fu dislocato nei pressi dì Zenzon di Piave per fermare il nemico che fatto baldanzoso per il momentaneo successo di Caporetto voleva invadere le nostre pianure e sconfiggerci. La lotta fu aspra per tutta la giornata : il nemico però non passò.
Alla sera fra i morti sul campo fu trovato l'eroico caporale Avanzato.
S. Tenente La Vecchia Sig. Giuseppe
di Giovanni e di Aronica Concetta
Nato a Canicattì nel 1885. - Aveva compiuto i suoi studi, con soddisfazione sua e della famiglia. Si era laureato in legge ed esercitava già la professione quando la Patria in armi lo richiamò tra le file dell'Esercito. Lasciò la toga e il foro, diede un addio alla sposa e alla figlioletta e col 6 Fanteria partì per la frontiera. Stimato dai superiori e dai colleghi, amato dai soldati, si comportò da eroe trascinando coll'esempio il suo reparto di vittoria in vittoria.
Il 22 novembre del 1917, sul Monte Tomba, il suo reparto si trovò fortemente impegnato. Egli ancora una volta con l’ardire che sempre lo caratterizzò si gettò dove più fitta era la mischia per sbandare il nemico, ma colpito a morte, cadde da prode alla testa dei suoi uomini.
Soldato Insalaco Angelo
di Francesco e Carlino Antonia
Nato a Canicattì nel 1897. - Fu soldato al 23 Fanteria e rimase in linea per pochi mesi dal settembre al novembre del 1917. Quando però si ha vivo il senso del dovere, anche pochi mesi bastano per dare prova di eroismo e dedizione alla santa causa.
Sul Monte Pertica il 23 novembre del 1917, dopo un intenso duello di artiglieria, un vivo combattimento si accendeva fra il suo reparto e quello nemico che gli stava di fronte.
Durante l'azione il giovane soldato Insalaco riportò ferite così gravi che in breve determinarono la morte.
Soldato Insalaco Antonio
fu Giuseppe e Di Giorgi Maria
Nato a Canicattì. - Dopo le oscure giornate di Caporetto, i nostri soldati compresero che bisognava, a costo del' la vita, impedire al nemico lo sbocco in pianura. Si abbarbicarono al Grappa e con la tenacia eroica di chi preferisce la morte al disonore, lottarono per settimane e settimane, finché il nemico stanco, ed esaurito, non rinunziò all'impresa.
A rafforzare le posizioni mantenute dalle nostre gloriose fanterie fu chiamato il 2 Reggimento Genio.
Il soldato Insalaco faceva parte della 175 compagnia di detto reggimento e il 3 dicembre 1917 mentre sul Monte Tenderecar, sfidando i pericoli e la morte stessa, per preparare ai fanti le posizioni per la resistenza, colpito da piombo nemico cadeva eroicamente.
Soldato Sciascia Carmelo
fu Calogero e Lalicata Angela
Giovanissimo essendo nato a Canicattì nel 1899 rispose all'appello della Patria che compiva lo sforzo supremo per dare all’Italia e al Mondo la pace, agli alleati la vittoria. Dopo di avere compiuto l'addestramento di alcune settimane, fu lanciato nella mischia. L'esercito si era irrigidito sul Piave per arginare l'invasore che faceva titanici sforzi per guadagnare le pianure della Lombardia e del Veneto.
Figlio unico, avrebbe potuto risparmiare alla madre un grande dolore, ma persuaso che alla Patria bisogna dare il braccio e la vita, con sprezzo del pericolo si lanciò nella mischia e a soli diciott'anni dava la sua aitante giovinezza alla Patria nell'accanito corpo a corpo che il 240 Fanteria sostenne a Ca d'Anna l'8 dicembre 1917.
Soldato Sciabbarrasi Giovanni
di Diego
Nato a Canicattì. - Apparteneva al 42 Reggimento Fanteria 1 Reparto Zappatori. Era un contadino, ma aveva una vivacità d'ingegno e una garbatezza di maniere tali da cattivarsi la simpatia di quanti, superiori e compagni lo avvicinavano. Fu per poco tempo in primissima linea sul monte Asolone e sul Col della Beretta facendosi notare per il sangue freddo e per l'ardimento nelle posizioni e nelle azioni più difficili.
Il suo coraggio e la sua audacia non lo salvarono, anzi il 18 dicembre 1917, mentre impavido affrontava il nemico, veniva preso in pieno petto dalle pallottole austriache e dava alla Patria la sua giovinezza. Pochi mesi dopo il fratello Antonio a Bligny (Francia) combattendo col 20 Fanteria veniva fatto prigioniero nell'azione indimenticabile del 15 luglio 1918.
Il fratello Calogero che pure aveva fatto tutta la guerra col 75 Fanteria dopo congedato moriva a Canicattì per tubercolosi polmonare dipendente dal servizio prestato in guerra.
La umile famiglia Sciabbarrasi che ha dato sì notevole contributo alla grandezza della Patria merita la nostra ammirazione e la riconoscenza di tutti gl'italiani.
Soldato Dicaro Antonio
di Salvatore e Maniglia Antonia
Nato a Canicattì nel 1899. Questo giovanissimo muratore era andato alle armi con la sicurezza che le fresche energie della sua classe avrebbero fatto traboccare le ponderose bilance della guerra in nostro favore e dato all'Italia la meritata Vittoria. Egli non si sbagliò poiché è noto che grande fu il contributo di valore dato dal 99. Però non poté raccogliere la sospirata vittoria perché il 18 dicembre del 1917 poco tempo dopo la sua presa di posizione in linea, in un accanito corpo a corpo svoltosi sul Monte Asolone tra il suo 42 Fanteria e un reparto austriaco, veniva dichiarato disperso in combattimento. Si ha fondata ragione di ritenere che colpito da una granata sia stato ridotto a pezzi sul monte Asolone.
Soldato Merulla Antonio
di Vincenzo e Messina Luigia
Nato a Canicattì nel 1899. - Quando i giovani del ‘99, 1’ultima generazione che doveva ricevere sul Piave e sul Grappa il battesimo di fuoco, furono chiamati alle armi, Antonio Merulla non aveva ancora diciott'anni. Egli però aveva un alto senso di amor patrio e ardeva di santo sdegno per tutte le insidie e per tutti i mezzi barbari escogitati dal nemico contro i nostri prodi soldati. Fu lieto quando poté indossare il grigio-verde e felicissimo quando poté trovarsi al fronte coi veterani del glorioso 93 Fanteria.
Egli trasfuse il suo ardore giovanile nei vecchi soldati e ne ebbe in cambio la esperienza della guerra. Sul Monte Grappa granitico baluardo contro cui invano cozzò la ferocia nemica egli combatté da eroe, ma il 19 dicembre 1917 sul Col della Beretta, mentre con tutto il vigore giovanile e con tutta la volontà di compiere il suo dovere ricacciava il nemico, mortalmente ferito, incontrava gloriosa morte sul campo di battaglia.
La nuova giovinezza italica guarderà il modesto muratore Antonio Merulla come ad un faro luminoso, e nell'esempio magnifico del giovanissimo ed eroico soldato saprà trovare la via da battere quando la patria potrà chiedere un sacrificio.
Caporale Spanò Carmelo
di Giovanni e Collura Rosa
Nato a Terranova di Sicilia (ora Gela) nel 1899. - Cresciuto a Canicattì poteva considerarsi un concittadino. Quando il nemico per la prima volta, dopo circa due anni e mezzo di guerra, pose piede sul sacro suolo della Patria, la nazione intera senza distinzione di classe guardò ansiosa e fidente i giovanissimi del '99 che dopo poche settimane di addestramento partirono per il fronte.
La fiducia del popolo italiano non fu delusa perché mirabili e numerosi furono gli atti di valore compiuti dai ragazzi del '99 sul Grappa specialmente e sul Piave. Tra i valorosi che arrestarono la marcia nemica sul monte Asolone fu il caporale Spanò Carmelo che alla testa di una squadra de 239 Fanteria con impeto leonino seppe morire piuttosto che lasciar libero il passo.
La morte, dovuta alle ferite riportate combattendo, gli chiuse gli occhi per sempre il 20 dicembre 1917.
Soldato La Rocca Vincenzo
di Guglielmo e Noto Isabella
Nato a Canicattì nel 1899. - Giovani eroi della Patria, voi rappresentate il sacrificio, l'ardente passione, la salvezza e la fortuna della Patria. Senza di voi forse non si sarebbero avute le gloriose giornate del Grappa e del Piave, senza di Voi la vittoria forse non ci avrebbe arriso.
Vincenzo La Rocca ancor giovanissimo era partito dalla natia Canicattì accompagnato dai voti e dagli auguri di parenti e di amici che ne avevano apprezzato le virtù di mente e di cuore. Lasciati gli studi aveva indossato il grigio verde ed era partito per la frontiera nel momento più critico della nostra guerra, nel periodo in cui la parola d'ordine era: fermare ed inchiodare il nemico.
Fu in primissima linea col 239, Fanteria e si distinse per eroismo ed ardimento. Combatté con slancio encomiabile, tenendo in rispetto l'avversario finché, nel combattimento dei 21 dicembre 1917 svoltosi sul monte Asolone, dava la giovane vita alla Patria per le gravi e mortali ferite riportate.
Soldato Sferrazza Angelo
di Vincenzo e Cipollina Calogera
Nato a Canicattì nel 1898. - Aveva lodevolmente conseguito la licenza della 6^ elementare, dove guidato dai suoi insegnanti si era formata una coscienza di patriota attraverso lo studio degli episodi che la storia registra per testimoniare ai posteri di quanto eroismo e di quanta abnegazione può esser capace chi difende la sua terra o tenta di redimerla dalla soggezione straniera. Il suo mestiere di barbiere gli permetteva, un po’ per la lettura dei giornali, un po’ per quel che sentiva dagli avventori, di seguire le vicende della guerra e di ardere di sacro fuoco quando i nostri battevano di santa ragione il militarismo austro-tedesco. Chiamato alle armi a diciott'anni fu presto inviato nella zona delle operazioni e destinato al 139 Fanteria 2 Reparto Zappatori. Con esso inseguì il nemico nella brillante azione della Bainsizza (agosto-settembre 1917). Nei tristi giorni di Caporetto prese parte alla ritirata con un reparto di retroguardia. Superato il periodo di panico che aveva fatto ripiegare le nostre linee e rio riordinatisi i reparti, il suo reggimento, il 139 Fanteria di linea, fu schierato sul Monte Asolone dove si coprì di gloria nel rintuzzare energicamente tutti i tentativi fatti dal nemico per procedere ancora nella invasione delle nostre provincie. Nel combattimento del 14 gennaio 1918 l'eroico Sferrazza lasciava la vita sul campo e col suo sacrificio consolidava quelle posizioni da dove più tardi si doveva balzare per conseguire la più grande vittoria e dare al mondo la pace.
Caporale Mulone Angelo
di Luigi e Lo Verme Rosaria
Nato a Canicattì nel 1898. Umile contadino, ma svello ed intelligente aveva studiato con amore per conseguire la licenza della 6 classe elementare e mettere a vantaggio dei campi, da lui coltivati, la sua discreta cultura.
Per dar subito prova del suo ardimento e della sua fede nella vittoria finale, andò volontariamente al 1 Battaglione d'assalto e con gli altri arditi si distinse nella battaglia della Bainsizza.
Promosso caporale, in premio della sua condotta durante gli svariati assalti dati dalla sua compagnia alle posizioni nemiche, ebbe il comando di una squadra di arditi.
Con essa, sul Monte Tomba, si slanciò contro il nemico che superiore per numero e per mezzi voleva fiaccare la nostra resistenza. Nel violento corpo a corpo del 29 gennaio 1918, veniva gravemente ferito e non ancor ventenne eroicamente moriva.
Soldato Sardone Lorenzo
di Calogero e di Li Calzi Maria Antonia
Nato a Canicattì nel 1896. - Chiamato alle armi quando tre fratelli compivano già il loro dovere in guerra e due di essi avevano già dato parte del loro sangue. Fu assegnato al 223 Reggimento Fanteria e con esso fece l'addestramento necessario per potere affrontare il nemico. Dopo varie azioni, nell'agosto del l916, il suo reggimento entrava per primo nella città di Gorizia che vide per la prima volta garrire al vento la bandiera d'Italia.
L'8 agosto nelle vie di Gorizia restava gravemente ferito. Soccorso dai compagni e accompagnato al posto, di medicazione, aveva le cure necessarie e dopo alcuni mesi di degenza in vari ospedali ne usciva guarito
Il destino però non era pago e quando ritornato in reparti combattenti, si apprestava a salpare per l'Albania a bordo del Piroscafo "Verona", un sommergibile tedesco, uno dei tanti che insidiavano il movimento delle nostre navi nei nostri mari, silurava il "Verona" che ben presto affondava trascinando nei gorghi quasi tutto l'equipaggio e le truppe che vi erano a bordo. Dopo di aver dato parte del suo sangue per la liberazione di Gorizia, l’11 maggio 1918 trovava la morte nel Mediterraneo, le cui acque, dopo di avere ingoiato tante vite, tornarono tranquille a riflettere il sole.
Soldato Russo Vincenzo
d’Ignoti
Nato a Canicattì nel 1890. - È ben doloroso battersi per mesi e mesi con lealtà affrontando sempre il nemico di fronte e perire poi coll'insidia e con i mezzi sleali e condannati da tutte le civiltà.
Russo Vincenzo, quest'umile fornaciaio che fin da piccolo aveva sudato il suo pane, appena indetta la mobilitazione, corse alle armi e vide spuntare l'alba del fatidico 24 maggio sulla linea del vecchio confine. Nell'agosto del 1915 combatté sul San Martino del Carso col 149 Fanteria. Più tardi passò al 34 Fanteria e con esso andava verso lidi ignoti, in aiuto di popoli oppressi.
Ma il nemico in agguato avvistò il piroscafo "Verona" e lanciato l'insidioso siluro che squarciò la nave fece strage di tutto. Il Mediterraneo inghiottì nave e soldati che sotto le onde trovarono l'eterno riposo l'11 maggio del 1918.
Soldato Cutaia Giuseppe
di Antonio e Alessi Concetta
Nato a Canicattì nel 1891 - Si preparava con altri a varcare il Mediterraneo per portare aiuti ai Macedoni. Ma il nemico che stava in agguato notò il piroscafo "Verona". Comprese che si trattava di un convoglio militare e contro la nave lanciò i suoi siluri. Il bersaglio fu preso in pieno e dopo pochi minuti il giorno 11 maggio del 1918 parecchie centinaia di soldati e di ufficiali che avevano fatto la guerra sui vari punti del fronte trovavano la morte tra le placide onde del Mediterraneo. Tra gli altri perì il soldato Cutaia Giuseppe del 34 Fanteria di linea.
Soldato Meli Ferdinando
di Vincenzo e Valenti Mariantonia
Nato a Canicattì. - Morì l'11 maggio 1918 mentre col piroscafo "Verona" attraversava il Mediterraneo per accorrere in aiuto dell'Albania col 2 Reggimento di Fanteria speciale.
Il nemico, maestro d'insidie, devastatore di città, avvelenatore di bimbi e di donne, ha silurato il piroscafo che portava un convoglio militare del quale pochissimi poterono sfuggire alla morte.
Poco più tardi il 7 settembre 1918 un fratello del Meli a nome Giovanni moriva in prigionia senza potere appagare la sua unica aspirazione: rivedere l'Italia e la madre.
Caporale Vergopia Luigi
di Giuseppe e Manoli Grazia
Nato a Canicattì. - Giovane svelto ed intelligente aveva conseguito la licenza della 6 elementare e si era poi impiegato nell'amministrazione delle Ferrovie. Chiamata la sua classe non cercò esoneri, e rispose all'appello della Patria in armi. Nel gennaio del 1917 fu al fronte col 78 Reggimento Fanteria e vi rimase fino all'aprile del 1918.
In tale periodo partecipò col Reggimento alle azioni svoltesi a Doberdò e all'avanzata dell'agosto-settembre 1917 sulla Bainsizza. Dopo la ritirata di Caporetto, fu sul Monte Rosso nel mese di dicembre 1917. I rigori della stagione, i disagi, le privazioni, il dolore della battaglia perduta negli ultimi giorni dell'oscuro ottobre, non diminuirono mai il suo entusiasmo e la sua grande fiducia nella vittoria finale delle nostre armi.
Nel maggio del '18 fu col 2 Fanteria imbarcato sul piroscafo "Verona", partito per destinazione ignota. In pieno Mediterraneo, l'11 maggio 1918 il piroscafo veniva silurato da un sottomarino tedesco e truppe ed equipaggio trovarono la morte tra i gorghi del mare. Anche il caporale Vergopia, dopo di aver tentato di salvare i suoi uomini, scomparve tra le onde per non ricomparire più.
Quando anche l'albero della nave fu ingoiato dalle acque del mare, le navi accorse sul posto del disastro trovarono ancora pochi uomini che lottando disperatamente con le onde si dibattevano, tra la vita e la morte, mentre il mare ritornato calmo costituiva la eterna tomba di tutti quei prodi che in terra ferma, affrontando il nemico, erano riusciti sempre vittoriosi.
Non hanno saputo vincere l'insidia e son morti.
Soldato Marchese Ragona Domenico
fu Giuseppe e Zagarrì Alfonsa
Nato a Canicattì nel 1895. – Questo piccolo ed umile soldato aveva presto dimostrato la sua passione e la sua bravura nell'uso delle armi terribili: le mitragliatrici.
Faceva parte della 1472 Compagnia Mitragliatrici addetta alla 27 Divisione.
La compagnia che stava agli ordini del comando della divisione veniva impegnata nelle azioni in grande stile, nelle quali partecipavano quasi tutti i reparti e la sorte aveva sempre arriso al giovane canicattinese. Un giorno, fatale per lui, il 20 maggio del 1918, mentre la compagnia divisionale faceva ogni sforzo per mantenere le posizioni raggiunte a Malga Zugna veniva investito da una raffica di proiettili e moriva sul campo per le ferite riportate.
