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Lo storico Giacinto Gangitano


Giacinto Gangitano nacque a Canicattì il 28 Gennaio del 1902. Iniziò gli studi presso i padri gesuiti di Acireale, completandoli a Milano dove trascorse gran parte della sua vita. Possedeva intelligenza, talento e una forte personalità, ma fu un uomo "solo" non aveva potuto e saputo trovare la necessaria serenità del proprio destino, condusse un'esistenza grama e priva di affetti, che cercò sempre di colmare dedicandosi alla ricerca ed allo studio della storia e delle origini di Canicattì.
Cultore appassionato delle antiche memorie si documentò su attestati, atti notarili, contratti e documenti probatori custoditi negli archivi, nei municipi, chiese, biblioteche, musei e badie.
Pur non avendo conseguito un titolo accademico fu vicinissirno alla cultura ed agli studiosi. Le sue conoscenze sto-riche erano immense ma egli fu sempre amareggiato dall'incomprensione degli amministratori del tempo che gli negarono, quando il suo patrimonio personale fu esaurito, un incarico retribuito alla biblioteca o all'archivio comunale, era considerato da alcuni "un evocatore di tempi passati" "un ricercatore di farfalle". Per chi ebbe modo di conoscerlo ed apprezzare la sua immensa cultura come il Dottore Francesco Maratta, suo grande stimatore fu definito l'ultimo romantico di Canicattì. Conosceva a prima vista l'epoca e spesso l'autore di un quadro o di una scultura; anche gli autori più oscuri erano a lui noti e sapeva ove erano le loro opere e persino il loro stato di conservazione, umile e modesto chiedeva spiegazioni per essere sicuro della etimologia di una parola o dell'interpretazione oscura di una frase. Dal Vescovo di Agrigento nel 1938 ricevette il permesso, difficilmente dato ai laici, per potere consultare gli Archivi Parrocchiali.
Le sue opere sono tante: "La Terra di Canicattì" nel 1939; " La Chiesa degli Agonizzanti" 1940; "II Monastero delle Benedettine" 1941; "La Chiesa Madre" 1942; "Nella Canicattì d'altri tempi" 1954; "II Culto della Madonna Immacolata a Canicattì" 1954; "Le scuole pubbliche" nel 1957: "Antiche competenze della Curia Vescovile di Girgenti" 1964; "Una vendita "cum verbo regio" 1961: "II colera nel 1837": "L'apertura del macello" 1961; "La Chiesa di San Diego ed il Calvario Vecchio" 1961: "La donna siciliana nel settecento" 1961; "11 Castello di Canicattì". Collaborò alla rivista la "Siciliana" di Siracusa. ma cento e più articoli sono pubblicati sul giornale "La Torre". L'Avv. Giuseppe Alaimo, legato a lui da sentimenti di grande ammirazione, valorizzò la sua cospicua ed interessante produzione.
Nell'archivio dell' Avv. Alaimo sono gelosamente custodite le sue opere nonché tutti i suoi articoli. Sempre nell'archivio dell'Avv. Alaimo è l'ultima sua opera, completa ma inedita "Sviluppo economico e sociale di Canicattì dalla fondazione alla fine del XVI secolo".
Gli amministratori di oggi avrebbero il dovere di ristampare tutte le sue opere. Sarebbe il fare il punto sulla Canicattì del passato, fare conoscere alle nuove generazioni la storia vera delle loro radici e soprattutto un riconoscimento ad "un ricercatore di farfalle". La storia fu la sua passione ma non la storia come semplice narrazione di fatti o come riproduzione di documenti scoperti nei vari archivi consultati, ma storia come spiegazione di tendenze e di epoche, di categorie sociali. La sua passione per lo studio sentita al parossismo e sino al sacrificio totale del suo patrimonio personale, oggi sicuramente è giudicato con scetticismo. Ma Giacinto Gangitano. non si sarebbe mai sottomesso a degli "sponsor" e forse la mia proposta di ristampa da parte di enti comunali, sarebbe ricusata. Perdonami Giacinto!

Maria Grazia Alaimo Cugino da “Unitre Canicattì” 2006



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