Soldato Campagna Agostino
fu Giuseppe e Flores Giuseppa
Nato e Canicattì nel 1888. - Un umile agricoltore che tuffa la vita aveva dedicato al suo campo e alla sua famigliola (moglie e due figli), appena squillata la diana indossò la onorata divisa grigio-verde e si trasformò in guerriero. Raggiunse presto il 112 Fanteria e con tale Reggimento combatté eroicamente sull'Altipiano di Asiago nel giugno e luglio del 1916, a Doberdò nell'agosto e nel settembre del 1917 e infine nel maggio del 1918 sul Piave, dove gareggiò con i giovanissimi del 99 in audacia e in valore. Nelle imprese più difficili e più temerarie accorreva tra i primi comportandosi da valoroso e trascinando coll'esempio i compagni. Il 25 maggio del 1918, mentre con tenacia e con valore opponeva al nemico la più forte resistenza sul Piave, sacro alla memoria di tutti, incontrava gloriosa morte.
Soldato Curto Paolo
di Angelo e Giordano Maria
Nato a Canicattì nel 1898. - Fatte poche, deplorevoli eccezioni, tutti gl'italiani degni di tal nome e fisicamente idonei ebbero il santo orgoglio di indossare il grigio verde, di impugnare un'arma e correre con entusiasmo là dove ferveva la lotta, dove si soffriva, dove si moriva e si faceva grande l'Italia.
Uomini maturi e giovani inesperti, soldati che avevano fatto lunghi turni di trincea e soldati ancora imberbi, furono uno accanto all'altro di fronte alla morte per riportare la vittoria. Tra i giovani si trovava in linea fin dal giugno 1917 il giovanissimo Curto della 1157 Compagnia Mitraglieri del 91 Fanteria. Con entusiasmo combatté ovunque e nel giugno del 1918, dopo di aver per mesi e mesi tenuto a rispetto l'avversario, mosse all'attacco.
Il nemico che doveva muovere contro le nostre precarie posizioni rimase perplesso. S'impegnò la lotta e, in campo aperto, in seguito alle ferite riportate il 16 giugno eroicamente cadeva il soldato Curto Paolo.
Soldato Gallo Giovanni
di Santo e Gammino Giovannello Carmela
Nato a Canicattì nel 1897. - La classe dei contadini, quella che compie diuturnamente le più aspre fatiche per il bene della umanità, quella che sa strappare alla terra i suoi migliori tesori, ha dato in guerra il maggior contributo di eroismo e di sangue. Gallo Giovanni era un contadino di mediocre cultura, ma seppe con entusiasmo e con convinzione dare '11 suo sangue per la grandezza , della Patria per la libertà dei fratelli di Trieste e Trento. Fu sempre col 5 Fanteria e combatté nella Conca di Plezzo nel settembre del 1917, sul Monte Asolone nel dicembre successivo.
Iniziatasi la grande offensiva austriaca nel giugno 1918 egli fu col 5 Reggimento sul Montello, respingendo gli assalti del nemico e allontanandolo sempre cori vigorosi contrattacchi. Nell'azione del 16 giugno 1918 colpito mortalmente cadeva sul campo proprio sul Montello.
Soldato Piazza Carmelo
di Giuseppe e Migliore Maria
Nato a Canicattì nel 1894. - I nomi più modesti e più oscuri si sono illuminati di luce immortale, compiendo per la Patria atti di eroismo e di completa dedizione.
Quest'umile soldato che serviva già la Patria quando si accese la guerra che più tardi doveva divampare in tuffa l'Europa anche con l'intervento di truppe e di mezzi degli altri continenti, si trovò sulla linea di confine il 24 maggio del 1915. Apparteneva al 27 Reggimento Fanteria e a Casa Pasqualin morì da eroe il 18 giugno 1918 per le gravi ferite riportate nel contrattaccare il nemico che minacciava di spezzare la muraglia umana che l’Italia aveva schierato dal Grappa al Piave.
Soldato Battaglia Rosario
di Francesco e Migliore Grazia
Nato a Canicattì nel 1890. - Conseguita la licenza delle scuole elementari, per aiutare la famiglia, si diede a fare il carrettiere. Chiamato alle armi per adempiere agli obblighi dì leva, partecipò alla Guerra italo-turca del 1911-12. Richiamato alle armi per mobilitazione, si trovò alla frontiera il 24 maggio 1915 col 5 Fanteria, dando ovunque e sempre prove di ardimento e di valore. Aveva imparato a scuola, dai suoi maestri, ch'è dolce cosa morire per la Patria e per questo non ebbe mai a temere il pericolo che anzi si trovava sempre ove più ritta era la mischia e dove maggiore era il pericolo.
Nel dicembre del 1917 fu passato al 280 Fanteria. Dopo vari combattimenti si trovò sul Basso Piave per la battaglia decisiva del giugno 1918.
La motivazione che accompagna la concessione della Medaglia d'Argento al valor militare e che riportiamo, spiega quale fu il suo contegno negli ultimi giorni della lotta.
Medaglia d'Argento al valor militare al soldato Battaglia Rosario. Motivazione:
" Appartenente alla prima sezione pistole, quale porta arma, sotto intenso fuoco di fucileria e di mitragliatrici, dava prova di grande ardimento, spingendosi primo sul ciglio della trincea nemica, appena conquistata, e cooperando con la sua arma alla buona riuscita dell'azione finché colpito alla testa eroicamente cadeva di fronte al nemico ".
Basso Piave 19 giugno 1918.
Il suo contegno di fronte al nemico e la sua eroica morte sono motivi di orgoglio per la città natale e di grande e luminoso esempio per le generazioni che sorgono con il nome santo della Patria scolpito nel cuore.
Due fratelli di questo eroe, Alfonso col 40 Fanteria ed Angelo col 240 Fanteria combatterono per tutta la durata della guerra fino al 4 novembre 1918, giorno dell'armistizio e della vittoria finale.
Soldato Mulone Rosario
di Antonio e Lo Verme Maria
Nato a Canicattì. - Appartenne sempre al 4 Reggimento Fanteria e lottando sui diversi punti del fronte si sacrificò interamente alla Patria nelle giornate gloriose del giugno 1918. Il nemico voleva forzare le nostre linee nella speranza di batterci con le armi ed imporre ci noi condizioni di eterno servaggio. I nostri soldati eroi nel senso più vero della parola, non solo trovarono forza ed energia da respingere i poderosi e disperati assalti nemici, ma seppero al momento, opportuno muovere alla controffensiva e gettare il panico nell'esercito avversario che poco più tardi, non potendo sostenere l'urto, si ritirò in disordine lasciando il terreno coperto di morti.
In una di quelle giornate, il 20 giugno del 1918 eroicamente cadeva sul campo di battaglia a Casa Pinni (Nervesa) il soldato Mulone Rosario.
Soldato Gangitano Antonio
di Vincenzo e Fanzina Luigia
Nato a Canicattì nel 1898. - Questa nostra industre e laboriosa cittadina, spesso obliata, che nei primi anni d ella guerra diede generosamente i suoi figli per varcare l'ingiusto confine che vicende storiche, non discutibili, le avevano assegnato, doveva sacrificare a dozzine i suoi più baldi giovani durante l'ora grigia di Caporetto e doveva più tardi fare olocausto dei giovanissimi per ricacciare indietro il nemico i infliggergli la più grave, la pi ù clamorosa sconfitta.
Antonio Gangitano che, per la sua età, non poté essere con le balde schiere dell'Isonzo e del Trentino, partecipò efficacemente ai combattimenti sulla Bainsizza nell'agosto e settembre del 1917. Dopo la ritirata combatté in diversi punti del fronte e nel giugno del 1918 fu coll'80 Reggimento Fanteria sul Pìave dove i soldati d'Italia, per cancellare l'onda subita a Caporetto, si batterono con eroismo e con valore. Tra i valorosissimi che seppero dare tutto alla Patria fu il giovane Gangitano Antonio morto eroicamente il 20 giugno 1918 a Cenale Palumbo.
Guardia Finanza Salvaggio Calogero
di Francesco e Greco Maria Stella
Nato a Canicattì nel 1898. - Anche la R. Guardia di Finanza, questo corpo creato con ben altri obbiettivi, seppe, nel momento del bisogno ritrovare una coscienza eroica e seppe dare a centinaia i suoi uomini per le trincee. I battaglioni di Finanzieri irreggimentati ed armati come il resto dell'esercito furono impegnati in diversi punti del fronte con risultati magnifici.
Anche il nostro Salvaggio che apparteneva al 7 battaglione di Finanza, fu un guerriero, primo fra i primi, dove più grande era il pericolo.
Giovane ardimentoso e sprezzante di ogni pericolo, voleva con un pugno di ardimentosi oltrepassare su un fragile mezzo, il fiume Sile per piombare sul nemico e sgominarlo, ma a metà del fiume per il violento fuoco di fucileria e mitragliatrice apertosi improvvisamente contro di lui e i suoi compagni veniva, colpito a morte e precipitava in acque trovando, tra le onde arrossate di sangue, gloriosa morte.
Il suo eroismo fu riconosciuto con la concessione di una medaglia di Bronzo al valor militare.
Ecco la motivazione: "Facente parte di un nucleo di arditi finanzieri, su di una zemola, sotto il violento fuoco nemico di fucileria e mitragliatrice, tentava il passaggio del fiume, ma giunto a metà corrente, in seguito allo sbandamento della zemola, precipitava in acqua e vi trovava la morte".
Cava Zuccherina (Sile) 21 giugno 1918.
Sottotenente Bosco Giuseppe
fu Salvatore e Giancutreri Giovanna
Nato a Favara (Agrigento). - Cresciuto a Canicattì, era stimato da tutti per la bontà dell'animo e per la vivacità di mente. Pur senza mezzi, animato dal desiderio di aiutare al più presto la famiglia molto numerosa, riuscì senza maestri a conseguire con ottimi voli la Licenza della R. Scuola normale di Palermo nel 1913. Si diede subito all'insegnamento e all'educazione dei figli del popolo dedicò tutta la sua anima di apostolo. Scoppiata la guerra e chiamate alle armi anche le terze categorie fu destinato al 3 Fanteria.
Nominato sottotenente nel 1916 partì per il fronte e fu assegnato al 241 Reggimento Fanteria. Combatté in diversi punti del fronte comportandosi da prode.
Amava la madre, le sorelle e i fratelli, di un amore senza confronti. Tale amore non gli fece mai perdere la serenità dello spirito e l'alto senso ch'egli aveva del dovere. Dalla prima linea scriveva alla mamma : "… sii calma, abbi forza, pazienza e fede nei nostri destini…".
Il 23 giugno 1918, pochi giorni prima della gloriosa morte scriveva : "Si è scatenata l'offensiva. I signori austriaci credevano di poter fare una breccia sul fronte italiano. Il buco lo hanno fatto, ma nell’acqua. Fatti coraggio, mamma e sta allegra come sto io…".
Il 29 giugno, dopo tre furiosi attacchi nettamente e vittoriosamente respinti colpito dalla mitraglia cadeva eroicamente come aveva combattuto.
Gli fu concessa la Medaglia d'Argento al valor militare con la seguente, magnifica motivazione:
" Sprezzante del pericolo, incitando i suoi uomini che, dopo tre furiosi assalti, aveva condotto sulle posizioni nemiche, tenacemente difese, magnifico esempio di spirito combattivo, cadeva, colpito da pallottola di mitragliatrice austriaca, dopo avere, col proprio sacrificio, magnificamente contribuito al felice risultato della vittoriosa azione, dimostrando quanto possa l'alto fervore aggressivo, il nobile entusiasmo, il senso profondo de dovere, ad ogni costo compiuto".
Col d'Echele, 29 giugno 1918.
Soldato Lauricella Eduardo
di Calogero e Pellerino Pietra
Nato a Canicattì nel 1897. - Alle insidie e ai ritrovati che il nemico metteva in campo ogni giorno per offendere il nostro valore e per diminuire il nostro eroismo, si dovettero contrapporre mezzi adeguati. Furono perciò create le sezioni lanciafiamme che, com'era naturale, vennero affidate ai Reparti d'Assalto.
Il soldato Lauricella che aveva fatto un breve corso di lanciafiamme, fu destinato alla 122 Sezione che operava col 20 reparto d'assalto. Prestò la sua efficace opera sulla Bainsizza nell'agosto del 1917 e fu poi impegnato sul Montello, nell'azione ch'è passata alla storia con nome di battaglia del Piave.
Il 10 giugno del 1918 mentre col suo apparecchio respingeva il nemico, fu colpito a morte e cadde eroicamente sul Montello.
Soldato Cacciato Alfonso
di Giovanni e Cigna Carolina
Nato a Canicattì nel 1896. - Fu sempre col 268 Reggimento Fanteria e in ogni punto del fronte diede prove non dubbie della sua abnegazione. Nel giugno del 1918 sul Piave, mentre il nemico credeva di poter superare le nostre linee ch'erano state sconvolte dal violento bombardamento avversario, il giovane soldato Cacciato fu ferito alla coscia destra. Raccolto da alcuni compagni fu accompagnato all'ospedaletto da campo N, 95 per le necessarie cure. Ma una forte infezione sviluppatasi subito dopo nella ferita, determinava ben presto la morte del giovane Cacciato il i luglio 1918.
Soldato Giudice Raffaele
fu Giuseppe e di Elia Giovanna
Nato a Canicattì nel 1895. - Apparteneva al 76 Reggimento Fanteria e con esso aveva combattuto in vari punti del fronte italiano, dando sempre luminose prove di ardimento e di coraggio.
Quando il II Corpo d'Armata al comando del valoroso Generale Albricci fu destinato in Francia per aiutare l'esercito francese a sostenere l'urto violento dei tedeschi, anche il 70 Reggimento fu ben presto impegnato.
Il nemico credette di potere avere buon giuoco sulle truppe italiane poco preparate alla guerra di manovra, ma e previsioni furono smentite e nel combattimento del 1 luglio 1918 i tedeschi non fecero un sol passo avanti. Nel Bois de Rouvres il Giudice dava il suo sangue alla causa della libertà e della giustizia.
Egli, che fu sempre un ardito soldato, voleva forse vendicare il fratello Biagio che era caduto nel 1916 SUI Campo in seguito alle ferite riportate a Monte S. Michele.
Il valore del soldato italiano fu riconosciuto (se pur non apprezzato in seguito) dagli stessi francesi, tanto che nel bollettino di guerra del 23 novembre 1918 il Maresciallo di Francia Hubert scrisse: "… I soldati francesi non dimenticheranno mai che nello sforzo finale della Francia i fratelli d'Italia marciarono a fianco a fianco con essi.... ".
Il Lo Giudice Raffaele è uno dei 5000 morti che testimonieranno sempre al mondo come il soldato italiano seppe condurre la guerra anche sul fronte occidentale, vincendo e morendo.
Soldato Calabrese Salvatore
Nato a Spaccaforno nel 1886. - Nato a Spaccaforno si era da ragazzo trasferito a Canicattì dove ebbe la prima educazione e la prima istruzione. Giovane ancora intraprese il mestiere di muratore. Era laborioso e quindi ben voluto da tutti. Chiamato alle armi per mobilitazione fu al fronte con la 141 Compagnia Mitraglieri Fiat nel maggio del 1916 e sempre compiendo disciplinatamente il suo dovere, vi rimase fino al luglio del 1918.
Il 2 luglio mentre la 141 Compagnia Mitraglieri piazzata nella testata della Valle S. Lorenzo (Piave) coi suoi tiri precisi respingeva il nemico, fu preso in pieno da una granata austriaca e ferito mortalmente esalava lo spirito al Creatore.
Dal cielo degli eroi protegge i suoi tre figlioli e indica loro la via da seguire perché crescano degni del padre, timorati di Dio, fedeli e pronti a dare, ove occorra, la vita per la grandezza d'Italia.
Un fratello del Calabrese: Orazio per le ferite riportate in guerra è rimasto mutilato.
Soldato Napoli Paolo
fu Antonio e La Porta Maria
Nato a Canicattì. - Il soldato Napoli Paolo che aveva Perduto un fratello in seguito alle ferite riportate sull'altipiano di Asiago il 5 luglio 1916, nutriva forse nell'animo il proposito di vendicarlo. Combatté per circa un anno in vari punti del nostro fronte, e, quando la Francia, pressata fortemente dal nemico, chiese aiuti per il rafforzamento delle posizioni fino allora mantenute a furia di sacrifici, con una di quelle compagnie ausiliarie, la 105, il Napoli fu inviato in Francia. I tedeschi con tenacia forzarono la linea e i francesi furono costretti a ripiegare. Le nostre compagnie ausiliarie si trovarono di colpo a contatto del nemico e organizzarono coi francesi la resistenza.
Il 3 luglio 1918 nel combattimento di Armentieres presso Dressè il valoroso Napoli per le ferite riportate sacrificava la vita sul campo.
Soldato Bordonaro Antonio
di Luigi e Falcone Giovanna
Nato a Canicattì nel 1899. - Nei momenti in cui l'onore, la fortuna e l'avvenire di una nazione sono seriamente compromessi, il buon senso del popolo sa che disertare la lotta è tradimento e quando la nazione non ha più uomini maturi da mettere in campo per la vittoria definitiva, arma la sua balda giovinezza e respinge il nemico.
L'Italia dopo tre anni e mezzo di lotte cruente aveva bisogno di rinforzare le linee, di colmare i vuoti e di prepararsi allo sforzo supremo. Chiamò alle armi i giovani del '99 e tra essi Antonio Bordonaro, umile contadino, unico figliolo ed unica speranza dei suoi genitori.
Egli fu assegnato all'81 Fanteria e con esso combatté sul Grappa e poi sul Piave.
Il 2 luglio del 1918 mentre l'esercito italiano come un sol uomo era impegnato nel settore del Piave per ricacciare e sconfiggere l'esercito nemico, il giovane soldato Bordonaro restava gravemente ferito durante il combattimento.
A sera fu ricoverato nell'ospedaletto da campo N. 075 di Mogliano Veneto dove morì il 4 luglio 1918.
La sua salma avvolta nel tricolore, per il quale aveva combattuto, ebbe i dovuti onori.
Soldato Calabrò Diego
di Antonio e Napoli Maria
Nato a Canicattì nel 1899. - All'eroismo dei vecchi soldati, di quelli che avevano combattuto la guerra insidiosa ed estenuante della trincea, si aggiunse quello dei giovanissimi del '99. Tra essi era il caro Calabrò giovane pieno di fede e di entusiasmo nella vittoria finale.
Fu al fronte poco dopo la sua chiamata alle armi e destinato alla 1578 Compagnia Mitragliatrici Fiat. Lottò con ardore e con audacia fino al 4 luglio del 1918, ma in quel giorno mentre colla sua compagnia respingeva il nemico che tentava di vincere la tenace resistenza dei nostri a Nord Est di Chiesanuova (S. Donà di Piave), fu investito da una granata e lasciava la vita su quel campo che aveva visto il suo eroismo e il suo valore.
Soldato Lo Giudice Giuseppe
di Vincenzo
Nato a Canicattì. - Con molti altri prodi e valorosi compagni era stato inquadrato nel glorioso Il Corpo d'Armata e destinato in Francia per recare aiuti ai soldati della vicina Repubblica. Apparteneva alla 1702 Compagnia Mitragliatrici Fiat e fu dislocato in uno dei più difficili e delicati punti della linea francese il Bois du Coutron (Francia). Nel luglio del 1918 il II Corpo d'Armata fu attaccato furiosamente dai tedeschi con l'impiego dei mezzi più violenti e più micidiali non esclusi i carri blindati.
Il 15 luglio 1918 molto sangue italiano fu versato su quel bosco, ma i tedeschi dovettero convincersi che ogni fatica ed ogni tentativo eran vani, perché i soldati italiani erano abituati a morire piuttosto che cedere un sol palmo di terreno.
Nel furioso combattimento di quel giorno con altre centinaia di valorosi nostri soldati cadde sul campo di battaglia francese il prode Lo Giudice.
Il suo nome scolpito sul marmo di un monumento eretto in terra di Francia, a Bligny, non sarà mai dimenticato da noi e dalle generazioni future.
Soldato Di Salvo Giuseppe
di Pietro e Giordano Maria
Nato a Canicattì nel 1899. Licenziatosi con esito lusinghiero dalle scuole elementari aveva abbandonato gli studi per darsi all'agricoltura. Aveva idee di gloria e di grandezza e soffriva perché si vedeva costretto a svolgere tutta la sua attività entro i confini del suo angusto podere. Cresciuto nel periodo eroico della guerra, seguiva con ansia e trepidazione le vicende dei combattenti.
Chiamato alle armi si sentì un uomo e con fierezza indossò il grigio verde. Ben presto raggiunse il fronte e nell'aprile del 1918 partecipava colla 5 compagnia del 5 Fanteria ad alcune azioni. Dal 15 al 18 giugno quattro giorni di asprissima lotta combatté da prode coi compagni giovani e coi veterani per sconfiggere il nemico. Il 27 ottobre mentre il Reggimento si copriva di gloria, sul Valderoa moriva sul campo il valoroso ed intrepido Di Salvo.
Soldato Ripellino Filippo
di Michele e Sciabbarrasi Luigia
Nato a Ravanusa. - Da molti anni per ragioni di lavoro si era domiciliato a Canicattì, dove aveva anche preso moglie. Aveva una grande passione per la meccanica e non trovando ove esplicarla si era messo a fare l'orologiaio. Scoppiata la guerra mondiale e deciso più tardi, nel maggio del 1915, l'intervento dell'Italia, questo giovane ed umile operaio accorse alle armi.
Dopo una serie di vicende giunse al fronte e fu destinato al 114 Fanteria. Vi rimase per lungo tempo dal dicembre 1917 all'ottobre 1918 e partecipò a tutte le azioni del reggimento sul Monte Grappa.
Il 27 ottobre del 1918 proprio quando l'esercito Italiano stava per riportare la più grande e la più strepitosa vittoria sul nemico, nell'ultima, disperata resistenza opposta al nostro esercito, il valoroso Ripellino, moriva per le ferite riportate sul Piave.
Soldato Milazzo Antonio
di Calogero e Sena Giuseppa
Nato a Canicattì. - Lasciata la sua occupazione di sottocapo mugnaio che aveva disimpegnato con scrupolo e con capacità, corse alle armi per ingrossare le file dell'esercito. Per tre anni consecutivi fece il suo dovere con i reparti di prima linea uscendone sempre miracolosamente incolume.
Nel giugno del 1918 squillata la diana della riscossa si trovò sul Piave, su quel fiume sacro, pronto a tutto osare e a tutto dare per la libertà e la grandezza della Patria.
Nelle giornate gloriose del Piave, durante le quali si registrarono atti di sublime eroismo e di valore senza precedenti, il soldato Milazzo fu sempre tra i primi nel ricacciare il nemico furente e baldanzoso. Le sorti della battaglia furon favorevoli al nostro esercito e quando più tardi s'iniziò l'inseguimento del nemico, il Milazzo, fu sempre tra i primi.
Mentre col suo Reggimento il 227 Fanteria stava per raccogliere a piene mani gli allori della vittoria, premio adeguato a tanto eroismo, colpito da piombo nemico, cadeva nei pressi di Sagrado al di là dell'Isonzo riconquistato alla Patria, solo quattro giorni prima della fine della guerra e cioè il 30 ottobre del 1918.
Sergente Lo Giudice Vincenzo
di Giovanni e Caramanna Rosa
Nato a Canicattì nel 1893. - Questo giovane contadino che per il suo valore e per il suo grado di cultura aveva ottenuto successivamente la promozione a caporale e poi a sergente, fece della sua vita olocausto per la libertà delle provincie oppresse dal nemico.
Il suo valore era già consacrato nelle azioni di Plava, Monte Cucco, Monte Santo dove aveva combattuto e guadagnato la stima dei superiori.
Nell'aprile del 1918 fu mandato in Francia e lì combatté accanto agli alleati dando prova del suo indomito coraggio e del suo grande valore.
Ferito gravemente in combattimento negli ultimi giorni della tremenda guerra, vide sorgere l'alba della radiosa vittoria, ma il 20 novembre 1918 con l'orgoglio dì aver fatto interamente il suo dovere serenamente moriva in Francia in seguito alle ferite riportate combattendo colla 149 compagnia ausiliaria.
Fine della Parte Prima
Soldato Caramanna Luigi
di Francesco e Difalco Diega
Nato a Canicattì nel 1896. - Arruolato fu assegnato all'86 Fanteria. Si ammalò di bronco- polmonite e il 18 marzo 1916 cessò di vivere nell'ospedale militare principale di Palermo.
Soldato Luparelli Albion Sembrino
Nato a Ravanusa nel 1887. - Era domiciliato a Canicattì, dove aveva anche preso moglie. Chiamato alle armi, dovette partire per il fronte. Morì a Carignano il giugno 1916 in seguito ad iniezione anticolerica.
Soldato Argento Gioachino
fu Luigi e Guarneri Grazia
Nato a Canicattì. - Pur essendo unico figlio, e quindi unica ragion di vita della sua mamma, abbandonò la zappa e l'aratro e corse con entusiasmo ad impugnare le armi in difesa della Patria. Apparteneva al 232 Fanteria 6^ compagnia e con esso aveva partecipato alla presa di Gorizia.
Pur essendo abituato alle fatiche ed ai disagi dopo pochi giorni della liberazione di Gorizia, dove si era comportato da valoroso, colpito da polmonite doppia, veniva ricoverato all'ospedaletto da campo N. 65 in Cormons e là serenamente moriva il 27 agosto del 1916.
Soldato Lo Dico Rosario
fu Diego e Nicosia Maria
Nato a Canicattì nel 1886. - Fu col 148 Fanteria in diversi punti del fronte e prese parte a svariati combattimenti. Ammalatosi gravemente nell'agosto 1916 fu internato in luoghi di cura. La nifirite che in un primo tempo sembrava curabile, diventò acuta e il 9 settembre 1916 cessava di vivere ad Arta nell'Ospedale della Croce Rossa N. 52.
Sottotenente Stella Nazzareno
di Nicolò e Coco Giovanna
Nato a Canicattì nel 1893. - Già riformato, non appena scoppiata la guerra, rinunziò alla riforma e si arruolo.
Fu assegnalo all'Accademia Militare di Torino. Dopo il corso ne uscì col grado di sottotenente e fu assegnato al 7 Reggimento Artiglieria Fortezza in Alessandria. Di là fu poi mandato al corso Fotoelettrici ed Automobilisti in Piacenza. Qui, forse a causa del rigido clima, gli si riacutizzò l'obite per la quale a suo tempo era stato riformato. Fu operato, ma l'intervento tardivo non valse a salvarlo e l'11 settembre 1916, assistito dal padre ch'era corso al suo capezzale serenamente se ne moriva.
Era studente al 4° anno d'ingegneria nel Politecnico di Torino.
Soldato Curto Vincenzo
di Giovanni e Provenzano Rosaria
Nato a Canicattì nel 1896. - Chiamato alle armi fu assegnato in Artiglieria da Fortezza. Nel 1916 perché ammalalo fu inviato, dal 40 Fortezza, all'ospedale militare di Messina dove morì il 26 ottobre 1916.
Soldato Mulone Giuseppe
di Amedeo e Anello Marianna
Nato a Canicattì. - Non aveva istruzione, ma per guadagnarsi da vivere si era messo a fare il carrettiere.
Chiamato alle armi fu istruito e mandato al fronte. Destinato all'85 Reggimento Fanteria fu sul Trentino e a Vallarsa. A causa del clima rigido e della vita di trincea, ebbe i piedi congelati.
Impossibilitato a muoversi fu ricoverato nell'ospedaletto da campo N. 094 a Malo, ma dopo pochi giorni, il 12 dicembre del 1916. moriva per il congelamento e per sopravvenuta paralisi intestinale.
Soldato Romeo Michele
di Giuseppe e Di Giovanni Rosa
Nato a Canicattì nel 1895. - Prese parte a diversi combattimenti, ma dovette allontanarsi dalla linea del fuoco perché colpito da meningite. Il 17 dicembre 1916 moriva a Digonera.
Soldato Di Rosa Salvatore
fu Santo e Sena Diega
Nato a Canicattì nel 1895. - Pur essendo unico figliolo ed avendo a carico la madre vedova, la moglie ed una figlia. appena chiamato alle armi lasciò i campi che coltivava con amorevole cura e diventò soldato.
Dopo un periodo di preparazione materiale e spirituale relativamente breve fu inviato al fronte e destinato al 76 Fanteria che si apprestava proprio in quel tempo ad espugnare la quota 144 a Monfalcone. Lottò con ardore giovanile destando l'ammirazione di tuffi quelli che lo circondavano. Durante l'inverno successivo a causa dei disagi della trincea si ammalava di bronco-polmonite e ricoverato all'ospedaletto da campo N. 079 vi moriva il 1 dell'anno 1917.
Soldato Dibilio Vito
di Filippo e Petruzzella Luigia
Nato a Canicattì nel 1890. – Fu combattente e partecipò col 144 Fanteria a diverse azioni dal dicembre 1916 fino al marzo 1917. In trincea si ammalò di broncopolmonite. Fu ricoverato all’ospedale di Aquileia per le cure del caso, ma ogni tentativo, per salvarlo, fu vano e il 13 marzo del 1917 esalò lo spirito, col pensiero alla moglie e all’unico figlio.
Il fratello Pietro che pure partecipò alla guerra è rimasto invalido.
Soldato Cassaro Luigi
fu Pasquale e Scrimali Giovanna
Nato a Canicattì nel 1895. - Era già alle armi, quando l’Italia dichiarò la guerra all’Austria. Fu col 20 Fanteria in diversi punti del fronte e fece sempre il suo dovere. Ammalatosi di broncopolmonite fu ricoverato all’ospedale di Palmanova ove morì il 24 marzo 1917.
Soldato Lo Bello Leonardo
di Salvatore e Martines Rosaria
Nato a Casfrofilippo nel 1888. –Fu al 5 Reggimento Fanteria, Travandosi a Canicattì, dove aveva la famiglia, si ammalò e il 30 marzo 1917 morì.
Soldato Di Prima Salvatore
di Paolo e Cammarata Carmela
Nato a Campobello di Licata nel 1878 e domiciliato da molti anni a Canicattì.
Pur essendo di età avanzata fu destinato a reparti di prima linea coi quali fece sempre il suo dovere.
Il 9 aprile 1917, mentre col suo reparto si trovava sul Monte Zebio, moriva colpito da paralisi cardiaca.
Soldato Carlino Antonio
Fu Vincenzo e Romè Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1886. – Chiamato alle armi rispose con slancio all’appello e prestò servizio col 10 Fanteria.
Dopo alcuni mesi si ammalò di broncopolmonite e il 10 aprile 1917 morì.
Soldato Buccheri Giovanni
di Vincenzo e Turco Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1893. - Chiamato alle armi all'inizio della guerra fu destinato all'8 Reggimento Artiglieria.
Nella primavera del 1917 si ammalò di bronco-polmonite e venne ricoverato nell'Ospedale Militare di Verona, dove morì l'11 aprile dello stesso anno.
Soldato Lo Giudice Diego
di Antonio e Lentini Maria
Nato a Canicattì nel 1896. - Per la sua costituzione fu assegnato in artiglieria e ricevuta la prima istruzione fu destinato al 10 Reggimento Artiglieria, Ma per una disgraziata circostanza il 25 aprile 1917 veniva investito da una traffrice e stritolato nei pressi dei Molini di Krinac.
Soldato Mulone Francesco
di Giuseppe e Bordonaro Diega
Nato a Canicattì. - Questo giovane contadino. chiamato alle armi accorse come tutti i suoi compagni per assolvere nella miglior maniera il compito che a lui, umile ed ignaro, poteva essere assegnato.
Fu al fronte col 40 Reggimento Fanteria e partecipò ai combattimenti svoltisi nel maggio del 1917 a Monte Kucco. Stordito, forse, dalle cannonate che come gragnola non cessavano di scoppiare sulle linee occupate dal suo reggimento, si ammalò e nel posto di medicazione del suo reggimento, mentre l'ufficiale cercava di soccorrerlo, moriva per meningite cerebrospinale il 21 giugno de 1917.
Soldato Pontillo Giuseppe
di Carmelo e Falcone Diego
Nato a Canicattì nel 1897. – Ancor giovane fu chiamato per addestrarsi nell’uso delle –armi e correre a colmare i Vuoti nei reparti che già avevano combattuto. Mentre col 48 Fanteria si esercitava nel lancio delle bombe a mano, riportava ferite multiple in varie parti del corpo. Ogni cura fu vana. Morì a Melito il 29 agosto 1917.
Caporale Lo Verme Antonino
di Domenica e La Vecchia Carmela
Nato a Canicattì nel 1888. – Aveva una limitata cultura e faceva il contadino. Scoppiata la guerra e decretata la mobilitazione generale, accorse anche lui alle armi per servire la Patria. Fu al fronte col 20 Fanteria e partecipò agli aspri Combattimenti svoltisi nel giugno del 1917 a Santa Lucia di Tolmino. Per il contegno da lui tenuto di fronte al nemico, in quelle giornate di lotta, fu fatto caporale.
Poi si ammalò di enterite acuta e dovette lasciare la sua squadra sulla linea del fuoco per essere ricoverato all’ospedaletto da campo N. 074 a Dolegna. Il male era grave e il 10 settembre 1917 lentamente si spegneva, mentre il cannone tuonava poco lontano.
Un fratello: Salvatore, fu pure combattente e il 25 ottobre 1917 venne catturato dagli austriaci sull’Altipiano della Bainsizza, mentre col 212 Fanteria, tentava di rompere il cerchio che il nemico aveva stretto attorno al suo reparto.
Sergente Iocca Pietro
di Luigi e Cigna Maria
Nato a Canicattì nel 1894. -Giovane di bell'aspetto, intelligente e vivace. Conseguita la licenza della sesta classe elementare si era messo a fare lo scalpellino e nel suo mestiere era ritenuto uno dei più bravi.
Chiamato alle armi era andato a frequentare il corso di allievi sottufficiali ed aveva già conseguito il grado di sergente quando scoppiò la guerra. Col 40 Fanteria varcò il confine il 24 maggio. Combatté a Castelnuovo sul Carso e l'8 settembre del '15 in un combattimento aspro mentre colla 6^ compagnia mitraglieri Fiat inseguiva il nemico veniva gravemente ferito alla testa e alla coscia destra.
Dopo un lungo periodo di degenza in luoghi di cura si rimise e tornò al suo posto in prima linea.
Nel settembre del 19 17 venne colpito da bronco-polmonite doppia e fu ricoverato all'ospedale da campo N. 215 a Brescia. Dopo pochi giorni il 13 settembre 1917, vinto dal male crudele, soccombeva a soli 23 anni.
Soldato Messina Francesco
di Gaspare e Merulla Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1894. - Per la sua condizione di ferroviere, era stato assegnato alla 13 compagnia del 6 Genio Ferrovieri.
Aveva una cultura limitata, ma d'ingegno pronto sapeva ovunque disimpegnare i suoi compiti lasciando contenti i superiori.
Nell'agosto del 1915 fu col suo reparto inviato in Albania e tra inenarrabili disagi e privazioni di ogni genere vi rimase fino al 14 gennaio del 1917. Colto da malaria fu inviato nella città natia. Ben presto però il male lo vinse e il 16 settembre del 1917 assistito dai familiari, spirava in Canicattì.
Soldato Roccaro Vincenzo
di Salvatore e Monachino Angela
Nato a Canicattì nel 1884. - Morto il 16 ottobre 191 in seguìto a broncopolmonite contratta in zona di guerra.
Soldato Avanzato Domenico
di Salvatore e Provenzano Rosaria
Nato a Canicattì nel 1877. - Entrato in zona di guerra con il 298 Battaglione di Milizia Territoriale, compì servizi difficili di approvvigionamento e di fortificazione.
Dopo tanti disagi si ammalò di polmonite ed il 28 novembre 1917 morì nell'ospedale di guerra n. 72.
Soldato Di Piazza Giuseppe
di Giuseppe e Migliore Maria
Nato a Canicattì nel 1898. - Chiamato alle armi fu fatto idoneo ed arruolato. Dopo parecchi mesi di servizio anche in zona di guerra fu colpito da pleurite e morì a Bari il 29 novembre 1917.
Soldato Di Rosa Vincenzo
fu Carmelo e Lauricella Anna
Nato a Canicattì nel 1882. - Chiamato alle armi per la mobilitazione, lasciò il campicello che coltivava e la sposa con tre bambini che adorava e in poche settimane diventò un bravo soldato. Inviato al fronte fu col 243 Fanteria alla conquista della Bainsizza.
Durante la dolorosa ritirata di Caporetto, pur avendo lottato strenuamente, per cause di forza maggiore venne catturato ed internato in Austria. Dopo due mesi per il dolore e per il poco umano trattamento si ammalò e il 1 gennaio del 1918, lontano dai suoi cari e abbandonato da tutti, morì a Milowitz.
Soldato Mendicini Giuseppe
di Benedetto
Nulla si è potuto sapere sulla sua attività di combattente. Risulta solamente che durante un'azione fu fatto prigioniero.
Dalla viva voce di qualche compagno di sventura si è solo saputo che nel campo dì concentramento si ammalò seriamente e che gli aiuti dei compagni non riuscirono a salvare il Mendicini. Vinto dal deperimento e dall'oligoemia si spegneva lentamente il 16 gennaio 1918 presso il nemico.
Soldato Pulizzi Gaetano
fu Saverio e Curto Maria
Nato a Canicattì nel 1885. - Chiamato alle armi per mobilitazione, raggiunse il 29 Fanteria. Nel gennaio 1918 si ammalò di broncopolmonite a il 21 dello stesso mese morì all'ospedale di Potenza.
Soldato Napoli Vincenzo
di Angelo e Gangitano Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1882. - Dopo di aver partecipato a diverse azioni quale mitragliere in una compagnia Fiat, si ammalò gravemente e fu ricoverato nell'ospedale da campo N. 125.
I medici riscontrarono un tumore addominale e tentarono ogni mezzo per salvarlo, ma ogni cura fu vana e il 24 febbraio del 1918 cessò di vivere.
Soldato Li Calzi Diego
fu Angelo e Di Pasquale Farina Angela
Nato a Canicattì nel 1886. - Mentre il 2 Fanteria nel quale era da tempo effettivo si batteva valorosamente, il povero Li Calzi venne fatto prigioniero e dopo peripezie e privazioni di ogni sorta andò a finire nel campo di concentramento di Samoria. Qui, forse a causa dei disagi si ammalò di catarro bronchiale e morì il 5 marzo del 1918.
Soldato Cordovano Diego
di Carnielo e Casciano Mariantonia
Nato a Canicattì nel 1880. - I soldati italiani sapevano qual era la sorte a loro riservata se avevano la disgrazia di cadere nelle mani del nemico e per questo lottavano strenuamente e si contentavano morire sul campo piuttosto che venire catturati. Ma quando, perché feriti o per cause di forza maggiore, non riuscivano a liberarsi, si facevan trascinare ai campi di concentramento come chi va al patibolo.
La triste sorte di cadere nelle mani del nemico toccò anche all'umile soldato Cordovano del 20 Fanteria. Aveva combattuto eroicamente sul Monte Novegno (Trentino) dando prove di valore nelle azioni del giugno 1917 e in quelle successive. Il 22 settembre dello stesso anno, mentre in un posto avanzato faceva la vedetta, preso alle spalle e ridotto all'impotenza venne trascinato nelle linee nemiche e quindi al campo di concentramento di Nagy Varadi dove più tardi il 13 marzo morì per polmonite.
Soldato Bartolotta Antonio
fu Francesco e Di Naro Diega
Nato a Canicattì nel 1892. - Aveva fatto tutto il suo dovere di soldato quando si ammalò di meningile cerebro spinale. Dall'86 Fanteria dove era effettivo fu ricoverato all'Ospedale R. Pilo di Palermo e vi morì il 21 marzo 1918.
Soldato Restivo Carmelo
fu Stefano e Messina Vincenza
Nato a Canicattì nel 1884. - Fin da bambino si era dedicato all'agricoltura e col lavoro assiduo ed operoso era riuscito a metter su famiglia. Aveva tre figlioletti che manteneva con una certa agiatezza e quando la Patria lo chiamò, lasciò senza esitazioni la famiglia e corse alle armi.
Giunse al fronte nel dicembre del 1916 e vi rimase per circa un anno col 2 Reparto Zappatori del 244 Fanteria.
Partecipò a diverse azioni e alle due grandi avanzate del maggio 1917 sul monte Kucc e dell'agosto-settembre 1917 sull'altipiano della Bainsizza.
Più tardi fu spostato e si trovava sul Monte Nero quando si sferrò l'offensiva nemica dell'ottobre del 1917. Il suo reparto tagliato dal resto dell'esercito e circondato dagli austriaci compì atti di valore per trovare scampo. Ogni sforzo fu vano e il 23 ottobre venne fatto prigioniero.
A causa delle sofferenze e dei disagi si ammalò e il 22 marzo del 1918 morì a Milowitz in Boemia.
Soldato Lo Giudice Salvatore
fu Giuseppe e Maira Grazia
Nato nel 1877. - Mentre era effettivo al 144 Batt. di Mil. Territoriale fu inviato in licenza a Canicattì suo paese natio, ma durante la licenza si ammalò e il 6 aprile 1918 morì.
Soldato Pellegrino Nicolò
fu Salvatore e Muratore Maria
Nato a Canicattì nel 1877. - Per la sua età era stato assegnato a reparti di milizia territoriale e 1' 11 aprile dell'anno 1918, colto da malattia moriva in Canicattì.
Soldato Giardina Paolo
di Angelo e Petralito Maria
Nato a Canicattì nel 1884. - Fu valoroso e combatté col 76 Fanteria in diversi punti del fronte.
Durante un'azione fu dato disperso, ma dopo parecchi mesi si seppe ch'era caduto prigioniero e che si trovava a Nagglace presso il nemico. In quel campo di concentramento si ammalò e vi morì il 12 aprile 1918.
Soldato Trupia Antonio
di Calogero e Lalomia Calogera
Nato a Canicattì nel 1896. - Apparteneva al 3 Fanteria di stanza a Messina quando si ammalò di meningite. Ricoverato in quell'ospedale, ben presto peggiorò e morì il 12 aprile 1918.
Soldato Sciabbarrasi Carmelo
fu Antonio e Li Calzi Carmela
Nato a Canicattì nel 1895. - Pur essendo unico figlio, rispose con animo sereno all'appello della Patria e indossò il glorioso grigioverde. Ben presto fu colpito dalla bronco-polmonite e il 19 aprile 1918 cessò di vivere ad Acquaviva delle Fonti.
Caporale Lo Presti Carmelo
di Carmelo e Di Marco Mariantonia
Nato a Canicattì nel 1891. - Questo autentico contadino laborioso e fattivo, era stato in Libia e lì aveva combattuto con valore, ma nei primi mesi del 1915 quando cominciava a profilarsi sull'orizzonte politico la possibilità e la opportunità del nostro intervento. fu richiamato e destinato al 12 Gruppo Bombardieri del 30 Artiglieria Fortezza. Con tale reparto si trovò ai confini della Patria il 24 maggio 1915. Fu poco più tardi sul Monte Nero. Partecipò col suo gruppo a svariate azioni spianando la via ai valorosi compagni di fanteria.
Nell'agosto del 1916 partecipò alla vigorosa azione che culminò con la espugnazione del campo trincerato di Gorizia e con la liberazione della città. Nel dicembre del 1917 era ancora sul Monte Grappa per impedire al nemico la conquista delle nostre valli.
Nel maggio del 1918 in premio della condotta tenuta in tutte le azioni. fu mandato in licenza, ma giunto a Napoli si ammalò e fu ricoverato all'ospedale Cotugno, dove morì il 9 maggio del 1918.
Soldato Provenzano Angelo
di Antonio e Alletto Angela
Nato a Canicattì nel 1895. - Apparteneva all'8 Reggimento Artiglieria Fortezza. Si era trovato al fronte il 24 maggio del 1915 e vi era rimasto fino al 24 ottobre 1917 giorno in cui venne catturato e trascinato in un campo di concentramento prigionieri nell'interno dell'Ungheria.
Aveva partecipato alla brillante azione della Bainsizza nell'agosto-settembre 1917 e poi nell'ottobre sull'Isonzo. Nella ritirata non volle abbandonare la batteria, con la quale fino all'ultimo fece fuoco sul nemico, ma circondato, dovette arrendersi dopo di aver messo fuori uso il suo pezzo. In prigionia ben presto si accorò e ammalatosi di tubercolosi polmonare, morì presso il nemico il 15 maggio del 1918.
Altri due fratelli, Calogero e Giuseppe, combattendo eroicamente coi reparti ai quali erano effettivi diedero anch'essi parte del loro sangue essendo stati feriti rispettivamente il primo sul Monte Le Merle il 15 giugno 1916 ed il secondo sulla Bainsizza col 148 Reggimento Fanteria.
Soldato Lalomia Raimondo
di Antonio e Caico Giuseppe
Nato a Canicattì nel 1888. - Apparteneva al 2 Reggimento speciale quando colpito da febbre fu ricoverato all'ospedale di Caserta ove morì il 17 maggio 1918.
Soldato Dovetto Antonio
d’Ignoti
Nato a Canicattì nel 1879. - Pur essendo avanzato negli anni in confronto ai compagni d'armi del ’99, era vigoroso ed audace. Per ragione della sua età fu tenuto nelle retrovie fino ai primi di marzo del 1917. Anelava di andare al fronte per dare il suo braccio in un posto più degno. Giunse in zone di guerra il 7 marzo del 1917 e fu assegnato alla 9 compagnia del 207 Reggimento Fanteria.
Si distinse nell'azione della Bainsizza dell'agosto - settembre 1917.
Si trovava in prima linea quando il 24 ottobre, il nemico sferrata una violenta offensiva su tuffi i settori del vasto fronte, si apriva il varco a Caporetto. Il valoroso soldato Dovetto ed altri compagni, opposero al nemico tenace resistenza. Dopo alcune ore di lotta , privi di munizioni e sopraffatti dal numero, furono catturati e trascinati nei campi di concentramento a morir di fame e di stenti. Il soldato Dovetto si ammalò. Perché di costituzione forte e robusta. si trascinò tra la vita e la morte privo di conforti e di aiuti per parecchi mesi. Il 26 giugno del 1918 le sue condizioni divennero gravissime e morì a Sedezolazionbr.
Soldato Lo Manto Salvatore
di Vincenzo e Guarneri Concetta
Nato nel 1897. - Chiamato alle armi ancor diciannovenne ebbe impartite poche settimane di istruzioni e fu quindi destinato al 76 Reggimento Fanteria.
Si preparava allora la partenza del 20 Corpo d'Armata destinato a coprirsi di gloria in Francia e il suo Reggimento fece parte di quella spedizione. Ma dopo varie azioni. forse a causa degl'insani gas che i tedeschi lanciavano senza economia e senza scrupoli, si ammalò di tubercolosi polmonare e in breve, il 27 giugno 1918 spirava a Minden.
Caporale Fazio Gelata Antonio
fu Diego e Ruggiano Vincenza
Nato a Canicattì nel 1897. - Questo giovanissimo bombardiere, pieno di ardimento e di fede aveva partecipato a svariate azioni con l'11 Battaglione Bombarde, ma un giorno la posizione delle bombarde, che tante perdite avevano prodotto nelle file nemiche, fu aggirata da forti nuclei di truppa nemica e i valorosi bombardieri che avevan fatto uso delle armi fino all'ultimo momento estenuali e feriti dovettero abbandonare la posizione. Voleva resistere il caporale Fazio Gelata, ma fu preso prigioniero. Per il dolore e per le privazioni, si ammalò e il 6 luglio 1918 cessò di vivere presso il nemico.
Soldato Di Pasquale Giuseppe
fu Diego e La Vona Domenica
Nato a Canicattì nel 1885. - Aveva già fatto il suo dovere nella zona delle operazioni di guerra quando, si ammalò di meningite. Lasciò il 17 Fanteria per essere ricoverato all'ospedale di Ascoli Piceno. Vi morì il 21 luglio 1918.
Soldato Di Bella Carmelo
di Diego e Giordano Calogera
Nato a Canicattì nel 1886. -Un poco tardi per ragioni di età, ma sempre in tempo per compiere intero il suo dovere, il soldato Di Bella Carmelo giunse al fronte nel maggio del 1917.
Fu assegnato al 264 Fanteria e dopo d'aver partecipato a vari combattimenti cadde nelle mani degli austriaci durante la ritirata di Caporetto. Persuaso che nella prigionia lo attendeva la morte cercò di togliersi la vita. Non vi riuscì e fu trascinato al campo di concentramento di Prottan dove il 6 agosto del 1918 morì.
Il fratello Antonio che aveva eroicamente combattuto sul nostro fronte, nel combattimento del 12 luglio 1918 a Bligny (Francia) colpito da scheggia di granata vi rimase mutilato del braccio destro.
Soldato Trupia Vincenzo
di Salvatore e Ligori Felicia
Nato a Canicattì nel 1889. - Dopo di essere stato al fronte e di avere combattuto col 77 Fanteria in diversi punti della zona d'operazione, si ammalò di scorbuto. Il caso si manifestò subito grave per cui fu ricoverato in un ospedale di tappa dove morì il 13 agosto 1918.
Soldato Seina Salvatore
di Antonio e Panzica Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1877. - Morto per Malaria ad Agrigento il 18 agosto 1918.
Soldato Meli Giovanni
di Vincenzo e Valenti Mariantonia
Nato a Canicattì nel 1895. - Appena prosciolto dall'obbligo scolastico, per procurare il necessario alla famiglia intraprese il mestiere di calzolaio.
Chiamato alle armi fu assegnato al 30 Reggimento Fanteria e con esso si trovò in linea il 24 maggio del 1915.
Il 5 giugno passato l'Isonzo, per dare prova del suo coraggio e del suo valore, si spinse troppo avanti e caduto nella trappola preparata dal nemico, fu circondato e catturato. Mentre con sovrumani sforzi tentava di liberarsi, fu legato e dopo i vari interrogatori a cui fu sottoposto, venne internato in un campo di prigionieri.
Nel giugno del 1918, a causa della fame patita e del duro lavoro, si ammalò e il 7 settembre morì presso il nemico.
Il fratello Ferdinando caporale al 2 Reggimento morì nel Mediterraneo in seguito a siluramento del piroscafo "Verona".
Soldato Messina Calogero
di Sebastiano e Adamo Maria
Nato a Canicattì nel 1893. - Destinato ad un laboratorio pirotecnico, sperava di ritornare ad abbracciare i suoi, ma internato nell'ospedale di Parma per malattia, vi morì l'11 settembre 1918.
Soldato Li Calzi Antonio
fu Salvatore e Alaimo Maria
Nato a Canicattì nel 1878. - Pochissime notizie si hanno di quest'umile soldato che pur non essendo più giovane, rispose alla chiamata della Patria.
Si sa soltanto che proprio sul finire della grande guerra si ammalò di polmonite e fu ricoverato all'ospedale di Bari, dove morì il 15 settembre 1918.
Capor. Magg. Lo Verde Diego
fu Giuseppe e Loreto Maria
Dopo di aver fatto il suo dovere al fronte coi diversi reparti ai quali aveva appartenuto, fu destinato al 29 Fanteria Fu colto da malaria perniciosa e il 18 settembre del 1918 cessò di vivere nell'ospedale di Potenza.
Soldato Brancato Domenico
di Andrea
Nato a Canicattì nel 1885. - Per compiere il suo dovere d'italiano, aveva lasciato la moglie e due figlioletti.
Per la sua età poteva stare un po’ lontano dalle prime linee, ma non volle. Fu col 64 Fanteria e a Bligny, in quelle giornate di sacrifici e di eroismi compiuti dagl'italiani su suolo francese, lottò con entusiasmo e con valore. Non potè vedere l'alba della vittoria perché colpito da polmonite grippale (spagnola) morì a Ioigon (Francia) il 5 ottobre 1918
La sua salma, esumata dopo l’armistizio, fu portata in patria e Canicattì l’accolse con un’apoteosi di gloria.
Soldato Maira Santo
fu Gaetano e Fazio Calogera
La influenza epidemica che fece stragi, senza riguardi all’età e alle condizioni sociali, causò anche nell’esercito dei vuoti. Il soldato Maira che si trovava a Barcellona nella 6’ casermetta, fu colpito dalla terribile malattia e il 5 ottobre 1918 cessò di vivere.
Soldato Acquisto Giuseppe
di Salvatore e Tedesco Concetta
Nato a Canicattì nel 1895. – Dopo di aver fatto tutta la guerra con fede ed ardimento, dopo di avere impavido affrontato il nemico col 16 Fanteria al quale apparteneva, non potè eroicamente morire come eroicamente si era battuto. Il male che faceva stragi, la bronco- polmonite, lo colpì. Fu ricoverato all’ospedale da Campo N. 33 e il 6 ottobre 1918 vi morì.
Soldato Giuliana Rosario
fu Giacomo e Turco Carmela
Nato a Canicattì nel 1886. – Mentre col suo reparto si apprestava a sostenere l’ultimo decisivo urlo che doveva culminare ben presto nella vittoria, venne attaccato da bronco-polmonite e ricoverato nell’ospedaletto da campo N. 113 vi morì l’8 ottobre 1918.
Soldato Paci Alfonso
di Vincenzo e Fede Maria
Nato a Canicattì nel 1883. - Era stato al fronte ed aveva, come gli altri, fatto il proprio dovere. Si ammalò mentre si trovava al Deposito del 5 Fanteria. Ricoverato all'ospedale di Agrigento vi morì il lo ottobre 1918.
Soldato Cutaia Angelo
fu Vincenzo e Virone Diega
Nato a Canicattì nel 1892. - Apparteneva alla 10 compagnia di sussistenza e cercava di rendersi utile fino all'ultimo, ma colpito da malattia veniva ricoverato all'ospedale S. Eligio in Napoli e vi moriva il 9 ottobre 1918.
Soldato Campisi Salvatore
fu Salvatore e Fasulo Rosa
Nato a Marianopoli nel 1889. - Di animo mite e buono, ma vigoroso ed energico, appena alle armi si fece voler bene dai compagni e dai superiori. Destinato al 4 Reggimento Artiglieria di Fortezza, disimpegnò in batteria, il suo dovere con puntualità e con scrupolo.
Prese parte alle azioni di giugno 1916 sull'altipiano di Asiago e più tardi, nell’agosto-settembre 1917, a quelle della Bainsizza. Nell'ottobre del 1918, quando il nostro esercito compiva io sforzo supremo per abbattere per sempre l'esercitò Austro-Ungarico, fu colto da bronco-polmonite e pochi giorni dopo, il 12 ottobre moriva nell'ospedaletto della 77 Sezione di Sanità.
Soldato Cassaro Antonio
di Pasqua1e e Scrimali Giovanna
Nato a Canicattì nel 1887. - Dopo di aver dato alla patria il suo braccio, proprio alla vigilia della grande vittoria, il 14 ottobre 1918, colpito da polmonite doppia, si spegneva nell'ospedale di Gaeta.
Soldato Martorana Carmelo
di Diego e Lumia Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1897. - Soldato del 5 Fanteria fu colpito da bronco-polmonite proprio alla vigilia della grande vittoria. Il male ribelle ad ogni cura, ben presto ebbe ragione, ed il povero Martorana il 15 ottobre 1918 cessò di vivere all'ospedale di Agrigento.
Soldato Drogo Angelo
di Diego e Cassaro Diega
Apparteneva alla 30 Compagnia Presidiaria e faceva nel miglior modo il suo dovere quando, colpito da bronco-polmonite, veniva ricoverato d'urgenza all'ospedale e vi moriva subito dopo, precisamente il 17 ottobre 1918.
Soldato Ciuni Giuseppe
di Matteo e Martines Carolina
Nato a Canicattì nel 1895. - Sono a tutti noti i disagi dei nostri reparti in Albania. Era un settore relativamente calmo dove i combattimenti si svolgevano con scarsezza di mezzi e ad intervalli piuttosto lunghi.
Il soldato Ciuni, che aveva abbandonato il mestiere di fornaio per servire la Patria, era stato destinato al 72 Fanteria e con esso nell'aprile del 1918, dopo di avere sfidato le insidie nemiche sul mare, giunse in Albania. Partecipò alle azioni svoltesi in quel periodo. Nei primi dell'ottobre 1918 si ammalò di bronco-polmonite e fu ricoverato all'ospedaletto da campo n. 113 dove morì il 18 ottobre 1918.
Caporale Parla Eduardo
di Antonio e Lauricella Rosa
Nato a Canicattì. - Nel gennaio del 1917 con un gruppo di nuovi complementi veniva assegnato al 224 Reggimento Fanteria. Prese parte a tutti i combattimenti svoltisi dal suo arrivo fino all'ottobre dello stesso anno. Dopo un bombardamento di parecchie ore, effettuato dai cannoni di tutti i calibri e dagli aeroplani, il nemico attaccò con estrema violenza le nostre posizioni. Incurante delle forti perdite inflittegli dai nostri, spinse con disperazione sempre crescente le sue truppe e riuscì a rompere, in qualche punto, le linee. Il 23 ottobre 1917 il caporale Parla Eduardo che aveva voluto resistere fino all’ultimo, si trovò circondato da nemici e fatto prigioniero. Morì nel campo di concentramento di Cabrechtz di tubercolosi polmonare il 23 ottobre 1918 proprio mentre il nostro esercito riportava sul nemico la più grande e strepitosa vittoria.
Il fratello Giuseppe soldato al 22 Artiglieria Campagna era morto in combattimento il 25 aprile 1917 a Quota 87 del vallone di Develaki (Doberdò).
Soldato Augello Salvatore
di Giuseppe e Li Calzi Maria
Fece il servizio militare nel 2 Reggimento Genio che svolgeva la sua attività nella zona delle operazioni. Più tardi si ammalò di bronco-polmonite e il 29 ottobre 1918 morì nell'ospedale di Treviglio, dov'era stato ricoverato.
Soldato Di Prima Luigi
di Giuseppe e Sciaulino Maria
Nato a Canicattì. - Tutti i mestieri, tutte le arti e tutte le professioni concorsero a formare l'esercito italiano.
Ricchi e poveri, scapoli e coniugati, contadini ed operai, impiegati e professionisti, indossato il grigio verde seppero con onore e con orgoglio servire la Patria. Di Prima Luigi era un sarto discretamente istruito, intelligente e fattivo.
Giunse al fronte, per la sua età, dopo il disastro di Caporetto, e vi rimase dal dicembre del '17 fino all'armistizio. Appartenne alla 2 compagnia del 240 Fanteria e nel dicembre 1917 si comportò da eroe nel ricacciare il nemico che ad ogni costo voleva guadagnar terreno sul Grappa. Fu poi al Col della Beretta nel giugno del 1918 mentre sul Piave si combatteva l'ultima decisiva battaglia. Due giorni dopo l'armistizio moriva all'ospedaletto da campo n. 131 per broncopolmonite.
Soldato Cassaro Lorenzo
fu Diego e Ricotta Carmela
Anche quest'umile soldato che aveva fatto la guerra ed aveva sentito suonare a gloria le campane che annunziavano la vittoria. colpito da bronco-polmonite cessò di vivere in un ospedale da campo il 10 novembre 1918.
Soldato Imperia Alessandro
fu Giovan Battista
Nato a Naro nel 1895. - Domiciliato fin da piccolo a Canicattì, vi rimase fino a quando chiamato alle armi fu arrolato al 3 Genio Telegrafisti.
Nell'ultimo periodo della guerra fu colpito da bronco-polmonite e fu ricoverato all'ospedale di Maddalone.
In quel luogo di dolore gli giunse la notizia della vittoria. Ma non potè riabbracciare i suoi perché il 10 novenibre 1918 peggiorò e morì.
Soldato Venturella Antonio
fu Vincenzo e Paci Maria
Nato a Canicattì nel 1899. - Tra i giovanissimi del 99 che, ancora imberbi, ebbero la forza e l'audacia di sconfiggere l'esercito austriaco sul Piave e sul Montello c'era anche il soldato Venturella Antonio, giovane ardimentoso ed eroico.
Raggiunse il fronte nei primi di marzo del 1918 e fu assegnato al 147 Reggimento Fanteria.
Partecipò all'azione di giugno sul Montello e il 24 ottobre del 1918 col suo reggimento fu sempre alle calcagna del nemico, che disordinato e senza speranza, risaliva le valli che aveva disceso con orgogliosa sicurezza. Il 4 novembre orgoglioso di avere compiuto tutto il suo dovere e di avere contribuito alla vittoria delle nostre armi sostava sulla linea d'armistizio. Ammalatosi di broncopolmonite veniva ricoverato all'ospedale da campo n. 216, ma dopo tre giorni, il 10 novembre del 1918, su di una modesta branda, il suo spirito volava nel cielo degli eroi.
Soldato Lo Giudice Eduardo
fu Vincenzo
Nato a Canicattì nel 1897. - Appena chiamato alle armi fu, per la sua costituzione, destinato al 1° Reggimento Granatieri. Dopo alcuni mesi di permanenza nella zona di guerra, si ammalò di bronco-polmonite e il 18 novembre 1918 cessò di vivere nell’ospedaletto da campo N. 055.
Soldato Brucculeri Calogero
fu Calogero
Apparteneva al 76 Fanteria quando fu mandato al fronte per compiere il suo dovere di soldato. Aveva contribuito al raggiungimento della vittoria finale e poi si era ammalato. Ricoverato nell'ospedale N. 204 (Udine) per bronco-polmonite, vi morì il 23 novembre 1918.
Soldato Di Bella Calogero
di Salvatore e Giordano Rosa
Nato a Canicattì. - Esercitava il mestiere di contadino, era figlio unico ed ammogliato con tre figli. Non aveva istruzione, ma sapeva che difendere la Patria in armi è il primo dovere di ogni cittadino degno di tal nome. Chiamato alle armi rispose all’appello con entusiastico slancio e dopo poco nell'agosto del 1916 si trovò al fronte ed in primissima linea col 232 Reggimento Fanteria. Partecipò alle azioni di guerra del Monte Kucco dal settembre al novembre 1916. Fu poi nella grande avanzata della Bainsizza nell'agosto-settembre 1917 e poi sul Piave. Combatté da eroe nel giugno del 1918. Il 4 novembre mentre l'esercito nostro inseguiva il nemico, si ammalava di bronco-polmonite e ricoveralo all'ospedaletto da campo N. 218, vi moriva il 24 novembre 1918, dopo di aver compiuto tutto il suo dovere di soldato.
Soldato Ferrigno Giuseppe
di Liborio e Pace Calogera
Nato a Canicattì nel 1897. - Giovanissimo lasciò i campi e rispose all'appello della Patria.
Destinato al 75 Fanteria in zona di guerra, vi giunse il 1° dell'anno 1917.
Combatté a S. Lucia di Tolmino nell'aprile 1917 e nel settembre successivo a Sud di S. Lucia in difesa delle posizioni ch'erano costale tante vile e tanti eroismi.
Scatenatasi l'offensiva nemica nell'ottobre 1917 con slancio veramente encomiabile tentò con altri pochi di ostacolare il passo al nemico, ma soverchiato dal numero e perduto il contatto coi suoi, fu fatto prigioniero il 21 ottobre 1917 e mandato a soffrir la fame in un campo di concentramento dove si ammalò di tubercolosi polmonare. Dopo pochi giorni dall'Armistizio fu rimpatriato e ricoveralo all'Ospedale Militare di Crevalcore (Prov. di Bologna). Il terribile morbo lo vinse e il 27 novembre si spense, contento di avere rivisto la Patria Vittoriosa.
Soldato Messina Calogero
fu Salvatore e Di Caro Maria
Nato a Canicattì nel 1886. - E ben triste andare a finire in un manicomio dopo aver fatto il proprio dovere.
Il soldato Messina Calogero che aveva conosciuto, perché li aveva intensamente vissuti, i disagi della vita di trincea, le ansie, le trepidazioni e i pericoli degli assalti alle posizioni nemiche sempre piene d'insidie, fu col 29 Fanteria in diversi punti del settore Carsico. Il 29 giugno 1916 con la 7 Compagnia, conquistava le posizioni nemiche del S. Michele. Il nemico, impotente a ricacciare indietro i nostri, concentrava i suoi tiri d'artiglieria sulle posizioni perdute. Un proiettile di grosso calibro scoppiava proprio vicino al Soldato Messina Calogero. Per lo spostamento d'aria prodotto dalla esplosione il povero Messina fu scaraventato contro il suolo, ma non riportò apparenti lesioni. Da quel momento un misterioso male gli tolse la ragione e non comprese più nulla di quello che succedeva attorno a lui. Internato in luogo di cura, finì a Palermo in quel Manicomio dove per malattia nervosa contratta in seguito a scoppio di granata morì il 28 novembre 1918,
Soldato Zucchetto Santo
fu Pietro e Contrino Rosalia
Nato a Canicattì nel 1890. - Dopo le angosciose giornate di Caporetto, il cuore della Nazione e dei combattenti si sollevò per la tenace resistenza offerta al nemico sul Monte Grappa.
Tra i soldati eroici che facendo scudo del proprio petto riuscirono ad impedire la capitolazione fu il nostro concittadino Santo Zucchetto soldato al 244 Fanteria. Col suo Reggimento era già sul basso Piave e per più giorni valorosamente combatté ricacciando indietro il nemica che ritentava, sempre disperato, i suoi attacchi. Venne novembre con la più radiosa vittoria, ma il Soldato Zucchetto colto da influenza (spagnola) fu ricoverato all'Ospedale Montegallo di Verona ed il 30 novembre moriva, dopo di aver fatto ogni sforzo per la libertà e l'unità d'Italia.
Soldato Giarratana Angelo
fu Pietro e Di Bella Vincenza
Nato a Canicattì nel 1899. - Giunse al fronte il 22 novembre de 1917 e col 244 Fanteria fermò il nemico sulle difficili ed impossibili posizioni del Piave. Si comportò da valoroso nell'azione di giugno 1918 a Motta di Livenza e nell’ottobre successivo alla grandiosa e definitiva azione di Vittorio Veneto. A causa della fatica il 27 ottobre dovette abbandonare il Reggimento. Ricoverato all'Ospedale da Campo N. 119 vi morì il 10 novembre 1918.
Un fratello di questo valoroso giovinetto: Salvatore, combatté col 3 Fanteria dal principio della guerra al 15 giugno 1916 giorno in cui, sull'Altipiano di Asiago cadde prigioniero: un altro fratello: Vincenzo, col 4 Artiglieria Fortezza fu in Albania dal principio del 1916 fino all'armistizio.
Soldato Cambria Gaetano
fu Emiliano
Nulla di preciso si è potuto sapere intorno al povero Cambria. Dal carteggio ufficiale e dagli archivi sì è solo saputo ch'è morto per bronco-polmonite all'Ospedale da campo N. 197 il 1 dicembre 1918 dopo di aver fatto quasi tutta la guerra.
Soldato Cassaro Salvatore
di Francesco e Bordonaro Carmela
Nato a Canicattì nel 1884. - Apparteneva al 222 Fanteria quando in una sfortunata azione, spintosi troppo avanti, fu, dagli austriaci, fatto prigioniero. Dopo di aver sopportato ogni specie di privazioni , venne il tanto sospirato giorno della Vittoria e con esso il giorno della liberazione. Giunto in Italia, assai deperito, fu ricoverato in un Ospedale da Campo per ex prigionieri, dove peggiorò sempre più finché il 7 dicembre 1918 morì.
Soldato Collura Melchiorre
di Giuseppe e Bennìci Anna
Nato a Canicattì nel 1896. - Chiamato alle armi nell'autunno del 1915 abbandonò il mestiere del muratore e istruitosi nel maneggio delle armi corse al fronte per dare il suo braccio alla Patria.
Vi giunse nei primi giorni del maggio 1916 e fu assegnato al 232 Fanteria. Partecipò, comportandosi da valoroso, alla presa di Gorizia (agosto 1916) e nel settembre alle azioni del Monte Kucco. Nella furia del combattimento durante gli attacchi e contrattacchi svoltisi il 24 ottobre 1916 venne catturato. Dopo di aver peregrinato da uno all'altro campo di concentramento prigionieri, si ammalò seriamente. Finita la guerra con la Vittoria delle nostre armi, sperava ritornare in Patria e riacquistare la libertà e la salute. Non fu così; il male era grave e le condizioni di salute non permisero il rimpatrio. Il 7 dicembre 1918 vinto della tubercolosi moriva a Meschede, ultima tappa della prigionia.
Soldato Sciabbarrasi Salvatore
fu Angelo e Bernardo Mariantonia
Nato a Canicattì nel 1876. - A causa della sua età poteva essere risparmiato alle fatiche della zona di operazioni, ma egli non volle esimersi e prestò servizio colla 277 Compagnia Zappatori. Finita la guerra fu mandato in licenza alla città natia. Qui si ammalò e nonostante le cure della famiglia, morì l'11 dicembre 1918.
Soldato Canicattì Angelo
di Luigi e Martines Crocifissa
Nato a Canicattì nel 1897. - Aveva fatto la guerra col 407 Batt. Bombarde ed aveva concorso col suo reparto alla Vittoria. Mentre la sua Batteria si trovava nei pressi di Salò, fu colpito da polmonite doppia e ben presto morì il 18 dicembre 1918.
Soldato Antinoro Martino
di Antonio e Dibona Maria
Nato a Canicattì nel 1894. - Aveva fatto la guerra col 51 Reggimento Artiglieria di Campagna, partecipando a tutte le azioni. Aveva visto anche l'auspicato giorno della nostra vittoriosa, avanzata che portò all'armistizio e alla pace, ma quando già pensava di tornare alle sue occupazioni di cittadino, veniva colto da bronco-polmonite e ben presto moriva nell'Ospedale di Tappa di Montagnano il 20 dicembre 1918.
Soldato Di Gloria Diego
di Giuseppe e Giarratano Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1899. Ancora imberbe, aveva risposto all'appello della Patria ed aveva indossato il glorioso grigio-verde. Era stato poi col 126 Fanteria dislocato in Albania e lì aveva visto sorgere l'alba radiosa del 4 novembre 1918. Il crudele destino non gli permise però di ritornare in patria perché in seguito a ferita accidentale morì il 23 dicembre 1918 in Albania.
Soldato Cuva Antonio
fu Vincenzo e Carlino Angela
Nato a Canicattì nel 1892. - Aveva sfidato per ben quarantadue mesi la morte sui campi di battaglia e nei settori più difficili, comportandosi da eroe in tutte le contingenze.
Morì dopo di avere concorso alla vittoria dell'Esercito.
Il soldato Cuva Antonio che dal principio della guerra all'armistizio aveva col 4 Fortezza combattuto sull'Altipiano di Asiago, sul Sabotino, sul Santa Caterina, su l’Hermada e sulla Val Sugana, ebbe la disgrazia di ammalarsi dopo di aver compiuto tutto il suo dovere.
Ricoverato successivamente in diversi luoghi di cura il 31 dicembre 1918 moriva serenamente all'Ospedale Militare di Salerno per bronco-polmonite.
Il fratello Antonio era morto in combattimento sul Dosso Fait il 14 maggio 1917, mentre l'altro fratello Salvatore fu fatto prigioniero sul Monte Nero nell'ottobre 1917.
Soldato La Lomia Luigi
di Vincenzo e Pace Calogera
Nato a Canicattì nel 1900. - Forse il più giovane dei nostri concittadini morti durante la guerra. Mentre coi compagni si addestrava per dare il colpo finale all'Esercito nemico, veniva colto da bronco-polmonite e ricoverato all'Ospedale Militare di Bari, vi moriva.
Soldato Borsellino Antonio
fu Pietro e Curto Pelle M. Antonia
Chiamato alle armi, dopo il primo periodo d'istruzione, fu destinato di 204 Fanteria 6 Compagnia in Albania. Con quel Reggimento partecipò a diverse azioni dal febbraio 1918 fino al giorno della Vittoria. Il 28 aprile 1919, mentre, forse per passar tempo, pescava, cadde in acqua ed annegò nei pressi di El Bassau. (Skumbi) in Albania.
Soldato Moncado Calogero
fu Vincenzo e Guarneri Giovanna
Nato a Canicattì nel 1878. - Pur appartenendo al 298 Battagl. Mil. Terr. si trovava nella zona di guerra. Durante la ritirata di Caporetto, anche il suo reparto si schierò per ostacolare l'avanzata del nemico. Il soldato Moncada ebbe la disgrazia di rimanere prigioniero. Finita la guerra e restituito sofferente alla famiglia. non potè più rimettersi, anzi peggiorò sempre e l'11 gennaio del 1920 morì in Canicattì.
Soldato Giordano Vincenzo
fu Giovanni e Messina Giuseppa
Nato a Canicattì nel 1879. - E' ben duro morire dopo di aver sopportato ogni sorta di privazioni e di disagi. Il Giordano ch'era stato soldato dell'8 Fanteria, aveva partecipalo a svariate azioni di offesa e di difesa. Ferito in combattimento era stato catturato dal nemico e internato in un campo di concentramento di prigionieri. Dopo sofferenze inaudite era venuta la Vittoria e con l'armistizio era stato rimpatriato.
La sua salute cagionevole non gli permetteva di lavorare ed era anzi stato dichiarato invalido.
Congedatosi ritornò a Canicattì ove l'affetto e le cure dei suoi gli facevano dimenticare le sofferenze patite. Ma nei primi di maggio del 1920 si ammalò seriamente e morì il 26 dello stesso mese, lasciando nel dolore la vedova e i teneri figlioletti.
Fine della Parte Seconda
Grandi invalidi di guerra
Cilia Angelo
di Giuseppe e Russo Giuseppa
Nato a Canicattì il 9 febbraio 1888. - Alla numerosa schiera dei caduti sul Campo e alla falange non meno numerosa dei morti per cause diverse dopo di aver compiuto in guerra il sacro dovere, segue la piccola schiera di Grandi invalidi e poi un numero considerevole di mutilati.
Il soldato Cilia Angelo appartenne al 5 Fanteria e vi rimase, compiendo intero il suo dovere, fino all'11 novembre 1916. In quel giorno, nel combattimento di Oppacchiasella, fu orribilmente sfracellato dallo scoppio di una granata. In seguito alle ferite multiple fu dichiarato grande invalido avendo perduto quasi la vista e entrambe le mani.
Guarneri Vincenzo
di Stefano e Rinallo Filippa
Nato a Canicattì il 26 maggio 1890. - Un altro prode che ha sacrificato alla Causa dell'Unità Nazionale, la parte migliore di se e che porta con orgoglio la mutilazione patita è il Soldato Guarneri Vincenzo.
Fu col 145 Fanteria nelle zone più difficili del fronte e si comportò sempre da valoroso. Il 12 ottobre 1916, sulla Quota 144 del Carso, mentre affrontava il nemico, colpito da bomba a mano, restava privo della vista e grondante sangue da cento ferite. Fu raccolto dai compagni e miracolosamente salvato.
Puzzangara Antonio
di Diego e Meli Giovanna
Nato a Canicattì il 25 maggio 1898. - Il più giovane dei grandi invalidi di questa generosa e patriottica città è il soldato Puzzangara. Di carattere schietto ed aperto, seppe farsi apprezzare dai superiori e dai compagni del 139 Fanteria al quale era effettivo.
Si trovava tra i primi là dove più fitta era la mischia e più grande il pericolo, per affrontare serenamente il nemico.
I rigori dell'inverno però avevano costretto il 139 alla sosta sul Monte Asolone. Il Puzzangara una bella mattina non potè più muoversi: era congelato, Portato all'ospedale, il 12 gennaio 1918 ebbe amputati i piedi.
Tavella Salvatore
d’Ignazio e Calabrò Maria
Nato a Canicattì il 26 settembre 1895. - Ancora un grande invalido, ancora un minorato. Il soldato Tavella appena giunto al fronte, fu destinato al 76 Fanteria e partecipò con esso a varie azioni. Il 18 settembre 1918, sulla Bainsizza, restava mortalmente ferito, nel respingere il nemico. Dopo fanti strazi e tanfi dolori, le ferite riportate alla testa gli si rimarginarono, ma gli causarono un forte indebolimento delle facoltà mentali.
Mutilati e invalidi
Avanzato Diego
di Domenico e Ferro Maddalena
Nato a Canicattì il 24 settembre 1887. - Richiamato alle armi per mobilitazione, fu assegnato al 76 Fanteria. Rimase nella zona di operazione fino al 15 agosto 1915, giorno in cui, nel combattimento di Oppacchiasella, riportò una grave ferita alla gamba sinistra, ferita che determinò, più tardi, lo accorciamento dell'arto
Accardi Diego
di Vincenzo e Accardo Giovanna
Nato a Canicattì il 13 aprile 1883. - Scoppiata la guerra, fu chiamato alle armi e fu assegnato al 141 Fanteria. Partecipò a più azioni, ma il 24 marzo 1917 sulla Quota 208 del Carso, mentre il suo reparto' dava l'assalto alle posizioni nemiche, fu gravemente ferito alla spalla destra ed ebbe pure asportato il padiglione dell'orecchio destro.
Bertolini Raimondo
di Gioacchino e Meli Maria
Nato a Canicattì il 4 aprile 1898. - Caporale amato ed apprezzato dai superiori, stimato dai dipendenti; diede prove di ardimento e di valore nelle azioni alle quali prese parte col 99 Reggimento Fanteria.
Sulla Quota 1300 (Vallarsa) nell’aspro combattimento del 27 dicembre 1917 rimase gravemente ferito mentre guidava i suoi uomini alla conquista di una trincea nemica. Le ferite alla regione sopracciliare destra si rimarginarono col tempo, ma a causa delle stesse non potè più riacquistare la primitiva esuberanza e rimase mutilato.
Barbara Vincenzo
di Calogero e Navarra Vincenza
Nato a Canicattì 13 Febbraio 1892. - Soldato del 5 Fanteria partecipò alla più svariate azioni in montagna ed in pianura, dimostrandosi sempre zelante nello adempimento dei suoi doveri e sprezzante di ogni pericolo. Nell'azione del 19 marzo 1916 nella conca di Plezzo rimaneva ferito gravemente e nella impossibilità di potere più oltre compiere il suo dovere verso la Patria in armi. Gli è rimasto il braccio destro anchilosato.
di Filippo e Castellano Angela
Nato a Canicattì il 21 gennaio 1893. - Apparteneva in qualità di soldato al 141 Bombardieri ed aveva partecipato a diverse azioni prima e dopo la presa di Gorizia, ma il 24 settembre 1916 si riaccendeva la furia nemica contro Gorizia già nostra. Mentre con la sua batteria cercava di mettere al silenzio le bocche da fuoco nemiche, restava gravemente ferito da scheggia che gli produceva la perdita dell'occhio sinistro. Guarì, ma non più in grado di tornare al fronte per dare ancora il suo braccio e occorrendo il suo sangue.
Curto Pelle Giuseppe
di Antonio e Failla Alfonsa
Nato a Canicattì il 29 marzo 1897. - Da semplice soldato seppe fare tutto il suo dovere combattendo col glorioso 75 Fanteria. Il 23 ottobre 1917 a S. Lucia di Tolmino, mentre opponeva al nemico una tenace resistenza. veniva ferito al braccio destro. Per la forte emozione si determinava in lui una demenza precoce.
Carlino Salvatore
fu Vincenzo e Rumè Giuseppa
Nato a Canicattì il 5 dicembre 1880. - Apparteneva al 19 Fanteria quando nel combattimento del 26 agosto 1917 a S. Lucia di Tolmino una grave ferita gli causava la perdita dell'uso del braccio destro.
Cannella Salvatore
fu Vincenzo
Nato a Racalmuto il 2 agosto 1899. - Soldato al 240 Fanteria fu sul Monte Grappa ad opporre al nemico la più tenace resistenza. Impedita la marcia del nemico rimase sul Grappa fino al 12 dicembre 1917 e si allontanò coi piedi congelati. A causa del congelamento ha perduto parte del piede destro.
Corbo Calogero
fu Lorenzo e Tirone Maria
Nato a Canicattì il 6 agosto 1888. – Si trovava ad Oppacchiosella col 20 Fanteria e nell’aspro combattimento del 4 novembre 1916 una ferita d’arma da fuoco alla gamba destra determinava nel valoroso soldato la frattura della tibia e la perdita dell'uso dell'arto.
Catanese Giacomo
fu Antonio e Vella Maria
Nato a Canicattì il 21 gennaio 1894. - Faceva parte del 215 Fanteria quando nell'azione del 28 maggio 1916 a Castagnevizza veniva gravemente ferito al braccio sinistro e al ginocchio sinistro. Le ferite si rimarginarono, ma il povero Catanese rimase privo della funzione della mano sinistra mentre la gamba ferita gli rimase accorciata di parecchi centimetri.
Caporossi Paolo
Nato a Canícattì il 12 maggio 1892. Combatté col 3 Fanteria col quale si era guadagnata una medaglia d'argento al Valor Militare, quando il reggimento fu fortemente impegnato a Monte Collo il 15 maggio 1916. Fu poi passato al 222 Fanteria e sull'Altipiano di Asiago nel combattimento del 18 agosto 1916 , veniva gravemente ferito al lato sinistro riportando frattura dell'omero, dell'avambraccio e rimanendo privo dell'articolazione del braccio sinistro.
Cani Salvatore
di Antonio e Cani Maria
Nato a Canicattì l'11 marzo 1899. - Anche questo giovanissimo soldato fu sul Monte Grappa per impedire al nemico la discesa sulla pianura Veneta. Rimase col 240 Fanteria aggrappato al suo posto di combattimento fino al 22 dicembre 1917 e in seguito a forte congelamento ebbe amputate le dita di entrambi i piedi.
Cupani Giuseppe
fu Gioachino e Lana Crocifissa
Nato a Canicattì il 26 maggio 1887. - Era soldato del 147 Fanteria quando nel combattimento del 4 settembre 1917 a Selo riportava una grave ferita alla mano sinistra perdendo l'uso della mano.
Cassaro Oreste
dì Calogero e Calabrò Teresa
Nato a Canicattì il 26 aprile 1892. - Il 4 luglio del 1916 il 70 Fanteria al quale apparteneva il soldato Cassaro. veniva impegnato nell'aspro combattimento di Monte Spillo. In quella terribile giornata, mentre il nemico disperato vomitava a centinaia, anche sulle primissime linee, i proiettili di tutti i cannoni del settore, il povero Cassaro veniva investito da schegge di granata riportando frattura delle gambe.
Cuva Michelangelo
di Calogero e Guarneri Carmela
Nato a Canicattì il 15 febbraio 1885. - Aveva combattuto in diversi punti del fronte col 271 Fanteria e nella gloriosa battaglia del Piave si apprestava ad inseguire il nemico, ma nell'aspra resistenza incontrala il 17 giugno 1918, una granata gli scoppiava proprio vicino, fracassandogli il piede destro. Subito soccorso fu portato all'ospedale ove fu necessaria l'amputazione.
Callari Antonio
fu Luigi e Argento Antonia
Nato a Canicattì il 24 settembre 1882. Il 27 dicembre 1916 il soldato Callari col 20 Fanteria si trovava a Castagnevizza. Il nemico che non sapeva rassegnarsi alla perdila di alcune posizioni, tentava di ripigliarle, ma trovava resistenza tenace. Nella mischia che fece retrocedere il nemico, il soldato Callari restava ferito da pallottola all'avambraccio, riportando la frattura delle ossa e perdendo quasi l'uso dell'arto.
Cigna Alfonso
fu Francesco e Quattrocchi Natalizia
Nato a Canicattì il 21 novembre 1897. - Era caporale al 76 Fanteria quando, il 21 ottobre 1917 il reggimento si trovò impegnato nelle difficili posizioni di S. Lucia di Tolmino. Mentre gridava la sua squadra alla conquista delle posizioni avversarie veniva ferito al terzo superiore della gamba destra. La ferita col tempo rimarginata ha lasciato l'anchilosi quasi totale nel piede.
Cuva Giuseppe
fu Calogero e Li Calzi Alfonsa
Nato a Canicattì il 28 gennaio 1882. - Nel combattimento del 1 novembre 1916 mentre il 141 Fanteria, con sacrifici immani espugnava le posizioni nemiche di Monfalcone il soldato Cuva veniva investito da una grossa scheggia di granata che determinava la frattura delle ossa dell'avambraccio sinistro e quindi la perdita dell'uso dell'arto.
Di Lucia Rosario
fu Calogero e Pagliarello Maria
Nato a Canicattì il 30 maggio 1894. - Col grado di soldato faceva parte defl'86 Fanteria quando questi si trovò impegnato nell'azione dell'Hermada. Il 28 maggio 1936 una scheggia di granata colpiva al cranio il povero Di Lucia. il quale dopo lunghe sofferenze si è guarito delle gravi ferite, ma il colpo mortale ha lasciato su quel cervello tracce profonde che generano disturbi e gravi vertigini.
Di Forti Vincenzo
fu Antonino e Ferrara Giuseppina
Nato a S. Cataldo (Caltanissetta) il 16 settembre 1894. – Combattendo col 13 Fanteria si guadagnò una medaglia di argento al Valor Militare per il contegno tenuto nelle diverse azioni e per lo spirito di abnegazione dimostrato. Nell'azione del 26 giugno 1915 a Cave di Selz mentre, già ferito alla mano, continuava la sua opera per aprire un varco nei reticolati, veniva gravemente ferito al torace.
Di Caro Diego
fu Salvatore e Barba Anna
Nato a Canicattì il 20 febbraio 1881. - Quest'umile soldato, mentre faceva rifulgere di nuova gloria i soldati di Italia, si trovava coll'85 Fanteria impegnato a Tonisi (Albania) e nel combattimento del 1 luglio 1918 veniva ferito alla coscia destra riportando la frattura del femore, frattura che ha causato l'accorciamento dell'arto.
Di Bella Antonio
di Diego e Giordano Calogera
Nato a Canicattì l'8 aprile 1882. - Dopo di aver combattuto per la difesa del suolo Nazionale, partì col Corpo d'Armata Italiano che nella primavera del 1918 fu mobilitato in Francia. Fu soldato nel 19 Fanteria e, nelle aspre giornale di Bligny (Francia), lottò anche contro i tedeschi. Nel combattimento del 12 luglio 1918 riportò una grave ferita alla mano destra e non potè più riacquistare l'uso completo della mano.
Di Caro Antonio
di Antonio e Leone Grazia
Nato a Canicattì il :5o ottobre 1897. - Era soldato del 6 Artiglieria Fortezza. Il 5 settembre 1918, mentre il nemico ostacolava la nostra vittoriosa avanzata, una grossa scheggia di granata colpiva all'addome il valoroso Di Caro. Ciò a Zenzon di Piave.
Di Naro Giovanni
di Salvatore e Borino Anna
Nato a Canicattì il 16 gennaio 1897. - Nel giugno del 1918 il nostro glorioso esercito dava l'ultima decisiva battaglia. Il combattimento fu accanito. specie nella zona del Piave. Nei dintorni di Casa Bruciata operava il 47 Fanteria al quale apparteneva il soldato Di Naro. Nel violento corpo a corpo del 17 giugno 1918 il valoroso Di Naro veniva ferito alla mano destra. Quando giunse all'ospedale si accorse che parte di sé era rimasta sul campo: gli mancava completamente il pollice e aveva avuto fratturato il metacarpo.
Di Ventura Vincenzo
di Pietro e De Caro Filippa
Nato a Canicattì il 7 febbraio 1892. - Decorato di medaglia di argento al Valor Militare per l'eroico contegno tenuto in tutte le azioni alle quali, da semplice soldato prese parte, col 139 Fanteria. Nell'offensiva del 15 giugno 1918 sul Piave riportava gravi ferite d'arma da fuoco alla gamba e al braccio destro. A causa di quelle lesioni egli è rimasto con la gamba sensibilmente accorciata.
Fazio Antonio
di Giovanni e Grifo Diega
Nato a Canicattì il 10 febbraio 1894. - A causa delle gravi ferite riportate il 18 agosto 1917 mentre combatteva col 221 Fanteria ha perduto la funzione della mano destra.
Failla Gaspare
di Diego e Petralito Santa
Nato a Canicattì il 12 maggio 1899. - Era uno dei più giovani soldati del 4 Fanteria quando si combatteva sul Sasso Rosso. Durante l'azione del 2 febbraio 1918 rimaneva ferito all'avambraccio sinistro e ancora oggi non ha riacquistato l'uso dell'arto.
Frangiamone Vincenzo
di Giuseppe e Bongiorno Giuseppa
Nato a Canicattì il 12 ottobre 1884. - Quest'umile e modesto soldato combatteva col 224 Fanteria a Ronco delle Vigne e nel combattimento del 2 novembre 1916 una scheggia di granata lo colpiva in pieno viso e all'occhio destro. Egli porta profonde cicatrici sul volto e la sua vista è assai diminuita.
Gangitano Giuseppe
di Salvatore e Nocera Angela
Nato a Canicattì il 14 febbraio 1897. - Era tenente al 257 Fanteria e guidava i suoi uomini alla conquista della Bainsizza, ma il 22 settembre 1917 una pallottola lo colpiva alla testa. Raccolto amorevolmente e condotto all'ospedale stette più giorni tra la vita e la morte. Si guarì, ma il suo cervello è rimasto fortemente depresso.
Guagenti Sebastiano
di Vincenzo e Argento Leonarda
Nato a Canicattì il 4 ottobre 1887. - Tra i soldati del 146 Fanteria che il lo giugno 1916 diedero l'assalto ai forti trinceramenti austriaci sul Monte Zebio era il valoroso Guagenti. Durante il combattimento egli fu ferito; in seguito alle ferite perdette la funzione di alcune dita della mano destra.
Giorgio Antonino
di Giuseppe e Angilella Maria Stella
Nato a Delia il 20 maggio 1899. - Giovanissimo ancora combatté sul Monte Grappa col 9-3 Fanteria. Dopo la tenace resistenza opposta al nemico (fatto baldanzoso per il parziale successo dell'ottobre 17) il 6 gennaio 1918 veniva ricoverato in luoghi di cura perché assiderato. In seguito fu sottoposto all'amputazione al terzo medio della gamba destra.
Guarneri Calogero
di Calogero e Maira Luigia
Nato a Canicattì il 4 aprile 1891. - Il 1 novembre 1916, mentre ad Oppacchiosella col 138 Fanteria respingeva il nemico, rimaneva ferito da arma da fuoco. A causa di quella ferita la coscia sinistra, gli è rimasta più corta.
Guadagnino Vincenzo
di Giuseppe e Marino Maria Rosa
Nato a Canicattì il 4 giugno 1893. - Combatteva col 63 Fanteria sul Monte Sei Busi quando il 22 ottobre 1915 rimaneva ferito alla gamba sinistra, ferita che le produsse la frattura della tibia e l'accorciamento dell'arto.
Gallo Giuseppe
di Angelo e Barone Crocifissa
Nato a Canicattì il 12 novembre 1898. - Era a Cima d'Oro col 44 Fanteria e nell'aspro combattimento del 24 maggio 1918, mentre inseguiva il nemico, veniva colpito da arma da fuoco in pieno petto.
Guadagnino Leonardo
di Antonio e Lauricella Antonia
Nato a Palma Montechiaro il 16 dicembre 1895 e domiciliato a Canicattì. - Apparteneva al 92 Fanteria, quando il 21 ottobre sul basso Piave, nel combattimento che portava l'Esercito italiano alla Vittoria, rimaneva orribilmente deformato al viso per ferita da arma da fuoco che gli fratturava la mandibola.
Ingaglio Angelo
di Salvatore e Guarneri Vincenza
Nato a Canicattì il 18 aprile 1895. - Mentre combatteva col 49 Fanteria a Bezzecca, il nemico che con tutti i mezzi ostacolava la nostra avanzata, fece fuoco sul valoroso Ingaglio. Fu ferito gravemente alla testa e all'emitorace rimanendo con le costole fratturate.
Li Calzi Giuseppe
di Vincenzo e Curto Anna
Nato a Canicattì il 18 ottobre 1880. - Per la sua età era stato assegnato ai reparti territoriali, che furono pure nella zona delle operazioni. Alla 4 Centuria di servizio a Villesi apparteneva il Li Calzi il quale il 10 giugno 1916 riportava gravi ferite al braccio destro e all'arto inferiore destro.
Lo Verme Giuseppe
di Carmelo e Brancato Maria
Nato a Canicattì il 22 aprile 1899. - Era sul Monte Pertica col 93 Fanteria. Il nemico che non aveva potuto in nessun modo riconquistare le posizioni dominanti, tentò il 17 dicembre 1917 di respingere i nostri con il lancio di gas lacrimogeni. Il bravo Lo Verme che impavido stava nelle linee più avanzate, fu colpito agli occhi riportando la diminuzione della vista.
Lo Brutto Ventura
d’Ignazio e Capitano Maria
Nato a Racalmuto il 2 febbraio 1888. Combatteva col 140 Fanteria sulla Quota 241 dell'Hermada e il 2 giugno 1917 riportava ferite da scheggia di granata alla gamba destra. In seguito a tali ferite è rimasto coll'arto più corto e per conseguenza più debole.
Lo Giudice Vincenzo
di Diego e Gangi Orsola
Nato a Canicattì l'11 marzo 1891. - Il 69 Fanteria combatteva sul Monte Corno e nelle sue file era anche il soldato Lo Giudice. Nell'azione del 10 settembre 1916 rimaneva ferito da arma da fuoco al piede sinistro, ferita che gli causò l'anchilosi dell'arto.
La Marca Salvatore
dì Francesco e Dibella Mariantonia
Nato a Canicattì il 28 maggio 1899. - Tra i reparti che arginarono l'avanzata nemica, opponendo tenace resistenza sul sacro Monte Grappa, vi fu il 240 Fanteria al quale apparteneva il soldato La Marca. In seguito a congelamento al povero La Marca vennero amputati i piedi.
La Marca Antonio
di Giuseppe e Loverme Maria
Nato a Canicattì il 12 novembre 1886. Era soldato del 146 Fanteria e con esso aveva saputo fare sempre il suo dovere. Nel giugno del 1916 il suo reparto, con un'azione vigorosa, conquistava le posizioni nemiche di Monte Cimone. Il 29 dello stesso mese, il nemico che non poteva rassegnarsi a lasciare nelle mani del 146 Fanteria le posizioni dominanti, tentava riconquistarle, ma fu nettamente respinto e ricacciato indietro. Nell'azione il soldato La Marca veniva gravemente ferito al torace da una pallottola. Dopo tante cure che a stento lo salvarono, si guarì, ma a causa della ferita soffre ancora gravi disturbi nella respirazione.
Lo Verme Giuseppe
di Salvatore e Tiranno Angela
Nato a Canicattì il 4 settembre 1897. - Combatté col 278 Fanteria in diversi punti del vasto fronte, ma il 6 agosto 1918, quando già la Vittoria stava Per coronare i nostri titanici sforzi, sul Monte Fiore veniva colpito e ferito alla festa da scheggia di granata. Ora è guarito, ma la mortale ferita gli ha lasciato disturbi cefalei ed emiparesi al lato sinistro della testa.
Lupo Angelo
di Calogero e Dimarco Concetta
Nato a Canicattì 1' 8 maggio 1899. - Questo giovanissimo fante che non ancor ventenne conobbe i disagi e i pericoli della guerra, seppe con gli altri suoi compagni del 92 Fanteria. scacciare i1 nemico. Il 24 ottobre 1918, proprio alla vigilia della grande Vittoria, sul Monte Grappa veniva ferito al ginocchio destro che ancor oggi gli rimane anchilosato
La Marca Giacinto
fu Lorenzo e Merulla Carmela
Nato a Canicattì il 21 gennaio 1886. - Apparteneva al glorioso 5 Fanteria e quando il 24 ottobre 1918 il reggimento scacciava definitivamente il nemico da Monte Spinoncia, veniva ferito da arma da fuoco all'avambraccio destro. Tale ferita gli ha causato una notevole diminuzione nella funzione dell'arto.
Lalicata Mario
di Diego e Milano Maria
Nato a Canicattì il 17 ottobre 1897. - Anche questo umile fante fu soldato del 5 Fanteria. Il 24 ottobre 1918, quando la sorte delle armi arrideva alle nostre valorose truppe, mentre alcuni reparti del 5 Fanteria, sloggiavano il nemico dallo Spinoncia e lo ricacciavano indietro, altri reparti agivano sul vicino Monte Solarolo. In questa località il soldato Lalicata veniva investito da una mitragliatrice che gli produceva ferite multiple alla gamba sinistra. Per salvarlo da sicura morte fu necessaria l'amputazione dell'arto.
Leone Calogero
di Calogero e Napoli Crocifissa
Nato a Canicattì il 13 ottobre 1891. - Per il contegno eroico dimostrato in diverse azioni aveva raggiunto il grado di Sergente Maggiore e si trovava al 130 Fanteria quando nell'azione del 4 settembre 1917 sul Dosso Fait veniva investito quasi in pieno da una granata che gli produceva ferite multiple in diverse parti del corpo. Raccolto dai suoi soldati fu accompagnato al posto di medicazione ed indi internato in luogo di cura. A causa delle ferite ha perduto l'occhio destro ed ha riportato frattura al terzo medio della gamba destra. Egli porta con orgoglio le mutilazioni ed è felice d'aver dato parte di sé alla Patria.
Meli Melchiorre
di Carmelo e Leone Maria Stella
Nato a Canicattì il 4 maggio 1891. - Era soldato del 145 Fanteria che operava sul Carso (Quota 144) il 21 settembre 1916. In quella località fu ferito al piede destro. Le cicatrici aderenti gli hanno prodotto l'anchilosi del piede.
Martines Angelo
di Gaetano e D'Oro Giuseppa
Nato a Canicattì l’11 dicembre 1887. - Combatté a Monte Smerlok in qualità di Soldato al 75 Fanteria. Nell'azione del 18 agosto 1917 riportò gravi ferite per cui perdette l'uso del braccio destro.
Mannarà Antonino
di Vincenzo e Vinci Giuseppa
Nato a Canicattì il 15 maggio 1892. All'inizio delle ostilità apparteneva al 39 Fanteria e sul Monte Sei Busi il 24 settembre 1915 in un poderoso attacco alle posizioni nemiche veniva ferito da pallottola alla spalla destra. Guaritosi parzialmente dalla grave ferita, ritornava più tardi al fronte.
Assegnato al 48 Fanteria rimase fino al 13 settembre 1917 giorno in cui nel combattimento di Velik Kribi rimaneva gravemente ferito alla gamba destra. Ora è guarito, ma ha la gamba accorciata ed ha ancora disturbi all'apparato respiratorio.
Martines Mariano
di Francesco e Ruggiano Anna
Nato a Canicattì il 9 luglio 1888. - Apparteneva al 145 Fanteria quando a 0uota 144 (Carso) durante il combattimento veniva ferito all'avambraccio sinistro. La ferita gli produsse la perdita quasi totale dell'uso della mano sinistra, Fu decorato della medaglia di bronzo al Valor Militare a Monfalcone il 18 settembre 1916.
Milano Gaetano
di Stefano e Monachino Maria
Nato a Canicattì il 18 gennaio 1890. - Era caporale al 69 di Fanteria quando nel combattimento del 24 giugno 1916 a Vallarsa veniva ferito alla gamba destra riportando l'accorciamento dell'arto.
Mannarà Giuseppe
di Vincenzo e Piazza Francesca
Nato a Canicattì il 6 febbraio 1894. Si trovava col 30 Fanteria a Borgo Catanzaro e nell'azione del 27 agosto 1916 veniva gravemente ferito da arma da fuoco ad una mano e alla festa.
Messina Giuseppe
di Salvatore e Fazio Felicia
Nato a Canicattì il 3 febbraio 1897. - Era soldato nel 2 Regg. Genio; un reparto di questo reggimento coadiuvava la Fanteria nel settore di Monte Sei Busi. Il 3 luglio 1917 mentre attendeva alla sua speciale missione durante il combattimento fu ferito alla mano destra. In seguito a tale ferita ha perduto l'uso di quattro dita della stessa mano.
Miccichè Giuseppe
di Giovan Battista e Cassaro Grazia
Nato a Canicattì l'8 settembre 1895. - Combatteva sul Monte Corno col 69 Fanteria. Nell'azione che il suo reparto svolse su quel Monte il 14 dicembre 1916 rimase gravemente ferito alla gamba destra. Ricoverato in luoghi di cura fu necessaria l'amputazione della gamba per salvargli la vita.
Moncada Gaetano
di Vincenzo e Lupo Maria
Nato a Canicattì il 1 giugno 1897. - Era soldato dell'87 Fanteria che custodiva e manteneva le posizioni di Doss Fait. Il 21 aprile 1917 il nemico voleva di sorpresa piombare sui nostri, ma i valorosi fanti dell'87, senza esitazioni, sostennero dapprima l'urto e poi contrattaccarono, ricacciando indietro il nemico sgominato. Nella mischia però il soldato Moncado rimaneva ferito al torace e riportava una grave lesione alla colonna vertebrale.
Ordini Alfonso
di Giacinto e Migliore Calogera
Nato a Canicattì il 1 ottobre 1896- - Soldato volontario di guerra fu in diversi punti del vasto fronte col 147 Fanteria. Nel combattimento del 23 agosto 1915 sul Monte S. Michele veniva ferito da scheggia di granata alla mano destra.
Invece di andare al posto di medicazione, incitava colla parola e col gesto i compagni alla lotta. Dopo l'azione fu accompagnato alla vicina Sezione di Sanità e indi in diversi ospedali. Si guarì ma non potè riacquistare l'uso della mano per l'accavallamento dei tessuti molli.
Oliveri Paolo
di Angolo e Saccaro Carmela
Nato a Canicattì il 18 ottobre 1896. - A causa delle gravi ferite al torace riportate sul Monte Corno, mentre combatteva col 69 Fanteria, ebbe estratte a pezzi alcune costole. Egli pur soffrendo ancora non poco è lieto di aver dato parte di sé per la gloria e la grandezza d'Italia.
Paci Calogero
di Diego e Bonsangue Rosa
Nato a Canicattì il 2 marzo 1895. - Fu soldato del 40 Fanteria e combattè con esso nei giorni difficili del 1915. Nell'azione del 26 luglio 1916 che il suo reparto svolse sul Monte S. Michele rimaneva ferito da arma da fuoco all'avambraccio sinistro, rimanendo più tardi col gomito anchilosato.
Platia Gaspare
di Calogero e Lamarca Stefana
Nato a Canicattìì il 29 ottobre 1883. - Anche le lontane terre non nostre furono bagnate dal generoso sangue dei nostri concittadini. Difatti il soldato Piatia mentre con l'85 Fanteria combatteva in Albania in località Fieri il 26 luglio 1918 veniva ferito da arma da fuoco all'erto inferiore sinistro. I postumi della grave ferita gl'impediscono il completo uso della gamba.
Puleri Vincenzo
di Gaetano e Caico Rosaria
Nato a Canicattì il 2 gennaio 1895. - Questo giovane e valoroso soldato fa parte della grande famiglia dei mutilati e invalidi di guerra per la grave ferita riportata alla gamba sinistra il 25 gennaio 1917 sul Monte Le Merle mentre combatteva tra le file del 156 Fanteria.
Petralito Giuseppe
di Diego e Turco Carmela
Nato a Canicattì il 29 dicembre 1895. - Era caporal maggiore nel 32 Fanteria e nell'azione del 24 luglio 1916 sulla Cima Caldieri, veniva colpito da arma da fuoco alla coscia sinistra riportando una fastidiosa ernia muscolare.
Pellitteri Angelo
di Gaetano e Alaimo Maria
Nato a Canicattì il 17 maggio 1894. - Durante la guerra per il suo coraggio e per le sue non comuni virtù aveva ottenuto sul campo il grado di sergente ed aveva partecipato col 202 Fanteria alle azioni più varie a più ardimentose. Nel giugno del 1918 il nemico, tentava l'ultimo, disperato sforzo contro le nostre posizioni del Basso e Medio Piave. Egli col suo reparto concorreva alla difesa della posizione che mai cadde nelle mani del nemico. Fu decorato di medaglia di bronzo al Valor Militare. Ferito nell'azione del 16 giugno 1918 (Basso Piave) all'emitorace destro. Tale ferita gli ha causato la invalidità.
Puma Domenico
di Diego e Puma Diega
Nato a Canicattì il 28 luglio 1894. - Combatteva in qualità di soldato sul Monte S. Gabriele col 48 Fanteria al quale era effettivo. Nell'azione del 14 settembre 1917 veniva gravemente ferito alla regione sopracciliare destra. La grave ferita gli ha prodotto demenza precoce e psicosi traumatica.
Petruzzella Alfonso
di Calogero e Traina Carmela
Nato a Racalmuto il 6 aprile 1898 ma domiciliato fin da piccolo con la famiglia a Canicattì. - Sulla quota 146 dell’Hermada il 3 settembre 1917 era fortemente impegnato il 141 Fanteria del quale il Petruzzella faceva parte. In un violento contrattacco nemico. rimaneva ferito da arma da fuoco alla faccia e da schegge di granata alle gambe e alle braccia. Ha avuto asportato l'occhio sinistro.
Seminatore Antonio
di Vincenzo e Acquisto Teresa
Nato a Canicattì il 24 maggio 1891. - Il 14 agosto 1916 sulle contrastate posizioni di Castagnevizza resisteva tenacemente il valoroso 232 Fanteria nelle cui file era il soldato Seminatore. Nell'azione di quella giornata oltre ai fanti morti e feriti rimaneva colpito alla faccia il soldato Seminatore che riportava la frattura della mandibola.
Salvaggio Salvatore
di Salvatore
Nato a Canicattì il 7 aprile 1884. - Ad Oslavia, il 7 agosto 1916 mentre in qualità di soldato combatteva col 224 Fanteria, veniva ferito alla mano destra riportando anche la frattura della tibia,
Scartareggia Vincenzo
di Nicolò e Guarneri Antonia
Nato a Canicattì il 24 settembre 1889. - Si trovava nella Valle S. Lorenzo di Piave alle Salmerie del 5 Fanteria, dopo di aver fatto il fante di linea e di aver combattuto in diversi punti del fronte. Il 29 giugno del 1918 un mulo gli vibrava un violento calcio e gli fratturava le dita della mano destra. La paralisi radiale gl'impedisce l'uso del pollice e dell'indice della mano ferita.
Serrao Antonio
di Gaetano e Sciabbarrasi Maria Assunta
Nato a Canicattì il 23 febbraio 1894. - Il nemico che non aveva saputo vincere l'eroismo dei nostri valorosi fanti, per riuscire nel suo intento era ricorso a tutti i mezzi ed anche ai gas asfissianti. Il 24 maggio del 1918 mentre il 247 Fanteria manteneva le posizioni raggiunte sull’Altipiano di Asiago, veniva fatto segno ad un violento attacco da parte del nemico. In quel giorno anniversario, voleva dare scacco ai nostri, ma non vi riuscì. Tra le tante vittime del gas vi fu il soldato Serrao che riportò una grave invalidità.
Sciabbarrasi Luigi
di Antonio e Leone Diega
Nato a Canicattì il 18 ottobre 1897. - Il 21 maggio del 1917 combatteva sul Monte Kucc il 248 Fanteria al quale apparteneva il soldato Sciabbarrasi. Durante l'aspra azione di quella giornata le pendici di quel Monte furono bagnate da sangue generoso e tra gli altri vi rimase gravemente ferito al ginocchio sinistro il soldato Sciabbarrasi. A causa di quella ferita il ginocchio gli è rimasto anchilosato.
Saetta Baldassare
di Gaetano e Cucurullo Diega
Nato a Canicattì il 13 febbraio 1892. – Apparteneva al 40 Fanteria e col grado di tenente comandava un reparto sul S. Michele. Nell'azione del 21 ottobre 1915 rimaneva gravemente ferito da arma da fuoco alla mano sinistra. Dopo lunghe e pazienti cure, le ferite si sono rimarginate, ma hanno lasciato nel valoroso ufficiale una forte limitazione nei movimenti del polso e della mano ferita.
Spina Giuseppe
di Angelo e Di Fede Carmela
Nato a Canicattì il 2 novembre 1896. - Apparteneva al 3 Fanteria e si trovava con esso nelle difficili e contrastale posizioni di S. Caterina quando nel combattimento del 14 novembre 1916 rimaneva gravemente ferito da arma da fuoco al ginocchio sinistro che gli rimane ancora anchilosato.
Tornambè Salvatore
di Pasquale e Allegro Angela
Nato a Canicattì il 15 novembre 1894. - Era col 124 Fanteria e dopo avere combattuto in diversi punti del fronte si trovò nelle posizioni delle Cave di Polazzo. Il 30 giugno 1916, il nemico tentò, di sorpresa un attacco. Fu nettamente respinto. Il soldato Tornambè rimase ferito e riportò frattura al metacarpo del piede sinistro.
Trupia Rosario
di Vincenzo e Lo Dico Mariantonia
Nato a Canicattì il 24 febbraio 1891. - Durante la magnifica azione della Bainsizza tra i tanti reggimenti che si coprirono di gloria vi fu anche il 57 Fanteria al quale era effettivo il soldato Trupia. Nel combattimento del 21 agosto 1917 riportò ferite che gli produssero la frattura dell'avambraccio sinistro e quindi la invalidità.
Trupia Giuseppe
di Pietro e Fazio Angela
Nato a Canicattì il 21 maggio 1893. - Anche sul Grande Iavork i nostri bravi soldati seppero fare il loro dovere. Il soldato Trupia Giuseppe che apparteneva al 3 Fanteria agivain quel Settore nell'azione del 26 aprile 1916. Riportò gravi ferite alla gamba destra. Le ferite gli sì guarirono, ma la gamba gli rimase anchilosata.
Vinci Carmelo
di Calogero e Li Calzi Alfonsa
Nato a Canicattì il 21 aprile 1876. - Anche i soldati della Terrritoriale seppero fare il loro dovere e tra essi il soldato Vinci che apparteneva al 299 Batt. Mil. Territoriale. A Campo Fesone il 27 marzo 1917 riportò ferite che gli causarono forte anchilosi alla mano sinistra.
Vinci Giuseppe
di Rosario e Augello Maria
Nato a Canicattì il 15 settembre 1897. - Combattè in diversi punti del fronte e nell'azione del 18 giugno sul Piave, ormai sacro alla memoria dei combattenti, rimase gravemente ferito alla mano destra e perdette anche il dito pollice.
Ventura Antonio
di Vincenzo e Di Rosa Maria
Nato a Canicattì il i gennaio 1898. - Apparteneva all'8 Fanteria, Aveva con gli altri contribuito al consolidamento delle posizioni di Monte Grappa, ma l'11 gennaio 1918 a causa del freddo ebbe i piedi congelali. In seguito al congelamento ha perduto quattro dita del piede destro.
Vinci Luigi
di Santo e Giardina Rosa
Nato a Canicattì il 6 settembre 1895. Una ferita al ginocchio sinistro che poteva essere fatale ha causato solo la inabilità al buon soldato Vinci Luigi il quale il 20 luglio 1915 mentre svolgeva un'azione sul Monte San Michele rimaneva ferito da arma da fuoco al ginocchio sinistro.
Di Simone Giacinto
di Giuseppe e Messina Maria
Nato a Canicattì l'8 dicembre 1882. - A Plava il 12 agosto del 1917 il 47 Fanteria attaccò le posizioni nemiche. Apparteneva a quel reggimento il soldato Di Simone Giacinto che nell'azione fu gravemente ferito al canale della mano destra. La ferita si rimarginò col tempo, ma i gravi disturbi della deambulazione, lo hanno fatto comprendere tra gl'invalidi.
Lo Giudice Giuseppe
di Calogero e Arnone Rosaria
Nato e Palme Montechiaro il 28 dicembre 1888. - Chiamato alle armi partì da Canicattì e fu assegnato al 248 Fanteria. Combatté in diversi punti del fronte, ma il 26 agosto 1917, sul Monte San Michele, rimaneva gravemente ferito alla coscia destra, riportando frattura del femore.
Martorana Giuseppe
di Nicolò e Fonti Rita
Nato a Licata il 21 maggio 1889. - Era effettivo al 145 Fanteria che operava sul Monte Croce. Nel combattimento del 21 ottobre 19,15 fu ferito da arma da fuoco all'avambraccio sinistro e perdette l'uso della funzione dell'arto.
Morganti Giuseppe
di Calogero e Zaffuto Calogera
Nato a Grotte il 4 dicembre 1891 e domiciliato a Canicattì. - Il 4 febbraio 1917 a S. Caterina il nemico tentava di sorpresa un colpo di mano sulle nostre linee, tenute dal 221 Fanteria. Il tentativo nemico s'infranse contro la tenace resistenza dei nostri. In quel giorno il soldato Morgante a causa delle ferite riportate combattendo, perdette l'occhio destro.
Pepè Federico
di Nicolò e Esposto Carmela
Nato a Racalmuto il 2 ottobre 1893. - Cittadino adottivo di Canicattì, ha saputo come gli altri fare intero il suo dovere verso la Patria. Era col 141 Fanteria sull'Altipiano dei Sette Comuni, nelle memorande giornate del giugno 1916. Il 17 di quel mese in un violento contrattacco il soldato Pepè rimaneva ferito alla gamba sinistra e riportava frattura della tibia e lesione ai muscoli.
Randisi Antonino
di Andrea e Vinti Filomena
Nato a Raffadali il 2 maggio 1882. - Anche questo umile soldato seppe fare il suo dovere in guerra. Sulla Quota 144 del Carso, mentre col 47 Fanteria difendeva la linea, rimaneva ferito alla gamba sinistra, riportando anchilosi retta dell'arto,
Fine della Parte Terza
Decorati al Valor Militare
Generale Gangitano Luigi
Deputato al Parlamento
Apparteneva al 4 Regg.to Fanteria ed aveva il grado di Ten. Colonnello.
Medaglia d'Argento al Valor Militare, con la seguente motivazione :
"Comandante di un battaglione misto del 4 e 63 Fanteria, con calma e coraggio lo conduceva quasi tutta la giornata e finché cadde ferito".
Bengasi 19 ottobre 1911.
Sergente Curto Pelle Paolo
di Giuseppe e Lupo Giuseppa
Nato a Canicattì. - Apparteneva al 22 Regg.to Artiglieria Campagna.
Medaglia di Bronzo al Valor Militare, con la seguente motivazione:
"In ripetuti combattimenti diede prova di coraggio no comune, e di sangue freddo nel dirigere sotto il fuoco nemico il tiro del pezzo ai suoi ordini".
Bengasi 19 ottobre 1911 - Derna 27 dicembre 1911 - Ridotta A. bis Derna 11-12 febbraio 1912.
Soldato Di Forti Vincenzo
di Antonino e Ferrara Giuseppa
Nato a S. Cataldo (Caltanissetta) il 16 settembre 1894. Apparteneva al 13 Regg.to Fanteria.
Medaglia d'Argento al Valor Militare, con la seguente motivazione:
"Offertosi volontariamente per il taglio dei reticolati, ferito ad una mano, continuava nella difficile operazione. Nuovamente ferito al torace, e costretto a ripiegare sulla propria compagnia perché stremato di forze, esprimeva il suo orgoglio di morire per la grandezza d’Italia".
Selz 23 giugno 1915.
Tenente Gulino Antonio
di Salvatore e Sciabbarrasi Anna Maria
Nato a Canicattì il 25 ottobre 1894. - Apparteneva al 132 Regg.to Fanteria.
Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione:
"Quale volontario taglia fili, riusciva cori calma e valore ad aprire parecchi varchi nei reticolati nemici ".
Peteano-Boschini 28-31 ottobre 1915.
Soldato Caporossi Paolo
d’Ignoti
Nato a Canicattì il 12 maggio 1892. - Apparteneva al 222 Regg.to Fanteria,
Medaglia d'Argento al Valor Militare. con la seguente motivazione :
"Per portare un ordine traversava un tratto di terreno molto battuto dal fuoco di fucileria nemica; ritornava quindi al suo posto di combattimento, rincorando i compagni e tenendone alto il morale. Ferito, continuava a combattere fino a quando, esausto per il sangue versato, venne portato al posto di medicazione" .
Monte Collo 15 maggio 1916.
Tenente Terrana Ernesto
di Angelo e Coniglio Marianna
Nato a Canicattì il 20 maggio 1887. - Apparteneva al 145 Regg.to Fanteria.
Medaglia di Bronzo al Valor Militare, con la seguente motivazione :
"Comandante interinale di una Compagnia, sebbene ferito ad una gamba durante l'assalto ad una trincea nemica, continuava ad incitare i soldati a proseguire nell'avanzata ".
Gorizia 9-10 agosto 1916.
Soldato Martines Mariano
di Francesco e Ruggiano Anna
Nato a Canicattì il 9 luglio 1888. - Apparteneva al 145 Regg.to Fanteria.
Medaglia di Bronzo al Valor Militare, con la seguente motivazione:
"Portatore di ordini durante un aspro combattimento, dava bella prova di fermezza e di coraggio, recandosi più volte dove maggiore era il pericolo, finché venne gravemente ferito ".
Monfalcone 18 settembre 1916.
Soldato Di Ventura Vincenzo
di Pietro e De Caro Filippa
Nato a Canicattì il 7 febbraio 1892. - Apparteneva al 139 Regg.to Fanteria.
Medaglia d'Argento al Valor Militare, con la seguente motivazione:
"Costante e mirabile esempio di belle virtù militari, energia e valore quale porta ordini, disimpegnava con zelo e coraggio il proprio compito, dando esempio di grande forza di animo e di alto sentimento del dovere".
Selo 19 agosto 1917.
Caporale Cupani Angelo
di Calogero e Buccheri Rita
Nato a Canicattì il 1 ottobre 1894. - Apparteneva al 4 Regg.to Fanteria.
Medaglia di Bronzo al Valor Militare, con la seguente motivazione:
" Quale comandante di una squadra, si slanciò risolutamente all'assalto di una forte posizione, raggiungendola e mantenendovisi, con pochi uomini, benché la violenza del fuoco avversario rendesse dubbio l'arrivo delle successive ondate di assalto ".
Monte S. Marco di Gorizia 28 agosto 1917.
Sergente Di Franco Giuseppe
di Vincenzo e Gambino Maria
Nato a Canicattì il 4 luglio 1886 - Apparteneva 5 Regg.to Fanteria.
Medaglia d'Argento al Valor Militare. con la seguente motivazione:
" Circondato da un gruppo di nemici, teneva saldamente la posizione, facendo fuoco contro di essi fino all'arrivo dei rincalzi con i quali si slanciava poi, con mirabile ardimento, al contrattacco, ricacciando l'avversario".
Col della Beretta 26 novembre 1917.
Tenente Terrana Antonino
di Angelo e Coniglio Marianna
Nato a Canicattì il 6 marzo 1893. - Apparteneva al 5 Regg.to Fanteria.
Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione:
"Per tutta una giornata, in una zona battuta continuamente dall'Artiglieria nemica, era di bello esempio ai dipendenti per calma e fermezza specie nei momenti più critici della lotta. Essendo il reparto fatto segno a raffiche bene aggiustate di mitragliatrici avversarie, per incuorare i suoi uomini, percorreva più volle a passo lento il tratto della fronte assegnato al plotone, soffermandosi ad incitarli e dimostrando coraggio e valore singolari ".
Testata di Val Duga 16 - 18 dicembre 1917.
Caporale Corbo Gaetano (1)
di Giuseppe
Nato a Mussomeli il 26 settembre 1895. - Apparteneva al 4 Battaglione Bersaglieri Ciclisti.
Medaglia d'Argento al Valor Militare, con la seguente motivazione :
"Costante mirabile esempio di fermezza e coraggio, quale comandante di una pattuglia di Arditi in una zona fortemente battuta ed insidiosa, affrontava con impareggiabile ardimento, una grossa pattuglia avversaria e la catturava".
S. Bartolomeo (Piave) 15 giugno 1918.
(1) Morì a Canicattì, dov’era domiciliato, il 9 agosto 1924. I combattenti gli resero solenni onoranze.
Sergente Pillitteri Angelo
di Gaetano e Alaimo Maria
Nato a Canicattì il 17 maggio 1894. - Apparteneva al 202 Regg.to Fanteria.
Medaglia di Bronzo al Valor Militare, con la segue e motivazione :
"Durante una vigorosa offensiva nemica, con tenacia fermezza singolari, concorreva, col suo reparto, alla difesa della posizione. Ferito, era costretto, suo malgrado, ad abbandonare la linea".
Medio Piave 15 - 16 giugno 1918.
Soldato Calà Giuseppe
di Carmelo e La Rocca Giuseppa
Nato a Canicattì il 29 ottobre 1894. - Apparteneva all’11 Regg.to Lancieri Vitt. Em.
Medaglia di Bronzo al Valor Mititare, con la seguente motivazione :
"Di sua iniziativa, arditamente, si slanciava fra i primi in un combattimento uccideva a colpi di lancia due nemici e poi, con arma da fuoco, seguitava a combattere, dando mirabile esempio di valore ".
S. Pietro Novello 18 giugno 1918.
Cap.Magg. Di Gangi Vincenzo
di Giuseppe e Maira Vincenza
Nato a Canicattì. - Apparteneva al 139 Fanteria.
Medaglia di Bronzo al Valor Militare. con la seguente motivazione:
"Comandante di una squadra nella Sezione pistole mitragliatrici, quantunque fosse, da una granata, inutilizzata l'unica arma rimasta a sua disposizione, con pochi uomini ancora validi, armatosi di fucile, sosteneva l'attacco avversario e contrattaccava risolutamente con lancio di bombe a mano, riuscendo a fugare il nemico infliggendogli gravi perdite ".
Monte Asolone 24 giugno 1918.
Tenente Alaimo Giuseppe
di Giuseppe e Sardone Carmela
Nato a Canicattì il 20 ottobre 1897. - Apparteneva al 37 Regg.to Fanteria, Sezione Lanciafiamme.
Medaglia di Bronzo al Valor Militare, con la seguente motivazione :
" Comandante una Sezione Lanciafiamme, alla testa dei propri reparti, si slanciò contro una posizione nemica, raggiungendola tra i primi e contribuendo efficacemente ad annientare il presidio ".
Monte Solarolo 4 luglio 1918.
Carabiniere Boldrini Benedetto
d’Ignoti
Nato a Canicatti il 25 marzo 1887.
Medaglia di Bronzo al Valor Militare, con la seguente motivazione:
"Con evidente pericolo della propria vita interveniva animosamente e con prontezza in una rissa scoppiata fra due individui armati l'uno di rivoltella, l'altro di rasoio, riuscendo prima a dividerli e a trattenerli e poscia, con l'aiuto di due soldati accorsi, a tradurli in arresto".
Sciacca 12 ottobre 1915.
Guardia Finanza Messina Gerardo
di Diego e Guarneri Maria
Nato a Canicattì.
Medaglia di Bronzo al Valor Militare, con la seguente motivazione:
"Interveniva per prestare aiuto ad un compagno che tentava di disarmare uno sconosciuto e, sebbene minacciato di morte, affrontava risolutamente il delinquente, mentre costui gli esplodeva contro un colpo di rivoltella. Rimasto ferito alla mano e alla coscia destra, tentava d'inseguire il malvivente che si era dato alla fuga, ma per le ferite riportate fu costretto a desistere".
Vittoria (Ragusa) 15 aprile 1928.
Fine della Parte Quarta